2- Passato e presente

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Throwback
"Che cosa stai facendo!?"
«Io? Ubbidisco» mi rispose Aiden
"E perché lo fai, sai bene che così vai contro le regole"
«NO! Disubbidendo andrei contro le regole!»
"Quindi non te ne frega un cazzo di me, delle persone che ci sono qui! Faresti del male a loro come lo faresti a me!"
«Cazzo perché non ragioni? Lo faccio per te, per salvarti, se non lo facessi sarebbe peggio per tutti, non lo capisci questo?»
E così, senza lasciarmi rispondere, Aiden mi colpì in testa dandomi un pugno.
Mentre svenivo l'immagine di mio fratello mi passò per gli occhi. Lui che per me è importantissimo, lui che è tutto, che mi ha sempre protetta, e io l'ho trattato in quel modo...
Me ne vergogno, lo ammetto.
Me ne sono andata come una codarda dopo una litigata per una cosa da nulla.
Non so perché, ma probabilmente essere rimproverata da mio fratello mi aveva fatto talmente male che me ne andai e camminando arrivai qui. In questo posto lurido, non l'avessi mai fatto... qui mi costringono ad essere la persona che non sono, a lavorare per un uomo losco.
Mio fratello, mio fratello è un ragazzo stupendo, ha preso tutto da mamma. Si chiama Joshua e ha tre anni più di me.
È dolce, affettuoso, responsabile, mi ha sempre aiutata in tutto. Insomma, sembrerebbe perfetto, ma non lo è, oltre a questi suoi pregi è anche molto lunatico e un po' irascibile, in più è molto testardo. Ha gli occhi blu di mamma, i capelli ricci, ambrati e morbidi come lei, un viso con lineamenti dolci.
Diverso da me, certo, ma tra noi c'è sempre stata un'intesa indescrivibile, come qualcosa di sovrannaturale, stupendo.
Lavoravo lì da due anni ormai, non mi piaceva per niente, dovevo far cose orrende, illegali, e nel compenso non ricevevo assolutamente niente, solo prese in giro, nemmeno soldi.
Una volta preparai un "agguato" al boss...
Dovevo preparargli un drink alcolico, ma nella miscela misi delle pasticche di droga che trovai nel magazzino, volevo mandarlo in overdose e liberare tutti qui, ma fui scoperta... la punizione fu terribile, mi portarono in cantina e mi legarono i polsi a dei ganci sul muro con delle catene di ferro, mi colpirono su tutto il corpo con una frusta mentre urlavo e piangevo dal dolore. Ne uscii dopo ben tre giorni totalmente insanguinata e con molte ferite che non volevano rimarginarsi, non parliamo delle ferite al cuore, che stava pian piano diventando di roccia.
Mi odiavo, per quel che facevo intendo.
Mi odiavo come non avevo mai odiato nessuno.
Un altro ricordo mi tornò in mente:
"Asteria, ASTERIAAAA!"Joshua urlava dalla cucina.
"Che vuoi deficiente, non bai visto che stavo dormendo?" Gli urlai in tutta risposta.
"Devi venire giù subito, dai che facciamo tardi!"
"Tardi per cosa?"
"Per l'incontro importante di cui ti parlavo ieri stupida!"
Incontro? Quale incontro?
Ah sì, giusto... in città arrivava Damon Urkin, il pallavolista preferito di mio fratello, e mi aveva chiesto se lo accompagnavo a chiedergli un autografo.
"Ma cazzo, potevi svegliarmi prima no?" Lo guardai come se volessi pietrificarlo.
"Pensavo avessi messo una sveglia o qualcosa..."
"Mi ero dimenticata scemo!"
Si anche se non sembra ci vogliamo bene.
"MUOVITI"
"Arrivo, arrivo, non vorrai mica che arrivi in strada nuda!?"
"Tanto, nuda o vestita fai schifo lo stesso"
"Ma, brutto stronzo! E io che di solito ti faccio pure i complimenti!"
"Scusa, ti voglio bene..."
"Eh, intanto mi hai detto che faccio schifo..."
"Lo sai che non lo penso davvero"
"Bla bla bla" dissi alzando gli occhi al cielo.
"Ehi! Non ci si comporta così con i più grandi..."
"Neanche con i più piccoli." Affermai lanciandogli un'occhiataccia di quelle ben piazzate.
Mi misi le scarpe ed ero pronta, così mi prese sotto braccio e uscimmo di casa, diretti verso il centro dove questo Damon stava per arrivare. Tra la folla ci facemmo spazio finché non arrivammo davanti alle transenne, e lì lo vidimo. Oro per gli occhi ma a me non piaceva, come al solito. Joshua intanto stava impazzendo e si sgolava per farsi notare, e ad un certo punto Damon arrivò di fronte a lui, gli fece un sorriso e gli autografò la maglietta, lui tutto contento si girò verso di me in lacrime, mi prese e mi abbracciò più forte che poteva; in quel preciso momento capii che io, per lui, ero una persona davvero molto importante e non solo la sorella con cui condivideva le cose. Per questo motivo stimo mio fratello, perché per me è tutto quello che ho, e lo sarà sempre.

*********

Provavo un dolore alla testa assurdo quando mi svegliai in quel bosco, ma mi ci volle del tempo per capire d'essere viva. Guardai le mie mani: erano sporche e insanguinate, riuscivo ancora a muoverle.
Che cosa mi era successo? Non lo ricordavo.
Poi Aiden mi trovò e mi portò indietro, in quel lurido bosco. Sì, mi ricordavo tutto, mi ricordavo di loro, del boss, di quel bosco, di mio fratello e dei miei genitori. E sì, ho finto di non ricordarmi nulla e probabilmente fingerò ancora per evitare che mi venga fatto ancora del male. Non ho mai avuto paura di Aiden o di Bryant, ma sapevo che del boss non ci si poteva fidare; ed ora non mi posso fidare nemmeno di loro due che si erano presi cura di me quando ero appena arrivata. Non riuscivo a credere che Aiden avesse fatto tutto quello, al solo pensiero iniziavo a tremare e mi veniva voglia di strozzarlo con le mie stesse mani per avermi messo in pericolo, per aver ubbidito e per avermi lasciata lì, in quel bosco, come un sacco di spazzatura.
Quando Bryant nominò la mia "vita di prima" mi venne un senso di nausea, come se mi facessi schifo, ed è vero, mi facevo schifo.
Mi facevo schifo per tutto quello che avevo fatto, per tutto ciò che ero stata costretta a fare.
Non so se mai rivelerò a loro due di aver mentito, ho paura. Paura che mi trattino nuovamente così, paura di perdere tutto ancora, paura di non avere più nulla al mondo che questa vita orrenda.
Aiden ad un certo punto uscì dalla stanza senza dire niente, così chiesi a Bryant se fosse successo qualcosa, ma lui rispose che non lo credeva. E da cretina decisi di seguirlo, pur dopo quello che mi aveva fatto continuavo a voler sapere di quel suo lato nascosto, perché lui si fa vedere come in gran duro, il bad boy più pericoloso di tutti quelli nei paraggi, ma so che in fondo ha un cuore grande d'oro, pronto ad amare tutti e tutto e certe volte traspare dalla sua personalità; insomma si notava che provava un certo affetto per me e Bryant.
Si accorse di me e mi chiese che cosa stessi facendo.
"Volevo sapere dove stai andando..."
«Che? So' affari tuoi?»
"No no, era solo curiosità, sai volevo parlarti in privato"
«E de che»
"Se mi lasci venire con te, ti spiego dopo"
«E allora vieni, volevo fare un giro»
"A piedi?"
«Si, però sbrigati»
Il suo tono passava sempre da cattivo e stronzo a dolce e sensibile quando capiva che non c'era nulla di male. Non sapevo quale fosse il suo passato, in realtà di lui non sapevo praticamente nulla.
Ci avviammo a piedi lungo una stradina poco illuminata, non che mi piacesse molto, ma lui sembrava tranquillo.
«Di che vuoi parlarmi?»
Non riuscii a trattenermi dal rivelarlo.
"Sì... ehm... in realtà..."
«Non farla lunga te ne prego»
"Ho mentito"
«Lo so»
"Come lo sai?!"
«Ti conosco ormai, so quando menti e quando no, ti ho sempre osservata nei tuoi modi di fare, di parlare, di ridere e di lanciare occhiatacce»
"Ah si? E com'è che non me ne sono mai accorta?"
«Sono discreto, faccio tutto senza che nessuno veda»
"Aiden, però io non so quasi nulla di te..."
«Lo so, è difficile conoscermi a pieno, forse solo Bryant sa come sono veramente»
"L'ho capito che in realtà sei di buon cuore"
«Quel posto trasforma la gente, non mi è mai piaciuto ma sono ancora lì, non so a volte mi sento costretto a stare in quel posto di merda e non riesco a smettere di andarci e ascoltare le cazzate che spara quel pallone gonfiato»
"Neppure a me piace"
Un silenzio tombale atterrò sopra di noi, poi ci fermammo su una panchina e seduti ammiravamo le stelle brillare in quella notte scura e senza nuvole.

You have no idea [#WATTYS2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora