- Non smontate il tavolo, non finite la Nutella, non incediate la casa, non buttate giù le pareti, non schiodate le assi dal pavimento, non fracassate le piastrelle del bagno, non spaccate letti, divani o altre superfici "sesso-friendly" e divertitevi. Ma non troppo. Ciao.
Io ed Emma non possiamo fare altro che ridere.
Prima che Sara se ne vada, però, mi sento in dovere di fare qualche avvertenza anch'io.
- E tu non istigare troppo Christian, modera gli schiaffi che poi si abitua ai tuoi e i miei gli fanno male, non tradirlo neanche con qualche strambo personaggio immaginario proveniente dalla vostra libreria e ridi alle sue battute. Sì, anche quando sono talmente pietose che ti si paralizza la faccia come se avessi stuccato le pareti di casa. Buona serata.
- Oookay... - sussurra lei, poi esce definitivamente.
Christian mi ringrazierà.
Non so se Sara possa essere il tipo di ragazza che gli interessa frequentare seriamente, ma sembra che non gli importi più del cosiddetto tipo di ragazza. È talmente fissato con lei, ultimamente, che quando gli parlo di Emma è ancora convinto che stia parlando di Sara e se ne esce con risposte come "ma Sara non è bionda" oppure "Sara era dai suoi questo finesettimana: come faceva ad essere al compleanno di Monica?".
Ad ogni modo, auguro ad entrambi di trovarsi bene l'uno con l'altra, perché se anche loro sono in armonia come lo siamo io ed Emma, non c'è cosa migliore che la vita possa offrire loro.
Personalmente, sono grato di aver ricevuto la mia occasione.
Emma è partita come una conquista da vacanza, come un divertimento passeggero, una delle tante; adesso le altre ci sono, ma non le vedo. Guardo tutti, sono conscio di tutti i corpi mozzafiato che ballano in discoteca a ritmo reggaeton, ma solo lei mi fa un certo effetto. Sono attratto da quel mix di innocenza peccaminosa e sguardo infuocato di gelido azzurro come una calamita.
Siamo ripartiti col piede sbagliato, a settembre. Io non sapevo cosa volessi, lei non capiva come comportarsi. Invece di mettere ordine nella testa, io ho seguito l'istinto, mentre lei ha frenato gli impulsi per dar retta alla ragione. Io sono stato accecato dalla gelosia e dall'irrazionalità, lei è rimasta imprigionata nelle sbarre di una cella che aveva costruito da sola. Eppure siamo qui, lacerati da sconfitte, macerati fin dentro le ossa, pronti a bruciare. Perché io e lei siamo infiammabili, ma solo insieme. Siamo uno spettacolo.
Abbiamo parlato a lungo di Nicola e di ciò che c'è stato fra loro due e, nonostante sia ancora un argomento delicato per entrambi, credo sia stato terapeutico.
"Mi manca la sua gentilezza." sussurra, "Non passava giorno senza che mi chiedesse come stavo."
"Lo so, c'ero. Anch'io avrei voluto sapere come stavi, ma non sono mai stato il tipo di persona che lo chiede ogni due per tre." mi difendo.
Emma si volta a guardarmi con apprensione.
"Non mi aspetto che tu lo faccia, Ale. C'è un motivo per cui tu sei tu e lui era lui."
"Avevi scelto lui." ricordo.
Annuisce.
"Mi faceva stare bene."
"Anche a letto?" chiedo, incapace di tacere.
"Anche a letto." conferma lei, sorridendo.
La guardo negli occhi per capire se si sta prendendo gioco di me: non saprei dirlo, ma lei è molto brava a nascondere le sue verità più intime e non dubito che ci sia una percentuale di menzogna in tutto ciò che dice. D'altra parte, questo infittisce il mistero su ciò che pensa realmente e io sono sempre troppo preso da questa sfida per abbandonare il campo di battaglia.
"Non dire cazzate." scherzo.
"Certo che no, amore. Quello è il tuo mestiere. Non mi sognerei mai di rubartelo."
Okay, forse non proprio, ma ho sciolto i nodi e ci tenevo più di quanto pensassi.
Osservo la sua figura di spalle mentre lava i piatti, godendomi la visuale come poche volte nella vita. Meno male che non si è ancora cambiata da quando è tornata a casa dopo le lezioni, così posso ammirare più a lungo il modo sexy in cui i suoi jeans le fasciano i glutei e le gambe.
Mi alzo infine per darle una mano ad asciugare e rimettere a posto.
- Oh, grazie. - mi sorride.
- È il minimo, visto quanto hai cucinato bene stasera. - ricambio.
Emma aggrotta la fronte, poi collega tutto.
- Sì, stasera! Mamma mia, quanto sono stata brava! - esclama.
Le lancio un'occhiata inquisitoria di traverso, ma lei fa finta di niente.
Scioglie i lunghi e morbidi capelli biondi dalla coda dopo l'ultima forchetta lavata.
- Sicura di aver preparato tutto da sola? Sara non c'entra niente?
Scoppia a ridere.
- Sara si stava preparando per uscire, l'hai visto anche tu. Come ti viene in mente che, tra il fondotinta e il rossetto, abbia avuto il tempo di infornare la torta salata e aggiustare i condimenti della carne? È assolutamente fuori discussione. - replica.
Scuoto la testa, esasperato.
- Voi donne siete multi-tasking, lo ripetete in continuazione. E poi, sarebbe riuscita a passare anche l'aspirapolvere, nel mentre. Magari stendendo i panni con i piedi. In equilibrio sullo stendino. Con i pattini a rotelle. - aggiungo, sempre più assurdo.
- Tu scherzi, ma Sara è capace di fare qualsiasi cosa. A volte mi fa paura. - ride Emma.
Le sfioro l'orecchio con le dita e la attiro a me.
- Sai cosa fa paura a me? - sussurro.
- Cosa?
Sorrido al modo assorto con cui mi fissa le labbra.
- Tu che cucini. - rido.
Mi scocca un'occhiataccia che potrebbe trafiggermi seduta stante.
- Scherzo. Non ho paura di niente, io. Sono qui per proteggere te. - modifico la risposta.
Immediatamente, la vedo sciogliersi.
- Questa mi è piaciuta molto, ma quella della cucina me la lego al dito. Sappilo. Dovrai sgobbare un sacco per recuperare punti. - sentenzia poi.
Ah, maledizione.
Sembra proprio che avere una relazione sia un lavoro a tempo pieno.
È un bel lavoro, però. Non ci avrei mai creduto, solo qualche mese fa. Poi ti abitui ai modi di fare di una persona, a come parla, a come risponde, a come guarda il mondo. E ti innamori di ogni singolo "come", di ogni singolo "perché". Vorresti essere l'unico a poterle dare le spiegazioni che cerca, le attenzioni di cui ha bisogno, le cure che non dichiarerà mai di desiderare. In fondo, sono tutte cose che cerchiamo in primis a partire da noi stessi. Il problema è che ci vuole tempo per capire.
Una volta che tutto questo funziona, non vuoi più abbandonare la barca. Io ho trovato il mio porto sicuro, la mia stella polare, il mio punto di riferimento.
Mia Emma, sacro templio della mia veste credente, cera che arde al calore della fiammella e spande un profumo che solletica le mie narici, soltanto le mie, incatenami al tuo pilastro e fa' cantare il vento. Spira l'amore negli occhi tuoi dolci e celesti dall'insaziabile anima mia, dona e restituisce in eterno. Equilibrio dinamico. Tu. Io. Scoppiamo insieme come fuochi d'artificio, ma brilliamo di vita vera e oscuriamo gli astri nel cielo notturno.
È l'alba di un nuovo giorno.
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A voi i commenti, in attesa dell'epilogo 🙈 chi lo narrerà?
Baci ❤
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Amami
Novela Juvenil"Cancello con i tuoi occhi le mie fragilità rivivo nei tuoi sensi le voglie e la paura l'istinto di chi poi non se lo immagina la bellezza di chi ride e volta pagina"