Divano blu elettrico

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Venerdì 15 marzo, ore 15:20

Chat "LE MATTE"
Silvia: raga per stasera come facciamo?
Sana: io vi avverto che ad Edoardo NOI abbiamo regalato un dizionario
Silvia: ma che regalo è?
Sana: di latino, è utile scema
Fede: ahahahaha Sana sei una grande
Eva: va benissimo Sana, scusa se non sono riuscita ad accompagnarti dopo scuola
Tu: non ti preoccupare Sana, regalo super azzeccato ✌🏻
Silvia: va be, ci troviamo alla fermata dell'atac?
Tu: dove abita?
Eva: zona Aventino
Fede: minchia si trattano bene 💸💸

Venerdì 12 marzo, ore 21:40

-ok ragazze, maps dice che la casa dovrebbe essere questa- esordì Sana controllando il telefono.
-aspettate chiamo Fede e gli dico di venirci ad aprire- tutte annuirono.
-oddio sono troppo agitata, chissà quanta gente super figa e poi è un sacco che non lo vedo e speriamo gli piaccia il mio vestito che per riuscire ad entrarci oggi non ho mangiato e sono nervosa- Sana mise una mano sulla bocca di Silvia -Sil, placati-.
Una voce le interruppe -ragazze- Federico era davanti a loro mezzo ubriaco a mezze maniche -da questa parte-.
Credendo di non essere visti Eva e il ragazzo rimasero dietro e si scambiarono un bacio, la casa si ergeva davanti a loro e la musica era talmente alta che la si sentiva benissimo anche se le finestre e la porta eran chiuse.
La prima ad entrare fu Silvia, agitata com'era non stava più nella pelle e non vedeva l'ora di fare un'entrata "che si sarebbero ricordati tutti per i prossimi tre o quattro anni" o almeno così diceva lei.
L'interno della casa era in pieno contrasto con l'esterno, se fuori c'erano i mattoni a vista e tutto un viale alberato dentro, invece, le pareti erano tutte bianche e al centro della sala c'era un enorme divano di pelle blu elettrico. La casa era stracolma di gente ma di Edoardo nemmeno l'ombra. Si diressero in cucina per prendere qualcosa da bere -passami una birra Ele- la voce di Fede la fece tornare sulla terra, come avrebbe detto Sana.
-Tieni- le porse un'ichnusa e ne prese una anche per lei. Il gruppo si divise, decise così di uscire in giardino e fu lì che vide di nuovo la ragazza bionda. Quella sera era ancora più bella, se possibile, di quando l'aveva vista in caffetteria, se ne stava in disparte a parlare con un ragazzo alto e moro quando il padrone di casa apparve alla sue spalle -eccoti-.
Eleonora non si girò -mi hanno costretto, non credere- lui le si avvicinò all'orecchio -certo, deve essere andata così-. La ragazza indispettita si girò e gli puntò un dito contro -senti Edoardo non so che cosa tu stia insinuando ma ci sono venuta solo perché le altre hanno insistito, avrei preferito di gran lunga starmene a casa a studiare- lui la guardò andarsene.

Sabato 16 marzo, ore 02:15

La gente era decisamente diminuita e i pochi che erano rimasti erano in giardino o seduti sull'enorme divano della sala, ma di Silvia nemmeno l'ombra. La cercavano da mezz'ora ormai. Insieme a lei anche la ragazza bionda ed Edoardo erano spariti, o almeno, non li aveva più visti. Scacciò il pensiero che le stava passando per la testa quando vide Federica.
-Fede ma Sil?- la mora alzò le mani -più vista, so solo che Sana se n'è andata mezz'ora fa e che Eva se ne sta andando ora, io la seguo. Tu che fai?- Eleonora si guardò intorno -io resto ancora un poco per vedere se trovo Silvia, poi me ne andrò anche io- si scambiarono un bacio veloce -va bene Ele, ci sentiamo domani- si sorrisero a vicenda -certo certo-.
Salì le scale alla ricerca del bagno, forse Silvia poteva essere lì. Aprì la porta e si ritrovò Laura ricurva sul water mentre la sua amica le reggeva i capelli -scusatemi ragazze, avete visto Silvia?- la riccia non la guardò nemmeno mentre l'altra negò -un'oretta fa circa so che stava piangendo in giardino- Eleonora alzò gli occhi -grazie e scusatemi ancora-.
Scese di fretta le scale mentre chiamava l'amica.
Nessuna risposta.

Eleonora non sapeva che fare, non trovava Silvia e non poteva tornare a casa; i suoi erano a Milano per un lavoro e quel cretino di suo fratello, bè era un cretino

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Eleonora non sapeva che fare, non trovava Silvia e non poteva tornare a casa; i suoi erano a Milano per un lavoro e quel cretino di suo fratello, bè era un cretino. Provo a richiamare la bionda ma non ebbe risposta. Dalla cucina uscì Edoardo, decise di chiedere a lui
-Edoardo- lui si girò verso di lei -hai per caso visto Silvia?- lui la guardò strano
-ma te pare? Ovvio che no- Eleonora assunse uno sguardo disperato -non la trovo e senza di lei non so dove dormire stanotte- lui le sorrise -dormi qui- lei spalancò gli occhi -ma che sei scemo? No- Edoardo si fece serio -non dormiremmo insieme dai, lo faccio per te. Non mi va che vaghi per Roma di notte-.
-non saprei, c'è ancora gente- non riuscì a finire la frase che Edoardo si mise ad urlare
-regà la festa è finita, andate in pace-. Sbucò gente da ovunque, anche la bionda bellissima ricomparve -ti devo dare una mano a pulire?- disse lei in modo gentile -no Claudia figurati, vai pure- lei gli sorrise, perfino il suo sorriso era bellissimo -allora ciao Edo-.
Edoardo si girò e vide la sua espressione -non ce posso credere, te da fastidio?- Eleonora strinse gli occhi -ma che dici? Sei scemo? Mi è solo sembrata un po' finta- pausa -è molto bella comunque, non le da fastidio che rimango qui?- lui rise di gusto -Eleonò ma che dici- lei lo guardò stupita -è la ex di mio fratello-.

Sabato 16 marzo, ore 3
Avevano finito di sistemare tutto.
-posso farti una domanda?- chiese lei
-certo, dimmi- rispose lui mentre buttava la spazzatura -i tuoi? Non ci sono?- lui fece spallucce -mia madre sta dal compagno nel weekend mentre mio padre abita proprio in un'altra casa, quindi se vuoi puoi approfittarti di me nessuno ci disturberà- lei sorrise -quanto sei scemo-.
Edoardo le aveva dato una delle sue magliette ma lei aveva deciso di dormire con i jeans. Meno si sarebbe dovuta spogliare e meglio sarebbe stato, ovviamente lui si era lamentato e le aveva detto che non doveva vergognarsi se avesse avuto qualche strana malformazione.
-senti in camera mia ho un letto matrimonale ma io posso benissimo prendere il sacco a pelo e dormire dentro quello- Eleonora fu stupita dalla sincerità del ragazzo -però non ho sonno quindi che ne dici di guardarci un film?- lei acconsentì, in fondo un film non era una brutta idea. -seguimi, ce lo guardiamo in sala- si sedettero sul divano blu elettrico, Edoardo accese il televisore a fin troppi pollici e spense la luce. -che film vuoi vedere?- Eleonora che era rimasta in silenzio tutto quel tempo prese parola -non saprei, sicuramente non romantico o strappalcrime- Edoardo sbuffò -ma come, l'avrei usato per farti piangere sulla mia spalla e poi consolarti- Eleonora sorrise -ti è andata male, scommetto che lo fai con tutte- lui la mandò a quel paese. -Che ne dici se ci vediamo un cartone?- lei lo guardò esterefatta -quanti anni hai? Tre?- lui le diede una leggera spinta -non c'è un'età per guardarsi toy story- poi rise.
Passò una buona mezz'ora prima che si decisero, optarono per "the wolf of wallstreet". -ti avverto, se mi dovessi addormentare vai pure in camera, non farti troppi problemi- la avvisò lui -posso andarmene anche ora?- scherzò lei, il telefono si illuminò nella tasca di Eleonora -che fai non rispondi?- lei allora lo prese e vide che era un messaggio di Silvia.

 -ti avverto, se mi dovessi addormentare vai pure in camera, non farti troppi problemi- la avvisò lui -posso andarmene anche ora?- scherzò lei, il telefono si illuminò nella tasca di Eleonora -che fai non rispondi?- lei allora lo prese e vide che ...

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-la smetti di messaggiare? Ti stai perdendo il film- Eleonora lo guardò male -ma che dici che è iniziato da dieci minuti?-

•cose di poco conto
Ovviamente ho cercato di rimanere fedele all'originale ma ci ho messo del mio. Il capitolo l'ho riletto ma so benissimo che mancano delle maiuscole, fingete ci siano 👅

Teniamoci stretti che c'è vento forte Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora