In via Madama Cristina c'è un supermercato aperto ventiquattro ore su ventiquattro, frequentatissimo da noi studenti che dopo le lezioni passiamo a comprare due cose per mettere in piedi il pranzo. A riprova di quanto il mondo sia minuscolo, arrivo alla cassa preceduta proprio da Alessandro.
- Ma... Come mai stai comprando degli assorbenti? - domando, incapace di trattenermi. Insomma, la situazione ha un che di comico.
Lui si gira e arrossisce un minimo.
- Non sono per me.
- Questo mi era abbastanza chiaro... A meno che non sia cambiato qualcos...
- No, ma che vai a pensare! Sono per Francesca, la sorella di Nico. - mi interrompe.
Un momento.
Francesca?
- E perché li stai comprando tu e non... che ne so, Nicola? - indago.
Alessandro stringe la mascella.
- Ha chiesto a me di farlo.
La mia perplessità deve essere ancora evidente, perciò il bel moro si affretta ad aggiungere una spiegazione.
- Vivo con loro, è facile tanto per me quanto per lui portarle queste cose.
Annuisco, senza porre ulteriori domande. Ammetto, però, che mi incuriosisce la loro convivenza. E questa Francesca sarà pericolosa? Quanti anni avrà?
Ci salutiamo senza tante cerimonie, ma non prima che io mi senta trafitta da quello sguardo enigmatico che riesce così bene solo a lui. Mi sono solo immaginata l'occhiolino che mi ha fatto?
Quando torno a casa, trovo Sara intenta a girare il mestolo in un pentolone e Chiara sdraiata comodamente sul nostro divano, di fronte alla cucina.
- Ciao! Avevo la giornata libera e ho pensato di passare qui. Come va? - mi saluta quest'ultima.
- Chiara, tu hai sempre le giornate libere. - la correggo.
- Vero, ma nel mentre faccio un sacco di cose. Chi è che ha inciso una nuova canzone proprio la scorsa settimana, eh? Lo sappiamo entrambe, tesorino. - replica lei, con un elegante contrattacco.
Lascio perdere, sapendo che non cambierà mai.
- Bentornata! Tutto bene a lezione? - mi si rivolge la mia coinquilina.
Mi sistemo sulla mia solita sedia al tavolo in cucina e osservo la sua figura longilinea destreggiarsi ai fornelli. È sempre stata più brava di me a cucinare, anche se Chiara direbbe che non ci vuole molto.
- Normale, come al solito.
- Quindi non avete ancora cambiato gioco. Se volete, vi presto il mio mazzo di carte. Ha i glitter. - si offre Chiara, ammiccando alla parola "glitter".
Va pazza per tutto ciò che luccica, motivo per cui non sbagliamo mai con i suoi regali di Natale o compleanno: è sufficiente che brilli. È stata capace di fare una sfuriata al suo ex di due anni fa perché si aspettava che le portasse un diadema da vera principessa che avrebbe potuto indossare alla sua festa per i vent'anni, mentre lui aveva pensato unicamente al regalo. Un bel regalo, va detto, perché una palette di trucchi personalizzati apposta per lei è il suo sogno, ma noi gli avevamo detto di non ridere troppo all'idea del diadema.
- Siamo a posto così, grazie. Il nostro obiettivo non è farci notare, sai? - ridacchio.
- Che persone insulse. Amalgamatevi, bravi, così io risalto di più. - si vanta lei, con aria di sufficienza.
Sara le scocca un'occhiataccia eloquente.
- Oh, ti ho preso il formaggio che mi avevi chiesto. - ricordo, porgendolo poi alla mia coinquilina - E mentre aspettavo alla cassa mi sono ritrovata davanti Alessandro.
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Amami
Teen Fiction"Cancello con i tuoi occhi le mie fragilità rivivo nei tuoi sensi le voglie e la paura l'istinto di chi poi non se lo immagina la bellezza di chi ride e volta pagina"