Capitolo 4: Indecisione

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Sun-Hee's POV

Mi svegliai verso le 11:30 del mattino con il corpo tutto indolenzito. Tra il jet-lag e i pensieri che affollavano la mia testa prendere sonno era stato parecchio difficile. Nel cassetto del mio comodino vi era la lettera di Jimin con il biglietto. Non avevo ancora deciso cosa fare. Una parte di me mi diceva che andare sarebbe stato un enorme sbaglio, mi avrebbe solo fatta soffrire vederlo e sapere di non poter stare con lui e con la consapevolezza che nulla sarebbe più tornato come prima; un'altra parte di me invece mi diceva che se non ci fossi andata, se non lo avessi rivisto anche solo una volta, me ne sarei pentita per il resto della mia vita. Cosa fare? A quale delle due me avrei dovuto dare retta? Sbuffai sonoramente.
Mi alzai scuotendo la testa cercando di riacquistare le energie: non avevo intenzione di sprecare la giornata a dormire o a pensare, volevo solo stare con la mia famiglia, uscire, divertirmi e soprattutto mangiare. Aprì l'armadio e scelsi vestiti semplici: un maglione grigio oversize a collo alto, leggins neri e le mie Vans nere. Feci una doccia veloce e mi vestì per poi applicare solo un velo di mascara dato che ero un tipo molto acqua e sapone. Non appena fui soddisfatta scesi in cucina dove trovai mamma e zia Jisoo intente a preparare la colazione. La prima stava sistemando dei biscotti su un piccolo vassoio, l'altra ballava in maniera buffa sulle note di "What is love" delle Twice che proveniva dallo stereo. Feci il mio ingresso in cucina.

<<Eccola la nostra dormigliona! Su vieni a ballare con tua zia!>> esclamò quest'ultima facendomi segno di unirmi a lei. Sorrisi e mi misi a riprodurre la coreografia del ritornello, sapevo solo quella d'altronde. La zia invece continuò a ballare con grinta, tanto che mi misi a ridacchiare sorpresa.

<<Ma la sai proprio tutta!>> esclamai. Quando la canzone terminò zia Jisoo si inchinò con il fiato corto e le feci un caloroso applauso. <<Dovresti fare dei video e metterli su YouTube, magari diventi famosa.>> le dissi prendendo posto al tavolo della cucina.

<<Il mondo non mi merita.>> rispose in modo melodrammatico ravvivandosi i capelli con entrambe le mani. Mia madre alzò gli occhi al cielo e mi stampò un bacio sulla fronte.

<<Che drama queen. Mangiate piuttosto, abbiamo un sacco di giri da fare!>> ci esortò mia madre addentando un biscotto al limone.

<<Hai fatto i miei biscotti preferiti!>> esclamai leccandomi le labbra pregustando la delizia di quei dolcetti fragranti. Mia mamma mi strizzò l'occhio.

<<Scommetto che ad Edimburgo non li facevano così buoni.>> fece con un'espressione fiera.

<<Fcommetti befe.>> risposi con la bocca piena facendo ridere le due donne. Era bello essere tornati a casa.

Il centro commerciale era più grande di quanto ricordassi. Il tetto alto e in vetro aveva la forma di cupola ed era suddiviso in esagoni più o meno piccoli, tenuti insieme da montanti di ferro. La struttura aveva forma circolare ed era alta cinque piani che giravano attorno ad una specie di piazza con una grande fontana al centro. Ci fiondammo subito nei miei negozi preferiti, ci provammo cappelli strani, occhiali ridicoli e ci facemmo un sacco di fotografie, tanto che ad un certo punto una commessa non ci chiese gentilmente di darci una regolata. Avreste dovuto vedere la faccia di mia madre... sembrava che da un momento all'altro avrebbe incenerito la commessa con lo sguardo, stile Ciclope degli X-Men. Fortunatamente la trascinammo fuori di lì appena in tempo.
Mi SOMMERSERO di vestiti perché "ne avevo bisogno", non sapevo bene secondo quale criterio, come se fino ad allora avessi fatto la fame in Africa. Mi comprarono dei rossetti perché "hai delle labbra belle e devi metterle in risalto", ma io non amavo truccarmi, curavo molto la pelle e proprio per quello preferivo non appesantirla con il trucco, ma eravamo 1 contro 2 che facevano per 500, quindi li presi. Risi a crepapelle quando quella sagoma di mia zia flirtò con il bel commesso del beauty center che le regalo persino uno shampoo speciale complimentandosi con lei per la lucentezza dei suoi capelli. Seriamente, a volte sembravo io l'adulta tra le due.
Dopo qualche ora ci sedemmo finalmente ad un tavolo dell'area ristoro per mettere qualcosa sotto i denti. Il mio stomaco brontolava al solo leggere i nomi di quelle pietanze squisite sul menù. Ordinammo e ci mettemmo a mangiare.
Era tutto perfetto, i sorrisi, il cibo, l'atmosfera. Tuttavia quella tranquillità che mi aveva distratta dai pensieri e dall'indecisione che mi avevano attanagliato quella mattina, venne spezzata improvvisamente. Alzai lo sguardo di scatto non appena udì i gridolini eccitati di un gruppetto di ragazze a qualche metro dal nostro tavolo. Lo schermo gigante che si trovava sulla parete difronte al mio posto cominciò a proiettare le immagini di uno stadio illuminato, dopodiché apparirono uno ad uno i volti di sette ragazzi che ovviamente io conoscevo alla perfezione: Jin, Yoongi, Hoseok, Namjoon, Jimin, Taehyung e infine Jungkook. Il mio cuore ebbe un sussulto quando i suoi occhi scuri apparvero sul televisore. Lo schermo divenne nero, dopodiché apparve una scritta: "BTS Wings Tour. 170401"
Il gruppetto di ragazze riprese ad urlare e saltellare mentre tutta la fame che avevo avuto fino a quel momento cessò totalmente dando spazio ad un nodo doloroso. Dovevo prenderlo come un segnale? Ripensai alle parole di Jimin e a quel maledetto biglietto nel mio comodino, infine a ciò che mi aveva detto mia madre la sera prima, "Lui ti manca molto e ora che sei tornata in Corea la cosa peggiorerà, la città è tappezzata con la sua faccia e tu te lo ritroverai ovunque volente o nolente". Aveva ragione, Jungkook era un Idol, e in Corea gli Idol sono come un simbolo della nostra cultura per cui anche quando uno di loro fa il compleanno il paese festeggia con cartelloni pubblicitari, piccoli eventi e cose del genere. Davvero sarei riuscita ad evitarlo per sempre?

<<Tesoro? Va tutto bene?>> chiese mia madre distraendomi dai miei pensieri. Annuì poco convinta. <<È... per quel video?>> domandò piegando la testa di lato per incrociare il mio sguardo rivolto distrattamente verso il cibo che spostavo da una parte all'altra del piatto con le bacchette. Fermai i miei movimenti.

<<Vi devo dire una cosa.>> dissi guardando le due donne mentre battevo nervosamente l'indice sul tavolo.

<<Parla pure stellina.>> mi incoraggiò mia zia con un sorriso. Feci un respiro profondo. Parlarne con le due persone più importanti per me mi avrebbe certamente aiutata a fare chiarezza e prendere una decisione. A volte guardare la situazione da occhi esterni aiuta ad essere più obbiettivi.

<<Ieri è arrivata una lettera da Jimin.>> cominciai vedendo mia madre annuire lentamente capendo naturalmente a cosa mi stessi riferendo dato che era stata lei a consegnarmi la busta. <<Dice che dovrei andare a Seoul la prossima settimana e assistere il concerto. Mi ha anche spedito il biglietto.>> feci nervosamente. Le due donne stettero in silenzio per un po', poi mia madre allungò una mano sulla mia.

<<Tu cosa vuoi fare?>> domandò.

<<Tu cosa pensi che dovrei fare? Cosa mi consigliate?>> chiesi guardando prima l'una e poi l'altra.

<<Io credo che dovresti andarci Sunnie.>> asserì mia zia con decisione. <<Tu non te la senti di parlare con lui giusto?>> annuì curiosa di sapere dove volesse andare a parare. <<Ma vuoi rivederlo.>> a quello non risposi ad alta voce. <<Beh, credo che questa sia un'ottima occasione per vederlo senza essere costretta a parlarci. Pensaci Sun, non è una cattiva idea.>> concluse appoggiando poi la schiena allo schienale. Feci lo stesso di riflesso. Poi mi rivolsi a mia mamma quasi certa che avrebbe dato ragione a zia Jisoo.

<<La penso allo stesso modo, ma credo che prima o poi dovreste parlare. Non si può buttare al vento un'amicizia così amore, è una cosa troppo preziosa.>> disse stringendomi la mano. Sospirai. Forse avevano ragione, non avrei mai potuto evitarlo per sempre, e poi lui non mi avrebbe nemmeno vista, quindi non avrebbe mai saputo che ero tornata a Busan, a meno che Jimin non glielo avesse già detto... no, Jimin non lo farebbe, ha mantenuto tanti segreti in questi anni senza mai lasciarsi scappare nulla.

<<Ci penserò.>> dissi infine rilassando le spalle. Prevedevo già un'altra notte insonne.

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Rieccomi, lo so che è un capitolo corto, ma è puramente di passaggio e necessario alla storia. Spero vi sia comunque piaciuto! Heartu 💜

//Euphoria// J.JkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora