Chapter 3.

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Amnesia-5 Second of summer

Accarezzo Nadira per l'ultima volta,prima di uscire da casa.Al mio risveglio,non ho più trovato Harry e sono sempre più convinta che mi sia immaginata tutto.Uno strano sogno in ricorrenza della morte di Ether,tutto qua.

Chiudo la porta alle mie spalle e saluto Sarah,la mia vicina.É una ragazza molto simpatica e amichevole.Non è frivola come appare.Intendo dire che interiormente è migliore di quanto sembri.Sarah è innamorata e lotta con la persona che ama,di continuo.A volte la sento piangere e vorrei andare da lei per consolarla,ma so benissimo che riesce a stare meglio,solo quando lui torna indietro e le chiede scusa,anche se magari Sarah non ha sempre ragione.

Cammino per le strade trafficate di New York,mentre osservo ogni suo particolare.Ancora oggi,dopo anni che mi sono trasferita qui,non ho perso il piacere di osservare questa città e ammirarla.Grazie a New York,ho imparato il gusto del guardare.Semplicemente osservo il mondo,é una fonte infinita di piacere.É meraviglioso direi,c'è qualcosa che ancora appaga,come ogni cosa che mi circonda qui,semplicemente perché esiste, senza averlo consumato,sbranato,fagocitato e poi rigettato,vomitato.Provo invidia per questa semplicità.Senza rendermene conto,sono arrivata ad un piccolo parco,prima di Central Park.Ci sono poche persone,per lo più giovani ragazzi intenti a studiare.É un ottimo posto per concentrarsi e pensare.La mia attenzione viene catturata da un ragazzo e una ragazza.Si tengono per mano quando si siedono sull'erba,così li osservo.Il modo in cui si guardano,ridono e si accarezzano il volto...è tutto così tenero.All'improvviso smettono di parlare,ma si guardano,ognuno assorto nei suoi pensieri.Sembrano una di quelle coppie che si ama da tantissimo tempo e non ha più bisogno di parlare per comunicare.

'Astrid?Dio,Astrid,sei sul serio tu?'

Una voce estremamente familiare mi richiama.É la suavoce e non capisco la motivazione per cui mi tocchi come nessun'altra.Alzo il capo dal mio stato attuale e lo fisso dritto negli occhi nocciola.Il labbro inferiore comincia a tremarmi e sento che le lacrime potrebbero scendere da un momento all'altro,così stringo forte il ferro verde della panchina su cui sono seduta.Questo metodo mi ha sempre aiutata.

'Astrid,santo cielo,non ti vedo da...' 

Vedo che si è seduto accanto a me,mentre cerca di ricordare l'ultima volta che abbiamo avuto anche solo un contatto visivo.Agli occhi di tutti insignificante,ai nostri,invece,più che importante.

'Sei mesi,Benton'

La mia voce esce più debole di quanto mi aspettassi,quasi in un sussurro.Vedo annuire il ragazzo,mentre una strana e afflitta espressione,si fa largo sul suo volto.Picchietta nervosamente le dita sulla panchina e vorrei dirgli di smetterla,perché ogni minimo rumore è come un'eco nella mia testa,e di abbracciarmi,stringermi forte a lui mentre inalo il suo buonissimo profumo,un profumo inconfondibile di buono.Ma una domanda martella insistentemente nella mia testa e prima di rendermene conto,è già stata espulsa dalla mia bocca.

'Come stai?Intendo,come stai senza di me ?'

Benton racchiude la mia mano nella sua e per un secondo mi lascio cullare dal suo calore.

'Devo dirti una cosa importante'

Annuisco leggermente,mentre mi scosto dalla posizione precedente.Lo guardo chiudere e aprire gli occhi,prima di prendermi anche la mano che non aveva incastrato alla sua,e cominciare a parlare.

'Sette mesi fa ho conosciuto una ragazza,ha ventidue anni e frequenta anche lei la Columbia.Ha scelto lettere,proprio come te'

Benton prende un gran respiro e si avvicina un po di più a me.

Sparks of death.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora