Quelli delle montagnette (Atto 2)

65 4 0
                                    

Ragazzi orfani.
Cresciuti insieme
Morti da soli.

Abbiamo provato a ritornare lì. Ormai eravamo maledetti. Indegni. Potevamo guardare da fuori.
E io guardavo da fuori. I brividi correvano sulla schiena. Ricordi che riaffioravano. Emozioni. Amaro in bocca. Nulla di più. Il pallone ci ha abbandonati. O noi abbiamo abbandonato lui. Forse il pallone era il nostro lato ingenuo. Quello buono. Il bambino che non pensava al domani. Quel bambino è morto.
Provo a guardare in faccia chi sta con me. Non ce la faccio. Davvero. Mi sento solo. Depresso. Mi manca qualcosa. Sempre.
Quei bambini ora si drogano. Quei bambini ora si uccidono. Quei bambini ora bevono fino a vomitare l'anima. Quei bambini si uccidono. Litigano per le banconote.
Non abbiamo più un dio che ci guarda da lassù. Ci ha abbandonati al destino. Ci siamo affidati a divinità oscure.
Ci uccidiamo per il dio denaro. Il padre dei vizi ci governa. Certe volte ci fa credere che stiamo bene mentre moriamo dentro e fuori. Ridiamo. Ci abbracciamo. Ricordiamo il passato. Sembriamo felici.
Siamo solamente ragazzi circensi. Esibiamo finzione.
All'inizio andava bene a tutti.
Mi compromettevo forte d'estate. Il mio amico, mio fratello, era con me. Fino alle 4 di notte. Fino la mattina dopo. Anche lui si comprometteva con me. Con lui ho sempre avuto un rapporto diverso. Parlavo di tutto con lui. Tutta la notte. Lui non parlava molto. Lui era indifferente. Certe volte però potevi leggere i suoi occhi, capivi che non andava bene qualcosa in lui. Certe volte parlava. È stato un fratello. Lo amavo e lui amava me. Quando litigai con la mia ragazza, al punto di lasciarci, lui venne fino a sotto casa. Mi abbracciò. Per me era più di un fratello. Era madre e padre allo stesso tempo.
Una notte andammo al mare. Io e lui con altri ragazzi circensi. Drogati. Noi bravi ragazzi in mezzo al buio. Il buio ci attirava però. L'importante per me era stare con lui. Avrei attraversato l'inferno insieme a lui.
Fumammo fino a non distinguere la realtà. Colassammo e ci risvegliammo tante volte quella notte. Lui era sempre vicino a me. Teneva il fuoco vivo mentre vegliava su due. Guardava le stelle. Non so cosa pensava. Non so se aveva la forza di pensare.
Ho deciso di stare nell'oscurità sotto le stelle con lui. Era mio fratello stavo al sicuro.
Fu l'ultima notte.
Poi cambiò. Morì. Mio fratello divenne un fantasma freddo. Presente ma assente. Ora viviamo nell'oscurità insieme, ma lontani. Linee parallele.

Ci vendemmo all'oscurità
per stare bene.
Scomparve la felicità.
Persi per sempre.
Linee parallele.

Diario Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora