CAPITOLO QUATTRO: RINCONTRARSI
Sedevo accanto al focolaio spento in completo silenzio - raccogliendo un piatto di carne che probabilmente era diventato freddo ormai. Apatica, posai il piatto e sospirai, mettendo la mano nella tasca posteriore e tirando fuori l'unico oggetto che avevo sempre tenuto lì. Una piccola forcina pacchiana - leggermente curva per l'uso eccessivo, con della vernice nera tolta dopo essere stata scossa dentro troppi lucchetti e serrature.
La forcina portafortuna di Annalise.
La trovai nella sua mano dopo averla sparata, stretta con forza nel pugno. Forcina portafortuna il cavolo. Se fosse stata una forcina portafortuna, lei non sarebbe stata morsa dal vagante, io non avrei dovuto spararla e lei sarebbe ancora qui a scherzare dei suoi ex fidanzati e della roba che abbiamo imparato ad Educazione Sessuale quando avevamo 12 anni.
Le mie orecchie furono improvvisamente riempite dai bassi gemiti dei mostri lì fuori, e io inspirai a fondo mentre iniziavo a tremare per l'odio.
Era tutta colpa loro.
Era colpa loro se non avevo ancora trovato mia madre.
Era colpa loro se avevo perso il mio fidanzato e la mia migliore amica.
Era colpa loro se ero ancora bloccata in questa stupida fottuta farmacia, perchè non si allontanavano dalla zona.
Era colpa loro se quei dolorosi ricordi dei momenti divertenti e dei pettegolezzi che avevo avuto con Annalise in questa farmacia mi torturavano mente e anima.
Avevo perso tutto a causa loro.
Li volevo tutti morti.
Prendendo un respiro profondo per provare a calmarmi, posai la forcina di Annalise nella tasca e cercai di mangiare la carne; realizzando che, in realtà, avevo perso completamente l'appetito. Con un sospiro esasperato, mi alzai prendendo il piatto e aprii la porta vicino al bancone della farmacia che portava a delle scale che guidavano all'uscita d'ermergenza sul tetto. Salii le scale ed emersi in cima alla farmacia; accigliandomi mentre guardavo le disgustose creature sotto di me. Digrignando i denti, scagliai il paitto di carne proprio i mezzo alla calca, facendo sì che molti di loro circondassero il cibo e formassero una sorta di cerchio.
"Ecco. Provate a mangiare del cibo normale per una volta, stupidi coglioni." mormorai con odio, prima di girarmi sui tacchi e tornare al piano inferiore.
Una volta ritornata in farmacia; mi appoggiai a uno dei muri per cercare di riprendere fiato. Comunque, appena iniziai a guardarmi intorno, ricordi visivi di me ed Annalise sembrarono riprodurmisi come una sorta di film. Noi che cucinavamo insieme, che guardavamo attraverso le fessure tra le assi di legno alla finestra per ridere del modo strano in cui gli zombie camminavano...tutto iniziò a riprodursi in un'unica, dolorosa compilation. Mi strinsi la testa tra le mani e gemetti frustrata; supplicando in silenzio che gli strazianti ricordi mi lasciassero da sola.
Non potevo piùfarcela. Avevo bisogno di andare via da qui.
Con una nuona, recente determinazione, corsi nella stanza sul retro e agguantai il diario che avevo letto vicino la scrivania quando avevamo trovato il codice di sicurezza. Il diario era qualcosa che avevo scovato recentemente - era sopra uno scaffale quando avevo aperto la stanza dei medicinali per la prima volta. Sembrava appartenere al proprietario della farmacia (anche noto come il vagante da cui avevo rubato il set di chiavi), e l'ultima annotazione risaliva a quando era iniziata l'apocalisse. Le prime annotazioni che avevo già letto contenevano un sacco di informazioni. Doveva esserci un modo che il ragazzo aveva trovato per raggirare la calca di vaganti senza essere morsi a morte. Doveva esserci.
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Breathing the Dead [hs - italian translation] MOMENTANEAMENTE SOSPESA
Fanfic"... diciotto mesi e mezzo fa, l'8 ottobre, fu quando gli zombie uscirono a giocare." *** 8 ottobre 2016. Fu quando l'umanità cambiò per sempre. Fu l'inizio di una terribile apocalisse. Laura Marshall si svegliò alle 3 del mattino, trovando il vicin...