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Dopo le quattro ore e mezza di volo sento le gambe che mi stanno lentamente cedendo e anche senza guardarmi so di avere un aspetto orribile, praticamente paragonabile ad uno zombie. Il padre di Cameron, Cody, ci ha avvisati di avere noleggiato due auto e guidiamo fino ad una grande villa un po' isolata dalla città.

La casa è piuttosto grande, di un piano, l'esterno in mattoni con il tetto marrone scuro e grandi finestre. È interamente circondata dagli alberi e sul retro c'è un piccolo giardino con un idromassaggio riscaldato all'interno di una saletta circondata da vetri.
La prima sala è un'enorme salotto, con un camino a legna e due divani in pelle. I muri sono beige e il pavimento è in legno, con alcuni tappeti qua e là. La cucina open space è molto sui toni scuri con un'isola al centro e dalla parte opposta un tavolo rettangolare per otto persone. Ci dividiamo le camere, che in totale sono cinque.

Io ne prendo una non molto grande, con un letto matrimoniale al centro e due comodini ai lati. Sulla destra una scrivania bianca e una sedia dello stesso colore. Una porta scorrevole la separa dal bagno, piccolo ma abbastanza per una sola persona. E infine un grande armadio accanto all'enorme finestra di fronte al letto.

Decido di svuotare la valigia ma vengo interrotta da mia madre che mi chiama in salotto insieme agli altri. Non so ancora bene come comportarmi, so che è come stare tra amici, ma tra questi amici c'è il mio ragazzo. E la sua famiglia non l'ho incontrata come lui ha fatto con mio padre.

Dopo quella sera siamo andati a fare un giro e siamo rimasti in hotel per il resto del tempo –diciamo solo che ci siamo intrattenuti. Ma adesso è diverso: sono passata dal non conoscerli per nulla a dover convivere con loro per le vacanze di Natale.

Sono tutti seduti ad aspettarmi e mi siedo ascoltando cos'hanno da dire. Sono le solite regole che impongono i genitori, ma alla fine decidiamo di dividerci il da farsi. Io e Sierra, la sorella di Cameron, andiamo a fare un giro in città prendendo una delle macchine.

Non ho avuto molto tempo per parlare con lei quando eravamo in aereo, ma credo che adesso sia la mia occasione per conoscerla. Da quello che dice Cameron è molto simpatica, e anche ha me ha fatto la stessa impressione.

<<Sai, non abbiamo avuto modo di parlare in aereo>> dice rompendo il silenzio creatosi tra di noi. <<Cameron mi parla spesso di te>> aggiunge.

<<Davvero?>> chiedo alzando le sopracciglia. Non avevo idea che parlasse di me, non pensavo nemmeno valesse la pena farlo.

<<È una cosa insolita, l'ho pensato anche io>> ammette alzando le spalle. <<Ma penso tu gli piaccia molto>> sorride.

E lo spero bene, ha detto di amarmi!

<<Sì, anche lui mi piace molto>> dico sorridendo e arrossendo lievemente. <<Parla molto anche di te. Racconta sempre di quanto tu sia importante per lui.>>

<<Cameron è sempre così, trova il lato positivo in quasi tutti>> sospira. <<Ma è per questo che si fidava anche delle persone sbagliate>> aggiunge.

<<Che intendi?>> chiedo.

<<Be' ha avuto delle amicizie non molto sane, diciamo così>> spiega. <<E per quello si è chiuso in se stesso. E poi quando è successo di Crystal lui è... diventato qualcun altro>> aggiunge prendendo un respiro profondo. <<È stato per tutti uno shock quando ha cominciato a parlare di questa ragazza nuova che gli piaceva, e io ne ero sia felice che preoccupata>> ammette.

<<Non farei nulla per ferirlo, devi credermi>> dico subito. Ed è vero, penso sia più probabile che sia lui a ferire me, ma questo decido di non dirlo. Più che altro è una delle poche cose buone successe negli ultimi anni, lasciarlo andare sarebbe completamente idiota.

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