Capitolo 22 • Destino

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Ricordavo una leonessa selvaggia e assatanata, che ti stende con un bacio travolgente. Quella che mi si aggroviglia addosso in questo momento, invece, è una pantera che calibra ogni minima mossa, che va alla ricerca dei tuoi punti deboli e ti uccide senza fatica.

- Pensavo avessi mal di testa. - sussurro.

Le sue labbra si strofinano contro la mia barbetta senza pietà, risvegliando ogni mio singolo percettore sensoriale.

- Mmh. - mormora.

Sa esattamente dove andare a toccarmi, sa come muoversi, come smuovermi. E scorre con lentezza le dita maledette, applica quella lieve pressione che ti fa scattare sull'attenti, ma non si spinge fino al confine. Fa le finte, bugiarda. Ingannevole come chi ti fa credere di aver vinto e poi il trofeo era ben altro.

Rotolo in modo da sovrastarla e la sua risata spezza il silenzio.

Io non sono una pantera. Io agisco d'impulso, mi prendo ciò che è mio e non accetto un no come risposta.

Schiaccio la sua beffa con tutta l'energia che mi vibra in corpo, stanco di essere tediato senza ottenere nulla. Struscio senza pietà contro il suo bacino, succhio a lungo il suo delizioso profumo all'incavo del collo, perso come non mai in un limbo che fa parte di me come fa parte di lei. Lei si contorce, si arriccia, si scosta via per poi avvinghiarmi più stretto e mi fa diventare matto.

Recupero una protezione alla svelta, sbalordito di come i nostri vestiti si siano volatilizzati, e non chiedo alcun permesso per entrare. So che lo vuole, so che mi sta sfidando. Solo, non la facevo così subdola.

Mentire, architettare, buttar giù le sue stesse maschere. Non ci capisco più niente, ma dentro di lei sto una meraviglia. L'estate sarà anche lontana, ma nessuno dei due ha dimenticato come si fa. Insieme. I miei fianchi e i suoi cavalcano la stessa onda, spingendomi ad aumentare la potenza. Mi prendo un istante per guardarla. Ancora una volta, ha gli occhi chiusi. Vuole privarmi del suo piccolo paradiso personale? Eh no, mia cara, non funziona così. Non te la caverai stavolta.

Lascio un morsetto sulla sua spalla e ottengo l'effetto sperato: inchioda gli occhi fiammeggianti su di me. Questo è ciò che chiamo magia. Pupille dilatate all'unìsono, un sospiro unico che attraversa l'aria secca, emozioni ultraterrene che esplodono nel punto di contatto fra noi. Espira con affanno, mi prendo la coppa. Ora sono sul podio. Solo io posso darle tutto questo, solo noi siamo a questo livello. Sono esattamente ciò di cui ha bisogno.

E io... Io voglio questo. Strapparle quel piacere solitario che conserva gelosamente, aprire la teca, godere di quella luce a mia volta. Ricadere su spoglie che non sono più solo sue, perché le persone sono diverse ma si mescolano. Non rinuncerò a quella parte di me che ormai abita in lei.

- Ora vattene. - pronuncia con freddezza lontana.

Mi alzo.

Nella mia testa si imprime l'immagine divina che ho davanti questa notte, una visione che potrei non avere mai più. Corpo nudo che riluce di Luna, fili di grano sparsi su candido cotone, lenzuola sfatte che sanno ancora di me, labbra che dicono "addio" e occhi che gridano "resta", più luminosi di un milione di stelle. Sembra una dea.

- Non ti senti sporca? - domando.

I miei occhi seguono le linee delle clavicole, le rotondità dei seni morbidi, la curva dei fianchi lascivi, il pube incolto, le gambe lisce e invitanti. Mi tenta e mi punisce, senza darmi il tempo di anticipare le sue mosse.

- Mi sento leggera. - sussurra lei, con un tono di voce totalmente diverso.

- Non te lo meriti. - ribatto, risentito.

Si alza anche lei, lenta e sinuosa.

Mi accarezza la mascella con le dita.

- E chi decide cosa mi merito? Tu? - mi mette in discussione, con fare superiore.

- La tua coscienza. E io so leggerla.

Emette una risatina.

- Tu che parli di coscienza. Non ti sembra ironico? Potremmo parlare di castità e farebbe lo stesso effetto. - mi deride.

Alzo le sopracciglia.

- Sai, ti immaginavo molto, molto diversa. - sentenzio.

- È tutto più brutto da vicino. - sussurra lei.

Ipnotizzato dall'aura magnetica che emana, non posso fare a meno di rimpiangere l'intimità di poco fa. Lei non sarà mai più brutta da vicino, per me.

- Non tu. - replico.

Ci regaliamo un ultimo bacio che sa di lotta, compromesso, disperazione. E speranza, di non perderci mai più.

Se lei non si rende conto che il destino non regala seconde occasioni a meno che non ne valga la pena, toccherà a me aprirle gli occhi.

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Buona Pasqua a tutte! 🐣❤

So che gli atteggiamenti dei miei personaggi vi scombussolano parecchio, ma mi auguro ugualmente che vi piaccia la storia 🙈

Baci ❤

AmamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora