Maledetta stronza

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Lunedì 8 aprile, ore 8:40

Quella mattina aveva solo voglia di dormire e alzarsi dal letto era stato un trauma. I sintomi della sbornia, presa due giorni prima, non le erano passati e non vedeva nessuno da allora. Si era rintanata tutta la domenica in camera sua, prendendo paracetamolo e bevendo tisane per digerire, inutile dire che non era servito a nulla. Della festa ricordava ben poco, aveva immagini chiare delle prime ore poi il buio totale. Aveva sentito Eva e stava messa peggio di lei, Silvia invece domenica pomeriggio le aveva proposto un giro ai fori come se la sera prima non si fosse ubriacata e non fosse finita a vomitare sullo zerbino dei vicini. La professoressa scriveva i nomi di opere medievali, di cui a lei, come a tutti li dentro, non fregava un emerito nulla. La campanella suonò tre volte, tutti si guardarono, che fosse una prova antiincendio? Quando la porta si aprì e due ragazzi di quinta entrarono nell'aula -professoressa Filimberti sarebbe pregata di uscire, da ora la scuola è occupata- tutti gli studenti si alzarono dai banchi e rimasero in piedi a fissare la prossima mossa della prof di arte. -Posso sapere almeno il motivo di questa occupazione?- i due annuirono e il ragazzo biondo rispose -certo- guardò l'amica, per essere sicuro di essere spalleggiato, poi proseguì -vede siamo stufi dell'ennesimo taglio da parte del ministero dell'istruzione, nei prossimi anni le classi diminuiranno radicalmente perché non ci sono più professori disponibili. Poi credo sia informata sulle occupazioni che stanno avvenendo in queste settimane nei diversi licei, qui a Roma. Solo se ci mobilitiamo tutti, le cose possono essere cambiate- la professoressa raccolse le sue cose e si avviò verso la porta -mi raccomando ragazzi, non fate fesserie-.

Lunedì 8 aprile, ore 10:20

Eleonora stava aiutando i ragazzi della classe accanto ad appendere gli striscioni fuori dalle finestre, non aveva mai partecipato ad una occupazione e in quel momento si sentì come se fosse una ragazza che viveva a Roma nel boom delle proteste studentesche, il 68.
La ragazza bionda, che teneva il suo stesso lembo di lenzuolo, le sorrise, si sistemò i capelli e poi le chiese -senti Eleonora posso farti una domanda?- la mora fece segno di sì con il capo -dimmi pure- l'altra arrossì, si capiva che era molto timida -mi chiedevo se, dato che stai con Edoardo, sapessi già di questa storia- la domanda di quella ragazza fu come una doccia fredda, non vedeva il ragazzo da giovedì. -No, non ne sapevo nulla- la bionda annuì -ah, niente credevo che potessi- si interruppe
-scusami non volevo farmi gli affari tuoi- Eleonora le mise una mano sulla spalla cercando di rassicurarla -non preoccuparti ok?- lei le sorrise e fece un fiocco con i due lembi di lenzuolo.
 

Lunedì 8 aprile, ore 10:35

Chat "LE MATTE"
Silvia: ragazze ma che figata
Fede: mi senti molto una donna impegnata
Sana: certo Fede, sicuro
Fede: ☹️
Eva: dove siete voi?
Silvia: raggiungetemi sono all'entrata principale
Tu: finisco di aiutare a sistemare e poi arrivo

Lunedì 8 aprile, ore 12:20

Eleonora era in fila al distributore delle merendine, indecisa se prendersi due pacchetti di fonzies oppure uno di classiche san carlo e uno di fonzies. Optò per la prima opzione, inserì la moneta e aspettò che i due pacchetti di patatine scendessero. Preso il suo malloppo si sedette sulla cattedra dei bidelli, che ovviamente avevano lasciato l'edificio insieme ai prof, dondolando le gambe. Stava per aprire il primo pacchetto quando Elia sbucò alla sua destra -oi Ele- le disse, salutandola, insieme ad un ampio sorriso -ciao Elia- ricambiò il saluto la ragazza. -Che fai qui da sola?- il moro utilizzò un tono lievemente imbarazzato, si chiese se avesse battuto la testa quella mattina -non vedi? Mangio- ed indicò i due pacchetti gialli e rossi che teneva in mano. -Si certo, scusa è che avrei bisogno di parlarti- ma che stava farneticando? -spara, ti ascolto- lui fece per parlare quando Eleonora vide Alice ed Edoardo camminare a pochi metri da loro, lei sorrise in segno di saluto mentre il ragazzo rimase freddo e continuò a camminare. -Ma nvedi sto stronzo- la voce di Federica riportò al presente Eleonora -manco il saluto oh- la mora guardò l'amica -che ti devo dire Fede, sai meglio di me che mi sono solo illusa- Elia guardò le due ragazze ma si rese conto che non lo stava più calcolando nessuno. -Senti Ele, non te voglio vedè così, tu sei sprecata per un superficiale così- si girò verso Elia per la prima volta da quando era davanti a loro -giusto Elia?- il ragazzo annuì -giusto, io lascerei proprio perdere-. Eleonora cercava di convincersi, era certa che i suoi amici avessero ragione, ma una minuscola parte di lei ci sperava che Edoardo fosse diverso e si sa che la speranza, quella stronza, è l'ultima a morire.
Anche quando, sei quasi certo di sperare in vano.

•cose di poco conto
Capitolo molto short per introdurre quel che sta per succedere e spiegare il perché dell'occupazione. Volevo anche dirvi che è tutto vero, negli ultimi mesi a Roma alcuni licei sono stati occupati, non ho inventato nulla. cercate su google sicuramente troverete notizie su notizie. Vi bacio, perché, questa "cosa di poco conto" sta per diventare corposa più del capitolo

Teniamoci stretti che c'è vento forte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora