Capitolo 19 • Ieri e oggi

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Quel che più caratterizza la vita di un universitario da quella di uno studente qualsiasi o un lavoratore comune è la libertà che ha di gestire il suo tempo. Ci sono gli orari delle lezioni, certo, ma nessuna verifica quotidiana per cui stressarsi. Gli esami sono infatti concentrati in un periodo unico e continuo, in cui i giorni perdono distinzione e lo scorrere del tempo funziona in maniera strana.

Da una parte, la totale libertà è qualcosa di straordinario, un sogno. Dall'altra, comporta enormi responsabilità. Se non ottieni i risultati sperati, è probabile che tu abbia gestito male il tempo.

Il mio venerdì sera riflette l'uso sbagliato di questa libertà, perché sto guardando una serie TV dalle cinque del pomeriggio e sono quasi le undici di sera.

La porta dell'appartamento viene aperta e chiusa con un tonfo sonoro, segno che Sara è rientrata. Metto in pausa la serie.

- E anche questo compleanno ce lo siamo levate dalle palle! - esulta, sfiancata.

Toglie i tacchi, lancia il cappotto sul divano e solleva il vestito per sfilarselo mentre si avvia verso la sua camera.

Mi alzo dal letto e la seguo.

- Non dovevate andare a ballare? - domando, convinta di aver recepito informazioni diverse.

- Dovevamo, ma Sonia si è sentita male e ho insistito per accompagnarla al pronto soccorso per un controllo. Intossicazione alimentare. - mi informa Sara.

Emetto un verso sorpreso.

- Intossicazione alimentare? Dici che vi hanno servito del cibo avariato a cena? - indago.

Lei fa spallucce.

- Può essere. Comunque sia, le ho preso le medicine prescritte dai medici e l'ho riportata a casa. Penso che fosse l'unica persona per cui sarei potuta rimanere anche dopo cena. Non mi andava di stare con le altre. - conclude.

Sonia è una compagna di università di Sara e hanno legato abbastanza in questo primo periodo di lezioni, ma la mia coinquilina non si trova altrettanto bene con le amiche di Sonia, sue ex-compagne di liceo molto snob.

Sara si mette il pigiama e va a struccarsi, dopodiché entra in camera mia.

- Un momento: non dovevi uscire con Nicola tu? - mi interroga.

Sprofondo sotto le coperte del mio letto.

Lei è sempre lì, appoggiata allo stipite della porta con le braccia incrociate al petto, in attesa.

- Mmh-mmh. Dovevo. - confermo.

Si siede sul bordo del mio letto e scosta il computer.

- E perché non ci sei uscita?

- Perché non me la sento. Parlava di me con Alessandro oggi e sinceramente non ci tengo a rovinare un'amicizia. E poi, magari vuole solo usarmi. "Fattela una volta e poi amici come prima". - scimmiotto.

Sara spalanca gli occhi.

- Eh?! Davvero ha detto così? Che stronzo!

Annuisco.

- In realtà è stato Alessandro a dirglielo, sotto forma di consiglio. - mi correggo.

- E Nicola?

Alzo le spalle.

- Non so come abbia reagito. Mi sono dovuta nascondere perché mi sembrava che stessero per uscire dalla stanza.

- Ah, hai origliato. - deduce la mia amica, con voce piatta - Sai che c'è un motivo per cui non si fa?

AmamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora