7- Scappa

17 4 0
                                    

Qualunque cosa.
Qualunque cosa io facessi, l'idea di quelle ragazze mi tormentava, dovevo assolutamente fare qualcosa.
So che non c'entra nulla con tutto quello che mi sta succedendo ora, ma sento che loro hanno bisogno di me, soprattutto del mio aiuto.
Assieme ad Aiden, mio fratello Joshua e Bryant elaborammo un piano per fare far uscire quelle ragazze.
Oggi stesso sarebbe stato il giorno in cui quelle ragazze sarebbero finalmente state libere.
Di prima mattina ci trovammo tutti insieme per ripetere il piano e, di conseguenza, agire.
"Allora ragazzi, ripetiamo. Arriveremo lì con il furgoncino di Bryant, poi voi, Aiden e Bryant, entrerete come fate sempre e cercherete di distrarre il boss, chiedetegli qualunque cosa vi passi per la testa, ma dovete ricavarvi il modo di darci il tempo necessario per liberare tutti. Dopo circa due minuti che sarete lì, entreremo io e Joshua e dato che non ci saranno guardie basterà far uscire tutte le ragazze. Quando saremo all'esterno del capanno voi avrete finito di parlare con il boss, a quel punto uscirete e metteremo le ragazze nel pullman che porterà Jo e le faremmo arrivare sane e salve all'ospedale cosicché possano avere le cure adeguate che noi non possiamo fornire. È tutto chiaro?"
Un SI all'unisono mi arrivò forte e chiaro e intesi che sapevano tutti alla perfezione cosa fare.
"Bene ragazzi, partiamo ora."
Passarono solo alcuni minuti e poi arrivammo, Aiden e Bryant entrarono subito e andarono dal boss.
Così io e Jo, che era dietro a noi con il bus, entrammo poco dopo e trovammo le ragazze: erano ferite, alcune avevano il trucco sbavato, alcune stavano ancora piangendo, avevano i vestiti corti, strappati, lacerati, alcune proprio non ne avevano. Tagli sulle braccia, sulle gambe, sul viso. Lividi su lividi. Era tutto un orrore, alcune erano incatenate, altre in gabbia, altre ancora si nascondevano e cercavano di ripararsi con delle semplici coperte logore e sporche. Una ad una riuscimmo a liberarle tutte, saranno state sulla trentina... ma appena fuori dalla porta trovammo Aiden, Bryant e il boss che ci aspettavano. Le cose precipitarono in un secondo, Aiden si girò di scatto verso il boss e lo colpì con un pugno alla mascella, lo stesso fece Bryant ma gli colpì la fronte, le ragazze più arrabbiate colsero l'opportunità e lo assalirono, lo riempirono di calci, schiaffi e pugni finché non chiuse gli occhi. Gli usciva sangue da qualsiasi parte del corpo, non so se sarebbe sopravvissuto. Corsero tutti fuori e i ragazzi portarono le ragazze nel bus mentre io guardavo ancora quel corpo esanime, e quando decisi di andarmene gli passai sopra, con tutto il peso che potevo avere.

Uscita da quel posto salii sul bus accanto a Joshua e a tuto gas partimmo verso l'ospedale più vicino che accolse tutte le ragazze per fare loro gli esami dare loro le cure che servivano. Noi tornammo a casa un po' sfiniti, un po' contenti, ma fieri della nostra azione.
La sera qualcuno bussò alla nostra porta... e dai colpi nom si preannunciava nulla di buono. Gli scagnozzi del boss l'avevano trovato per terra, senza vita e qualcuno ci aveva visti entrare ed uscire di corsa. Sapevano chi cercare. Sapevano che eravamo stati noi. Aiden aprì la porta, fece per far entrare il primo, ma gli sbatté la porta dritta sul naso, per due volte. Così il secondo uomo aprì la porta con forza, anzi la sfondò senza pensarci troppo e alzò Den da terra, temevo che lo strozzasse. Bryant gli saltò addosso e gli tirò un calcio in mezzo alle gambe, facendolo inginocchiare a terra, ma entrò l'uomo con il naso insanguinato e gli diede una testata. Tramortito, Bryant cadde a terra di peso. Aiden cercava di sferrare un altro pugno, ma proprio quando lo stava per colpire mio fratello arrivò alle spalle di quell'uomo armato di una padella e con un colpo sordo lo stordì.

"Dobbiamo andarcene da qui... ne stanno per arrivare altri" disse Joshua.
"E dove dovremmo andare!? Aiden e Bryant sono feriti, come facciamo a portarli via?"
"Asteria, non lo so, ma dobbiamo andare, senza se e senza ma"
«Ha ragione tuo fratello» disse Aiden con una voce spezzata e dolorante.
"Lo so... ma dove ci spostiamo?"
«Troveremo un posto, ora dobbiamo alzare Bryant e portarlo nel furgone, ti prenderai cura di lui mentre io e Jo guidiamo e decidiamo dove nasconderci»
"Questi mi faranno diventare matta..." pensai.
«Statti un po' zitta e ubbidisci, uno svenuto non si muove da solo, vedi di darci un'aiuto»
"Ma che cazzo stai a di', non ho parlato"
«Ma sì che hai parlato, ti ho sentita, non è vero Jo?»
"Den... Asteria non ha aperto bocca"
«Sì bravi fatemi passare per pazzo ora, invece di aiutarmi a sollevare Bryant»
Den ci guardava un po' impaurito, come se si sentisse scoperto...
"Io davvero non ti capisco, sono sicura che neppure uno psicologo pluri laureato ci riuscirebbe"
«Sta zitta!» mi intimò Aiden.
Si levò un silenzio tombale e mio fratello mi tirava certe occhiate come se volesse dirmi che Den non stava bene con la testa, e iniziavo a pensarlo anch'io.
Tutti e tre sollevammo Bryant da terra e scavalcammo i due uomini stesi per terra, lo portammo nel furgoncino e lo stendemmo lì, poi salii vicino a lui sperando che si svegliasse presto e controllando il suo battito qualche volta. Aiden si mise alla guida e mio fratello vicino a lui.

"Ah, che mal di testa atroce" si svegliò Bryant.
"Oh guarda chi si è svegliato"
"Fa' silenzio per favore, mi fa male ovunque"
«Grazie al cazzo che stai male, ti sei preso una testata da un tipo, non mi metterei nei tuoi panni» sempre gentile Aiden.
"Oh, stavi per venire strozzato se non fosse stato per me"
«Hai ragione bro, ma sta' attento che altrimenti sei tu a lasciarci le penne»
"Ti sembra che io abbia penne? Casomai un pene ma non penne"
"Cristo dio, certe cose risparmiatele" a Jo non sono mai andate a genio certe battutine, lo so, e si può notare anche dalle risposte che dà in seguito.
"Ragazzi che ne direste se facessimo una pausa? Siamo tutti stanchi, abbiamo bisogno di riposare" chiesi.
«Voi dormite pure, io continuo a guidare»
"Ma sarà scemo questo..." pensai.
«Dio mio vuoi stare zitta?»
"Ma..."
«No. Zitta.»
"Oh fra ma che ti prende?" domandò Bryant.
«Mi ha appena dato dello scemo»
"Ma che cazzo dici"
«L'ho sentito»
"Tu senti tutto tranne quello che dovresti sentire, Asteria non ha fiatato"
"Neppure io ho sentito nulla" riferì mio fratello.
«Sarete sordi allora, da Amplifon ci dovrebbero essere gli sconti»
"Se stai zitto tu Amplifon non ci servirà"
«Eri meglio da svenuto, almeno non sparavi stronzate»
"Raga la volete smettere? Siamo stanchi okay? Dobbiamo fermarci" cercai di intromettermi.
"Ha ragione... dovremmo ascoltarla" grazie Jo per darmi ragione qualche volta.
«Dovremmo»
"Sarebbe meglio per tutti se lo facessimo, tu sei troppo alterato per guidare, Bryant ha una botta in fronte e Asteria ed io siamo stanchi. Fermiamoci almeno per un paio d'ore, cosa ti costa..."
«La vita»
"Ma come..."
«Sì, ci rimettiamo tutti la vita se mi fermo»
"Fra, dormi, ti prego" disse Bryant.
«Dormite voi, casomai dopo qualcuno mi dà il cambio»
"Ma si può sapere cos'è tutta quest'urgenza di andarsene? Dove vuoi arrivare?" provai a chiedere ad Aiden.
«Lontano, lontanissimo da qui. Non voglio più vedere nessuno di questi luoghi»
"Fà come vuoi, ma secondo me dovresti riposare anche tu" rispose ormai stanco Joshua.
«Faccio sempre come voglio»
"E questo già lo sapevamo" dichiarò Bryant.
«Sei come uno spino nei coglioni, la vuoi smettere?»

You have no idea [#WATTYS2019]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora