20. If I'm alone I can't hate.

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"Specifico che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente

a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa storia.

Questa è una storia di fantasia. Nomi, personaggi, istituzioni, luoghi ed episodi sono frutto dell'immaginazione

qualsiasi somiglianza con fatti, scenari, organizzazioni o persone, viventi o defunte, veri o immaginari è del tutto casuale.

Avviso, inoltre, di non continuare a leggere se qualche scena in particolare possa urtare in qualche modo

la vostra sensibilità. Detto ciò, buona lettura a tutti!"
























Dopo la scuola, Aria tornò a casa Fanti in compagnia di Filippo.

Quello stesso Filippo che non le rivolse la parola per tutto il giorno e non

ne riusciva a capire il motivo.

Tuttavia, la giovane decise di chiudersi nella sua camera e fare alcuni

compiti per il giorno successivo.

Fece scivolare il suo zaino sul pavimento e lo spinse con l'aiuto dei piedi

sotto al suo letto.

Con tranquillità, prese tra le mani i suoi libri ed alcuni quaderni ed iniziò

a darsi da fare.

La verità è che non riuscì a concentrarsi granché.

Solo la sera prima aveva abbandonato Fil sulla pista di pattinaggio

per parlare al cellulare con En.

Quella volta era sicura che lo avrebbe lasciato. Ne era così sicura che alla

fine neanche ci riuscì.

En iniziò a parlarle del campionato, dei suoi progetti e della voglia che aveva

di rivederla.

E lei si era ritrovata di nuovo stretta.

Lo avrebbe lasciato quando sarebbe tornato. Non poteva fare altrimenti.

Svuotata la mente dai suoi pensieri, Aria, ricominciò con i compiti concentrandosi al meglio

e finendoli dopo circa un'oretta.

Il ragazzo che baciava le ragazze per poi farle piangere // IramaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora