Il venerdì si apre con una situazione tesa: Lisa mi scrive di stare ancora maluccio e voler rimanere a letto, Alessandro spia con sospetto la nuova intesa fra me e Nicola e noi che francamente non sappiamo come affrontare il tutto.
Lisa, inoltre, mi comunica via messaggi e faccine quanto sia frustrata per non aver fatto il minimo progresso con Alessandro. Credo che ci sia ben poco di più forzato delle mie risposte, a questo punto.
Per distrarmi dai miei pensieri aggrovigliati, mi concentro sulla lezione e tiro fuori i pennarelli colorati per prendere appunti. Un po' mi manca la vena artistica di Lisa accanto a me, i suoi sussurri che mi confermano quanto ancora sia spaesata dalle materie che studiamo, i nostri commenti sarcastici sugli altri compagni di corso. Fa parte di una routine che ormai sento come mia e che mi piace rispettare.
Durante l'intervallo, faccio un giro diverso per arrivare alla toilette vista la calca alla solita uscita dall'aula, ma a metà corridoio mi blocco. Ho sentito la voce di Alessandro, ne sono sicura.
- Ah, quindi ci esci a cena. Tu sai...
- Sì, Ale, lo so che ve la siete spassata ad Ibiza. Cosa credi? Che me lo dimentichi? Non fai che ricordarmelo ogni giorno. Mi va soltanto di conoscerla un po' meglio, non è detto che faccia... Insomma, che si comporti come con te. - replica Nicola, rivendicando la sua libertà.
Mi appiattisco meglio contro il muro per sentire con chiarezza. Credo che la segretaria laggiù mi stia guardando male.
- Io ti ho avvertito, Nico. Vuoi un consiglio? Fattela una volta e poi amici come prima. Ne vale la pena. - sentenzia Alessandro.
Impietrita, scivolo lentamente oltre l'angolo accanto alla porta e mi nascondo nel corridoio che incrocia quello dov'ero appostata fino ad un secondo fa.
Fattela una volta e poi amici come prima.
Questo è quello che pensa di me, quindi? Che sono un oggetto usa e getta? Ma certo, a disposizione. Magari apro anche un ufficio per le prenotazioni. A chi non piace fare ciò che vuole con le persone senza subirne le conseguenze?
Mi siedo sul pavimento a gambe incrociate, ringraziando di aver indossato un comodo paio di jeans oggi. Fisso il pavimento per un po', chiedendomi cosa ho sbagliato.
Perché Alessandro fa lo stronzo in questo modo se è lui ad essere tornato da me? Se è lui che afferma di non resistermi, di desiderarmi? Potrebbe essere almeno coerente e non considerarmi più, fare finta di niente. Come se fossimo due estranei.
Eppure, in cuor mio, io so che non siamo estranei e so che anche lui mi vede nello stesso modo. Oppure è tutta mia congettura mentale di autodifesa, per non affrontare né accettare che valgo così poco per lui.
La verità è che, per quanto ci sforziamo di negarlo, l'opinione degli altri ci influenza. In maniera variabile nel tempo e nei soggetti, ma non siamo mai completamente immuni. Persino il modo in cui ci guardano gli estranei ha una seppur minima rilevanza per noi. Alcuni sono semplicemente più bravi a nasconderlo.
Alla fine, però, siamo tutti qui, così, seduti per terra a gambe incrociate che facciamo i conti con le ingiustizie della vita, lo sguardo vacuo e la schiena ricurva. Piccoli e inutili come una briciola sul tavolo.
- Signorina? - mi sento richiamare.
Alzo gli occhi, stupidamente convinta che qualcuno sia venuto a cercarmi per offrirmi supporto morale.
- Devo spazzare questo angolo. - dice invece la voce annoiata di un addetto alle pulizie.
- Oh, sì. Certo. Mi levo subito. - sussurro, ancor più triste di prima.
Con la gioia di vivere di Leopardi, mi alzo in piedi e termino il mio giro alla toilette, dove l'assenza di coda mi suggerisce che devo muovermi perché la lezione starà iniziando.
Alessandro e Nicola sembrano normali in aula, come se non avessero parlato di me giusto qualche minuto fa, con toni decisamente poco amichevoli.
Chiara aveva ragione: sto distruggendo un'amicizia.
Aspetto che finisca la lezione di geometria per dire a Nicola che è meglio non vedersi stasera. Anzi, è meglio non uscire affatto insieme.
Ci incamminiamo verso la metro.
- Senti, Nico, posso parlarti un attimo?
Alessandro capisce di essere di troppo.
- Io inizio ad andare. A dopo. - saluta frettolosamente.
Allunga il passo fin da subito, mentre io e Nicola rallentiamo. L'odore forte del grasso lubrificante mi pizzica il naso quando passiamo accanto al meccanico e mi volto verso il bel ragazzo alla mia sinistra.
- Io... Io non penso che sia una buona idea vederci stasera. - riesco a dire, agitata.
Lui assume all'istante un'espressione perplessa.
- Perché no?
- Perché si sta già creando una situazione strana con Alessandro e non voglio rovinare tutto. Chissà, poi magari litigate e io mi sento in colpa. - cerco di spiegare.
Penso che non sia il modo migliore di articolare ciò che sento, ma è difficile parlare apertamente. Con un ragazzo di questo calibro, poi...
Scuote la testa.
- Non ti devi sentire in colpa, Emma. Di Ale non devi preoccuparti, ci penso io. È tutto okay. - prova a rassicurarmi.
Ci vuole un soffio di vento per mandare all'aria un castello di carte costruito dopo ore e ore di mosse ben calcolate. Ricostruirlo non è mai facile.
- Non lo so...
Come gli rivelo che la mia preoccupazione reale è legata alla conversazione privata che hanno avuto oggi? Non mi va di rovinare un'amicizia.
Nicola mi solleva il viso con due dita.
- Di cos'hai paura? - domanda piano.
Distolgo gli occhi dai suoi. Non ci riesco. Nessuno mi ha preparata ad essere così diretta e aperta con un ragazzo. È troppo difficile per me.
Il mio silenzio lo sta confondendo, lo vedo.
- Emma, andrà tutto bene. Pensavo solo di passare una bella serata con te, non ti voglio mettere sotto pressione. Non capisco di cosa ti stai preoccupando. - continua.
Sospiro. Le parole di Alessandro mi hanno ferita troppo perché Nicola mi possa convincere. E, se anche gli credessi, non sarei comunque il tipo di compagnia adatto ad una serata carina come vorrebbe lui.
- Perdonami, ma oggi non sono in vena.
__________
Siamo sempre le solite sottone per gli stronzi sbagliati.
Speravate che Emma e Nicola uscissero insieme oppure no? 🙈
Baci ❤
STAI LEGGENDO
Amami
Teen Fiction"Cancello con i tuoi occhi le mie fragilità rivivo nei tuoi sensi le voglie e la paura l'istinto di chi poi non se lo immagina la bellezza di chi ride e volta pagina"