La bilancia della vita

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L'altro giorno, all'uscita da scuola, ho incontrato un mio amico. Aveva fumato una canna. Ci mettiamo a parlare di stupidaggini. Di schedine, di cosa è successo a scuola, delle ragazze, le solite stronzate di noi maschi. Tutto ok fino a quel momento. Arriva il pullman. Pieno. Tante persone. Io riesco a salire. Sale pure lui. Lo vedo in lontananza e allora gli tengo il posto. Si siede. Mi vanto della mia felpa stupenda e ridiamo. Poi ci mettiamo le cuffie, io per guardare Netflix e lui per sentire la musica. In realtà volevo sentirla anch'io, però forse non ero nel mood adatto. Non ero né triste né felice. Ero annoiato. Forse annoiato della mia situazione, con i miei amici, con la scuola, con il mondo insomma. Scopro che una serie che amavo, aveva appena pubblicato nuovi episodi. Metto la prima. Amo la sigla di questa serie. Io le salto sempre le sigle, ma questa è corta. Mostra solo il titolo della serie e l'immagine che la rappresenta. Un teschio. Un bel teschio che mostro al mio amico di fianco a me. Lui non è tanto amante delle serie tv. Però il teschio gli piaceva. Ci rimettiamo le cuffie. Passano 5 minuti e mi chiama. Mi tolgo le cuffie e lui si toglie le sue. Stava male. Mi ha detto che sente la nausea. Era bianco, sudava freddo. Sicuro la canna l'aveva preso male. Si vedeva. Io gli consigliavo di scendere, riprendersi. Inoltre c'era un centro commerciale lì vicino con dei bagni. Poteva scendere, andare in bagno e riprendersi. Mi continuava a dire di no perché non voleva mentire alla madre, però non voleva farsi vedere in quello stato. Ma non sarebbe cambiato nulla, 15 minuti più tardi. No per lui era troppo tardi. Forse stava delirando. Forse non riusciva più a ragionare lucidamente. L'unica cosa che potevo fare e parlargli così da distrarlo un po'. Funzionava. Ridevamo e scherzavamo. Ad un certo punto della conversazione, si deprime. Mi guarda con uno sguardo triste e mi dice: "Va tutto male."
-Perché?
-Quando sono felice, succede qualcosa che cambia tutto, in peggio.
In quel momento mi viene in mente un mio pensiero di qualche giorno prima.
- La vita è equilibrata. Non puoi essere sempre felice, perché altrimenti la bilancia sarebbe troppo dalla tua parte. Deve succedere qualcosa di triste per equilibrare la situazione. Viceversa, quando sei triste deve succedere qualcosa di felice per riequilibrare la situazione. Tuttavia, la situazione triste potrebbe averti danneggiato così tanto da non riuscire a vedere il lato positivo della vita in quel momento. Potresti pensare che il periodo triste sia troppo lungo e gli attimi felici siano pochi. Troppo pochi per far sì che sia tutto in equilibrio. Ma non è così. È tutto nella nostra testa.
Finita la mia sparata "filosofica" ci guardiamo in faccia e ridiamo. Sul pullman, si sentono solo le nostre risate.
Arriviamo infine alla fermata dove lui doveva scendere. Lui sano e salvo, aggiungerei.
Mi raccomando con lui di sciaquarsi la faccia con acqua congelata, mangiare e buttarsi nel letto. Sembravo un genitore preoccupato in quel momento.
Scende.
La sera di quella stessa giornata, io non ero in casa. Erano le 21.00 più o meno. Mi arriva una chiamata da parte del mio amico incontrato la stessa mattina.
-Grazie che mi sei stato vicino. Mi sono appena svegliato. Non so come avrei fatto senza di te.
Quella frase provocò in me un calore all'interno. Ero felice. Ho aiutato un ragazzo a stare bene e ne era grato. Ha pensato addirittura di chiamarmi. Chiamare in un'era dominata da Whatsapp e Instagram, un'era in cui una promozione per il telefono senza giga e con tanti minuti per chiamare è inutile, un'era in cui un like vale di più di una chiamata per farti sentire. Mi ha chiamato e mi ha detto grazie. Mi ha reso felice. Mi ha cambiato la giornata. Però c'è una nota di amarezza in tutto ciò. Chi aiuta me?

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