Capitolo Undici

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CAPITOLO UNDICI: TRADITA

Harry

Cazzo. Questo era tutto un gran casino.

Mi dicevo di iniziare a mantenere le distanze da Laura e poi un'ora dopo la stringevo tra le braccia...coccolandola e lasciandola piangere sulla mia spalla. Ma cosa dovevo fare? Lasciarla lì a singhiozzare da sola? Starmene semplicemente seduto come un fottuto marziano e guardarla piangere senza darle nessuna consolazione? Non potevo farlo. Odiavo vederla triste. E vederla piangere era 100 volte peggio.

Volevo solo che fosse felice.

Ma io stavo cadendo nella stessa trappola di nuovo, no? Pensavo solo a lei e a cosa potevo fare per farla sorridere. Stavo di nuovo perdendo la concentrazione. Porca puttana, ero senza speranze.

Ma non potevo farne a meno. Mi importava molto di Laura e non sapevo neppure il perchè. Non era perchè era la più giovane del gruppo - sebbene quella fosse la scusa che usavo sempre. Sapevo che non era quello. Era semplicemente qualcosa in lei. Qualcosa del modo in cui improvvisamente passava dall'essere una coraggiosa e spietata assassina a un fragile e singhiozzante casino tra le mie braccia, che mi faceva volere sempre di proteggerla. Essere la sua roccia e il suo difensore.

Aveva superato molto, e comunque le era ancora così difficile parlare di qualsiasi cosa le passasse per la testa. Volevo che sapesse che ci sarei sempre stato per lei. Che potevo essere un perfetto oratore ogni volta che ne avesse avuto bisogno. Ma come diavolo potevo focalizzarmi sul resto della mia squadra quando avevo tutto questo nella mia mente?

Siete solo voi due ora. Al momento, lei è la tua squadra.

...Ok, coscienza. Hai ragione.

Laura e io eravamo seduti accanto alla tomba della sua amica Annalise da circa 20 minuti. Non mi dava fastidio, però. Sapevo per certo che dopo aver sotterrato la mia famiglia, ero rimasto accanto alle loro tombe per buona un'ora. Quindi le avevo detto di prendersi tutto il tempo di cui aveva bisogno, e lei ne era grata. Dopotutto, cosa ci correva dietro?

E c'era qualcosa di stranamente pacifico nel modo in cui ce ne stavamo seduti in silenzio. Non era scomodo, era solo...placido. Starmene seduto qui con lei mi permetteva di dimenticarmi per una volta di quanto stesse diventando una merda il mondo col passare dei minuti, ed ero perfettamente tranquillo. Non provavo della vera tranquillità da mesi - per anni ero stato così severo riguardo tutto. L'apocalisse...la mancanza di contatti alla radio...qualsiasi piccolo errore che il gruppo faceva mentre si occupavano dei lavori giornalieri. Errori che erano, ad essere onesti, totalmente stupidi.

"Annalise sembrava una ragazza fantastica." interruppi il silenzio con il mio commento. "Capisco perchè ti manchi tanto."

Laura annuì lentamente. "Lei era l'unica cosa che mi faceva andare avanti mentre eravamo qui." replicò a bassa voce. "E quando è morta, sono scivolata totalmente in un mondo contorto di turbolenze e disordini. Io ho...odiato tutto." sospirò. "Immagino è per questo che voleva che me ne andassi, perchè sapeva sarei impazzita se fossi rimasti in questa farmacia da sola." tirò su col naso. "Mi conosceva meglio di chiunque altro."

"Mi dispiace davvero che tu l'abbia persa." le diedi una leggera pacca sulla mano.

Laura sospirò di nuovo e scrollò le spalle. "Va bene. Immagino avessi bisogno di affrontarlo prima o poi. Dovevo affrontare quello che ho perso ad un certo punto, altrimenti non avrei mai provato...beh...una sorta di calma di nuovo." mi fece un debole sorriso. "E ora che sono qui...ora che l'ho finalmente affrontato...mi sento molto meglio."

"Bene," le sorrisi. "Posso confermarlo."

"Sì?" il suo sorriso crebbe. "Questo significa molto. Grazie, Haz."

Breathing the Dead [hs - italian translation] MOMENTANEAMENTE SOSPESADove le storie prendono vita. Scoprilo ora