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Appendo la giacca all'interno dell'armadietto e mi incammino verso l'aula di storia. Queste due settimane di vacanza sono state molto rilassanti. Io e Cameron siamo riusciti a "trattenerci", ricordandoci della presenza di tutti i nostri familiari in una sola casa, ed io e Sierra abbiamo legato molto. È come avere una sorella maggiore, abbiamo parlato delle cose più stupide ma anche di argomenti profondi.

Capitava che andassimo fuori a bere insieme e dovessimo prendere un taxi per il ritorno. Abbiamo conosciuto molti ragazzi carini, nessuno come Cameron, però, che hanno tentato di fare colpo. Sierra stava per cascarci, ma poi le ho ricordato del suo ragazzo e ci siamo messe a ridere.

In compenso, lo sconosciuto mandava sempre più messaggi. È inquietante, ma non sono vere e proprie minacce, più che altro sembra una persona che vuole qualcosa da me ma non ha il coraggio di dirmelo in faccia. Odio le persone così: si nascondono dietro ad uno schermo e si sentono i più potenti dell'universo.

Ritornare alla realtà è stato come una doccia fredda, dovermi ricordare della scuola e degli impegni qui a Los Angeles. Sembrava di stare in paradiso, solo io, la mia famiglia, il mio ragazzo e la sua famiglia, senza distrazioni, impegni, compiti, scuola.

Nonostante sia il secondo giorno dopo le vacanze di Natale, mi manca già stare a casa a non dover preoccuparmi di niente se non registrare una canzone –che tra l'altro non è venuta per niente male anche se non c'era una vera e propria sala di registrazione.

A lezione di storia mi siedo accanto a Nash e cominciamo a parlare del più e del meno, senza interromperci nemmeno quando arriva il professore. Con lui ho parlato poche volte, più che altro ci scriviamo. È molto simpatico ed è uno di quegli amici che si fanno vivi quando ne hai davvero bisogno.

<<Quindi mi stai dicendo che lo avete fatto quando siete andati a New York?>> chiede alzando le sopracciglia.

<<Grier, non voglio richiamarti ancora, alla prossima ti sbatto fuori>> dice il professore puntandogli il gessetto contro.

<<Scusi, signor Howard>> risponde lui sospirando.

<<Rispondi alla mia domanda>> sussurra guardandomi.

<<Be', sì>> dico in un sussurro.

Non è strano parlarne con Nash, lui e Cameron sono come fratelli, è normale che si preoccupi. Eppure sembra che voglia dirmi qualcosa, come per mettermi in guardia.

<<Quello che non capisco è perché stiate ancora insieme>> mormora grattandosi il mento. Gli tiro un occhiataccia.

<<Scusami?!>>

<<No, non in quel senso>> dice subito alzando le mani. <<È solo che Cam è così, non ha relazioni stabili dalla fine che ha fatto Crystal, suppongo Sabrina te ne abbia parlato>> spiega.

<<Sì, lo ha fatto. E mi ha detto la stessa cosa che mi stai dicendo tu ora>> rispondo. <<Ma perché lo trovate così strano?>>

<<Non è strano, è solo...>> inizia. Si guarda in giro e poi sospira. <<Sì okay è strano, ma lo capisco. Tu sei nuova, be' non più ormai, ma comunque non sapevi di tutta questa storia prima. Capisco perché Cameron abbia deciso di aprirsi così con te, perché sapeva non lo avresti giudicato riguardo al suo passato>> spiega.

In effetti ci avevo pensato anche io: essere la nuova ragazza non è solo un'opportunità per me, che posso cominciare da capo, ma lo è anche per gli altri che vogliono un'amica che non li giudichi. Anche io ho sempre adorato fare amicizia con le nuove persone, perché ti danno quel senso di rinascita, e il brivido della nuova conoscenza.

my new beginning (pausa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora