Come con gli acquarelli

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Cosa abbiamo risolto ? Nulla.
Sono contento di essere cosi, diverso, complesso. Sono contento di essere uno difficile da avvicinare.
Odio la noia mortale provocata dal nulla, dalle persone.
Mi odio e amo allo stesso tempo.
Hanno qualcosa di bello le persone diverse, sono speciali. E io mi sento così. Nessuno ha mai capito ciò.
Quando sto in mezzo ai ragazzi, mi sento un alieno, perché è ciò che sono per questo mondo.
Penso che Dio mi abbia fatto nascere in un epoca estranea a me. In un epoca in cui quelli come me forse non esistono. Un epoca in cui io sono il mostro.
Non so cosa sono sinceramente. Io ho sempre pensato di essere un' artista. Perché? Semplice, sono diverso.
Gli artisti sono diversi. Hanno i problemi in testa, hanno quella vena di follia che fa bene all'arte. Incompresi.
Nasciamo tutti artisti, ma la maggior parte di noi, nel corso del tempo, si omologa alla massa. La massa comandata da questa società che ci taglia le ali, ci spegne.
Nessuno vuole rimanere solo, perché ciò ti deteriora dentro, ti rende un mostro, uno diverso.
Puoi scegliere.
È normale che se non ti adegui alla massa, farai paura.
E la paura ti fa rimanere solo.
Puoi creare arte, qualcosa di bello da leggere, da trasmettere, ma alla gente comune non interessa.
Il denaro, l'outfit di moda, i gioielli, la fama. Ciò interessa alla società.
A chi non piace essere ricco. Può sembrare una frase fatta "l' importante è essere ricco dentro".
Anche a me piace essere ricco, vestire bene, anche a me piacerebbe avere tante persone intorno. Il mio compromesso per avere ciò, però è non cambiare. È un compromesso che la società non accetta. Purtroppo.
Mi sono venduto la coscienza, non la ho più.
Quando spengo una sigaretta ho i rimorsi, quando mi brucio, quando bevo fino a essere compromesso, poi sto male. Mi guardo allo specchio e mi ripeto di essere un fallimento, di fare schifo.
Perché?
All'inizio era per il vizio in sé. Poi ho capito che questi rimorsi derivano dal mio io. Volevo essere uguale ai miei "amici". Dimostrare qualcosa, precisamente non so cosa.
Ricordo quando andavamo giù nel box di un mio amico. Fumavano, parlavano e ridevano. Io stavo quasi in disparte. Non sapevo come entrare nella conversazione. Che dire. Pensavo solo che faceva schifo il fumo.
Fu il concepimento del vizio. Un seme buttato nella mia mente. Cresceva piano piano, loro innafiavano con cura il seme.
Ricordo quella sera. Giù in quel box pieno di fumo. Tutti ridevano e parlavano. Dissi così dal nulla: "Fra fammi una tabbachella."
Tutti mi guardarono in modo strano. Poi con felicità me la fecero. Ridevano mentre io fumavo. Parlavano con me. Erano contenti. Facevo parte del gruppo completamente.
Non ero io.
Posso anche fumare, non c'è nulla di sbagliato per me (ovvio che so che fa male).
La cosa sbagliata è che non ero io a volerlo. L'ho fatto per loro. Non per me.
Ora che sono lontano da loro, ora che sono di nuovo diverso fumo ancora. Ma non riesco a non pensare a quel momento. Piango dentro. Vendetti l'anima ai miei demoni.
Ne ho mille di demoni dentro e fuori. Pochi riescono a gestirli. Molti ci muoiono però.
Avevo una migliore amica, per me era una sorella. La aiutavo, perché io ho il vizio di non farmi i cazzi miei. Voglio aiutare la gente come me.
Era diversa, unica nel genere. Incompresa. Molti però approffitavano di lei. Del suo animo buono. Dolce. Pensava più agli altri che a sé stessa.
Forse era molto più uguale a me di quanto ricordassi, ora che rammento di lei.
Era pazza. Mi faceva foto o faceva selfie di lei e me e non me li inviava perché erano solo sue. Diceva che io prima o poi sarei sparito e non voleva che mi portassi i suoi ricordi con me.
Io in quel momento l'unica cosa che ripetevo e che prometteva era di non sparire, di rimanere per sempre al suo fianco.
Cazzo aveva ragione. Non ce l'ha fatta a gestire i suoi e i miei demoni allo stesso tempo. Non la odio per ciò. È comprensibile.
Io sono un mostro, distruggo tutto ciò che mi circonda. E nella mia scia distruttiva mi ero portato lei.
Ci siamo allontanati, per sempre. Forse mi ha dimenticato, io anche. L'unica cosa che ho di lei, sono le lezioni di vita che mi ha trasmesso. Mi ha cambiato. In meglio e in peggio allo stesso tempo.
Ho perso lei, ho perso la mia famiglia, i mie fratelli, ho perso tutto eccetto la mia ragazza. Mi è sempre stata affianco. Forse l'unica. La amo ma ho paura di distruggere anche lei.
Sono cambiato, o meglio mi sono allontanato dal mondo.
Sono freddo, isolato da tutti. L'ho fatto per me, per la mia vena artistica, per essere felice.
Non posso essere facile. Lo ripeto sempre ad una ragazza che vuole essere mia amica.
Lo ripeto sempre a me stesso.
Ho tanto da imparare ancora. Ho tanto da coltivare dentro me.
Ma sono pronto, ho un bagaglio già abbastanza grande con me. Ho mille cicatrici, mille ferite. Mi hanno tutte rafforzato.
Ora esco sotto la pioggia. Ma vedo anche il sole. Si fonde tutto. È così bello. Sembra tutto dipinto con acquerelli. Sono gli angeli che mi stanno dipingendo. Sono le sfumature della mia vita.
Sono diverso. E ne sono felice.

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