J a k e

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Sbattevo nervosamente il piede per terra mentre mangiucchiavo il tappo della penna.

Odiavo i rifiuti.

E quello ricevuto poco prima era il primo. La mia autostima era stata spazzata via in un briciolo di secondi?

Da quando mi riducevo così per una ragazza qualunque?

"Amico che ti succede? Mi sembri...stressato."

"Niente."

Continuai a battere nervosamente il piede per terra finché Brandon non appoggiò la mano sulla mia gamba per farmi smettere.

"Si può sapere che ti prende? Mi fai innervosire."

"Sono stato rifiutato, capisci?"

Un'espressione scioccata si dipinse sulla faccia di Brandon. A quanto pare aveva capito anche lui la gravità della situazione.

"Ho sentito bene? Sei stato rifiutato?!"

"Ssh! Vuoi che lo sentano tutti."

"Scusa ma la cosa è così assurda. Sei sicuro? Voglio dire...forse hai capito male."

"Purtroppo no."

"E chi è la ragazza?"

"La mia vicina di casa."

"Veramente ci hai provato con la tua vicina di casa? Sei davvero così disperato?"

"Eih non sono disperato. Semplicemente la trovo uno schianto e ci volevo provare."

"E lei ti ha dato un due di picche."

"La smetti di sottolinearlo?"

"No. Sono più scioccato di te. In tutti questi anni non hai fallito una volta e ora...non so cosa dire. Eri così infallibile!"

"Lo sono ancora."

"Non più dopo questa."

"Devo rimediare."

"Che cosa hai intenzione di fare? Non fare cavolate."

"Ho un piano."

"Mi stai spaventando."

"Non ti preoccupare."
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Era una giornata soleggiata, molto calda per cui presentarmi a torso nudo a casa della mia vicina di casa non sarebbe stato poi così strano.

Feci qualche flessione e un paio di addominali. Tolsi la maglia e partii all'attacco.

Con questa mossa sarebbe caduto ai miei piedi in un batter d'occhio.

Bussai alla porta e dopo un paio di minuti lei mi aprì.

Era a bocca aperta. Come biasimarla...con un manzo del genere era difficile non sbavare.

"Ciao."

Le sorrisi ma contrariamente a quel che pensavo non cadde ai miei piedi. Anzi provò a chiudere la porta ma io misi il piede per impedirlo.

"Che c'è?"

Era scocciata. Ma che problemi aveva questa ragazza? Le ragazze di solito mi riservavano altre attenzioni.

"Mi servono delle uova."

"Uova? Per cosa?"

"Mia madre sta preparando una torta ma non ha abbastanza uova. Non ti dispiace se te ne chiedo un paio, vero?"

"Quante te ne servono esattamente?"

"Tre."

"Ok."

Entrò in casa e tornò dopo un paio di minuti con le uova in mano. Me le porse.

"Sta attento a non bruciarla."

Detto questo chiuse la porta.

Guardai la porta bianca per un po' prima di tornare a casa mia.

Il mio piano era stato un buco nell'acqua.

E mia madre era una pessima cuoca.

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