Capitolo 27 • Fingere

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Ci dividiamo in due squadre: io, Christian e Lisa contro Emma, Nicola e Sara. Non oso guardare negli occhi quest'ultima, perché quando finisce nel mio raggio visivo mi sento stringere la gola col filo spinato. Quella ragazza ha una capacità impressionante di minacciare senza muovere un dito.

Si sistema gli occhiali e ravviva i ricci voluminosi prima di fare sfoggio di un gran bel tiro, che porta la sua squadra in vantaggio. Mio cugino la sfida giocosamente e riesce a rimetterci in carreggiata.

È il turno di Emma, incerta ma determinata a fare del suo meglio. Nicola fa per alzarsi e darle una mano.

- Lascia, faccio io. - gli sbarro la strada.

Intendo sfruttare ogni occasione a mia disposizione per dimostrare che sono meglio di lui.

Prendo una palla e le mostro come tenerla.

- Dovevi proprio insistere? - borbotta lei.

Alzo le sopracciglia.

- Vuoi o non vuoi imparare? - sussurro.

- Voglio, voglio. - sospira, rassegnata - Come devo fare?

Mi posiziono dietro di lei e le affianco il braccio col mio, tenendo la sua mano a contatto col mio palmo in modo che senta la direzione che le do.

Con l'altra mano, guido il suo bacino all'indietro.

- Adesso metti il piede sinistro davanti, con le gambe leggermente divaricate, e quando carichi il lancio pensa alla traiettoria che vuoi far prendere alla palla. Se ti abbassi troppo, rischi che rimbalzi e perda di precisione, quindi fai poca pressione sulle ginocchia. - spiego.

Per noi è familiare questa vicinanza, ma immagino che Nicola ci stia guardando con occhio critico, quindi esagero e parlo all'orecchio di Emma sfiorandolo.

- Lasciati guidare da me, adesso. - mormoro.

Il lancio è praticamente opera mia, perché lei si abbandona al mio comando. Creta di un artigiano. Cera fusa che sgocciola sul proprio asse. Acrilico su tela.

Strike.

Sul mio volto si apre un sorriso gigantesco.

Emma si volta di scatto verso di me e saltella, entusiasta.

- Strike! Hai visto? - esulta.

- Modestamente... - mi vanto.

Torna subito alla freddezza consueta.

- Non ti gasare, adesso. Piuttosto, pensa a guadagnare qualche punto per la tua squadra che ne avete bisogno. - replica.

- Prego. - ribatto, ricordandole che non mi ha ringraziato.

Lei mi restituisce un'espressione che sembra voglia dire "hai fatto tutto tu".

Torna da Sara e Nicola tutta contenta, mentre io eseguo un altro lancio. Butto giù tutti i birilli tranne due, ma posso recuperare soltanto con uno di essi perché sono lontani fra loro.

- Ben fatto, Ale! - si congratula Lisa, sorridendomi.

Mio cugino annuisce.

- Se non avessi regalato tanti punti anche a loro sarebbe stato meglio, però. - sottolinea.

Anche vantarsi ha un prezzo, evidentemente.

- L'ho fatto apposta, così adesso puoi mostrarci quanto sei bravo. Salvaci, nostro eroe! - lo sfotto, adottando il tipico tono da ragazza.

- Subito, amore mio! - risponde lui, reggendomi il gioco.

Ridiamo entrambi, perché facciamo gli stupidi da una vita. Credo che sia stata una fortuna per noi avere la stessa età: ho tantissimi ricordi della nostra infanzia, delle vacanze con le nostre famiglie, delle prime bravate che abbiamo fatto insieme. È un po' il fratello che non ho mai avuto, ma meglio.

Christian esegue un memorabile strike ad effetto, che non passa per nulla inosservato agli occhi della gelida coinquilina di Emma. Sospetto che ci sia del tenero fra loro.

- Vogliamo ordinare qualcosa da mangiare? - propone Nicola.

- Oh sì, io ho fame! - lo appoggia Emma.

Le scocco uno sguardo seccato. Non avevo alcun dubbio che avesse fame, dato che la proposta è venuta da Nicola. Se avessi fatto io la proposta, sono sicuro che l'avrebbe cestinata in due secondi.

Mio cugino non fa alcuna obiezione perché, oltre a stare in consolle, la sera va in palestra e si organizza con gli amici per tornei di basket e calcetto, quindi consuma molte energie e, di conseguenza, ha bisogno di molto carburante. Non ho mai conosciuto qualcuno che sappia mangiare tanti panini quanto lui.

Neanche Sara si tira indietro di fronte all'entusiasmo di gruppo e aggiunge la sua ordinazione alle nostre, mentre Lisa dichiara di non avere fame. Salvo poi rubare patatine dal mio vassoio con un sorriso furbetto.

Il fastidio che provo è indescrivibile, persino peggiore di quello che mi provocano Emma e Nicola quando fanno i piccioncini. Contengo a malapena un'espressione truce.

- Qualcosa non va, Ale? - mi stuzzica Emma, seduta proprio di fronte a me - Forse ti brucia la sconfitta?

Raccolgo la provocazione con un mezzo sorriso.

- Non è ancora detta l'ultima parola. - rilancio.

- Come se aveste qualche chance di vincere... - ridacchia Nicola.

Emma lo spalleggia in un atteggiamento che non necessita di parole.

Incenerisco il tavolo.

- Sei più competitivo di quanto pensassi. - osserva Sara, tagliente. Ho l'impressione che non si riferisca soltanto al bowling.

- Un po' di competitività non guasta, altrimenti che noia sarebbe la vita? - interviene mio cugino, cercando di essere dalla mia parte.

Sara non vuole dargliela vinta e si sporge sul tavolo.

- Un po', non a palate. - precisa.

- Stai per caso formulando un'accusa? - la sfida mio cugino, sporgendosi a sua volta.

- Chi, io? Non mi sembra affatto. - controbatte lei.

- A me sembra proprio di sì. - si intestardisce lui.

Lei stringe le labbra.

- E quale accusa starei formulando, di grazia? - chiede, quasi ai ferri corti.

- Ma davvero volete litigare? Scherzate? Facciamo un'altra partita e non se ne parli più. - interviene Emma, pacifista.

Lisa, che finora è stata piuttosto silenziosa, attira l'attenzione di tutti d'improvviso.

- Io credo che andrò a casa. Sono stanca. - sospira.

Emma e Sara, che sono venute in macchina con lei, scattano sull'attenti con viva preoccupazione.

- Stai male? È successo qualcosa in particolare? - si informa Emma, che l'ha calcolata poco questa sera.

- No, no, va tutto bene. Vorrei solo andare a casa. Mi spiace non potervi aspettare... - mormora Lisa.

- Se volete, vi porto a casa io. - si propone Christian.

- Davvero? - si illumina Sara.

Lui annuisce e lei gli propone di fare pace per mettere una pietra sopra la loro discussione.

Emma si limita a ringraziarlo, poi saluta Lisa con dispiacere. O, almeno, così sembra. Ultimamente, pare che sia piuttosto brava a fingere.

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A qualcuno qui rode il fegato...

Vi ricordate in quale altra mia storia c'è una serata al bowling? 🙈

Baci ❤

AmamiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora