All'imbrunire

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Novembre 2018

Solo, guardo il tramonto
e la vuota giornata
è già passata.
Ma cos'è che imbruna?

Non è il cielo, no,
è la mia anima!
Io non volerò
e non cadrò esanime.

Non c'è malumore
è solo la dolce sera
che fa risorgere un antico candore
ormai coperto di nera cera.

Mi soffoca,
sento questo grumo
in gola
e me ne libero
soffiando via fumo
e la Luna appena sorta
mi guarda sprezzante
e pensa
"Che uomo misero!"

Ma dimmi tu, o Luna,
un solo uomo
che non sia misero
nella sua malsana umanità.

E ancora tu, O Luna,
giudicami pure
ma non smetterò mai
di rivolgere a te
la mia malinconia.

Feroce anarchia è ciò che domina
il mio cuore struggente,
non c'è ordine
forse mai ci sarà.

L'antica Bellezza
non può essere replicata.
I suoi barlumi sbiaditi
ancora mi accecano.

Ah, dov'è la Bellezza?
Fa tanta rabbia
essersene allontanato.
Il tetro vuoto,
la paurosa mediocrità
la minacciano.

Vorrei essere salvato,
ma mi sembra di annegare
in una piacevole resa.

Sono solo, o Luna, non è vero?

Aspetto seduto,
guardandoti
ma una risposta non giunge.

Vi è solo il freddo sciabordare
della verità.
Il vento consapevole
sferza sadico
sul viso afflitto.

Nella notte reietta
scende una lacrima
asperrima
mentre finisco la mia sigaretta.

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