No POV
Era passata una settimana dalla gita a Seoul e dunque dalla piccola catastrofe che lei sentiva di avere provocato. In quei giorni Sun aveva mandato qualche messaggio a Jimin e lui, nonostante inizialmente non volesse farlo per non fare torto a Jungkook, le aveva risposto dicendole di non preoccuparsi e che avrebbe risolto ogni cosa, gli serviva solo un po' di tempo per parlare con il suo Maknae. Sun Hee dunque decise di non interferire oltre poiché aveva già causato abbastanza problemi. Si ricordò di quando, dopo aver rotto uno specchio che le truccatrici solitamente utilizzavano e aver fatto cadere il suo cellulare ben due volte, Yoongi l'aveva paragonata ad una Goddess of Destrucion richiamando il nomignolo che avevano dato a Namjoon. Ironicamente pensò che era passata dal rompere oggetti al distruggere i sentimenti delle persone, un'evoluzione alquanto negativa a suo parere.
Jimin invece aveva provato numerose volte a parlare con il più piccolo dei Bangtan, ma quest'ultimo non ne voleva sapere di ascoltarlo e nemmeno di rivolgergli la parola. Passava tutto il suo tempo ai videogame o fuori da solo a fare una passeggiata. Gli altri avevano subito notato la tensione che aleggiava tra i due e dunque Jimin dovette spiegare loro tutto. Gli altri la pensavano come Hobi, tutte le persone coinvolte avevano avuto ragione di comportarsi in quel modo, sia Sun, che Jimin che Jungkook.
<<Lascia che sbollisca la rabbia, vedrai che dopo ti ascolterà.>> lo rassicurò Seokjin con una pacca sulla spalla.<<Hyung ha ragione, è solo molto arrabbiato perché effettivamente tu glielo hai nascosto ed è deluso.>> intervenne Tae. <<Ma tu e Jungkookie risolverete, ne sono certo. Fammi un sorriso Jiminie.>> lo esortò poi ottenendo un piccolo sorriso titubante.
Quindi Jimin aspettò, uno, due, tre giorni. Nulla da parte del più giovane, era monosillabico nel rivolgersi al gruppo e praticamente muto nei suoi confronti. Namjoon, stanco di vedere i suoi amici in freddo, li aveva convocati tutti in salotto per una piccola "riunione di famiglia", con l'intento di chiarire una volta e per tutte.
<<Ragazzi questa storia non può andare avanti così: dovete chiarirvi una volta e per tutte.>> li ammonì Yoongi dalla sua poltrona all'angolo. Gli altri annuirono d'accordo. Jimin stava seduto sul divano con i palmi sulle cosce, le mani che sudavano e lo sguardo basso. Taehyung vicino a lui a carezzargli la schiena.
<<Ogni volta che c'è stato un problema in passato lo abbiamo affrontato insieme, parlandone apertamente e trovando una soluzione.>> esordì il leader seduto sul bracciolo tra il divano dove stavano Tae e Jimin e quello dove invece erano seduti Jungkook, Jin e Hoseok ai loro piedi che però con la mano ogni tanto carezzava il ginocchio di Jimin come rassicurarlo. <<Ricordate quando Jin-hyung e Taehyungie hanno discusso prima del concerto?>> domandò e vedendo gli altri annuire, Jungkook e Jimin compresi, continuò. <<Cosa abbiamo fatto? Ci siamo messi in cerchio come adesso e abbiamo affrontato la cosa insieme. Siamo una famiglia, no?>> Hoseok e Jin sorrisero a quella parola.
<<È stato utile che ognuno di noi dicesse le cose come stavano secondo lui, abbiamo capito l'altro e siamo riusciti a riconciliarci.>> affermò il più grande del gruppo circondando le spalle di Jungkook con il braccio. <<Perché non lo fate anche voi?>> chiese rivolgendosi ad entrambi. Jimin annuì mentre Jungkook rimase a fissare un punto indefinito del tappeto di pelo bianco ai loro piedi, indeciso e nervoso. Sospirò e senza staccare lo sguardo dal tappeto mise le braccia incrociate al petto.
<<Inizia tu.>> disse freddamente a Jimin con un cenno della testa. Il biondo annuì e si schiarì la gola.
<<Racconterò tutto dall'inizio. Quando Sun è partita eri così a terra e io non riuscivo a vederti in quel modo. Così ho provato a rintracciarla per convincerla a cambiare idea sul vostro rapporto, ma naturalmente non mi rispondeva nè alle chiamate nè ai messaggi. Dopo qualche mese si è decisa a farlo, ma non per i motivi che pensi tu, lei voleva sapere come stavi, se mangiavi, se riposavi. Era preoccupata per te ma sapeva che non poteva rintracciarti direttamente così ci sentivamo sporadicamente per parlarne. Le mancavi molto, io ho solo cercato di non farla preoccupare e di farle sapere che stavi bene, era tutto ciò che contava per lei. Qualche giorno fa le ho telefonato per farle gli auguri di compleanno...>> a quella frase la mascella di Jungkook si contrasse perché proprio quel giorno aveva beccato Jimin che parlava al telefono e lui gli aveva mentito dicendo che era sua madre. Gli aveva confidato di essere triste per non poter fare gli auguri di buon compleanno a Sun Hee, quando probabilmente Jimin glieli aveva già fatti. <<... volevo ancora una volta provare a convincerla a telefonarti. Solo allora ho scoperto che stava tornando qui a causa della voce dell'hostess, lei nemmeno me lo avrebbe detto. Poi hai parlato di quella cosa sul contatto visivo con gli Army al concerto ed è lì che ho avuto l'idea di mandarle il biglietto, volevo che ti vedesse e speravo che tu vedessi lei. Ha funzionato solo che lei aveva paura che tu l'avessi vista, se proprio dovevi venire a sapere che era tornata a casa voleva essere lei a dirtelo. Parlavamo di questo quando sei entrato l'altro giorno Jungkook.>> disse Jimin girato di 3/4 verso il Maknae. Questo, per la prima volta dopo tanto tempo, guardò il biondo.
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//Euphoria// J.Jk
Fanfiction[IN CORSO] Quando due anime sono destinate ad incontrarsi nulla, nemmeno il tempo e lo spazio, può interporsi tra loro. Sun-Hee e Jungkook sono stati separati per tanto tempo, ma il destino sembra voglia farli riavvicinare. [Tratto dalla storia] ...