12-Post party

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MADELYNE's pov
Una volta che mi sono data un'aggiustata per non sembrare completamente un mostro, scendo in salotto di casa Luis per salutare. Non vedo nessuno in soggiorno, deduco siano in cucina perciò li raggiungo: "ehm... Buongiorno..." tutta la famiglia al completo mi sta fissando ed io sono in condizioni pessime, "scusate ero venuta per salutare Audry, devo andare a casa se no mio padre si arrabbia davvero", sua madre subito mi saluta e con un dolce sorrido mi incita a rimanere per colazione ma rinuncio: "no grazie devo tornare da mio padre che sicuramente sarà preoccupato" dico tutta rossa in faccia. "Mi dispiace che te ne vada senza aver mangiato niente, perciò, prendi almeno una fetta biscottata", "ah beh grazie non doveva" , "non darmi del lei non sei mica a scuola, dai Josh accompagnala alla porta","no, non ce ne bisog..." neanche il tempo di finire che Josh si é già alzato, "arrivederci" li saluto e seguo Josh. Oltrepassiamo il salotto in silenzio ma non appena sto per uscire mi rivolge finalmente la parola:"comunque non c'era bisogno di fare la santarellina davanti ai miei, si capisce comunque che sei maleducata", "ah ah ma che simpatico che sei" alla mia risposta, dopo tanto tempo, un leggero sorriso si fa strada sul suo volto.

A casa
Entro in casa, fortunatamente senza che mio padre mi abbia ancora vista. Siccome mi sento sudaticcia e ho ancora l'odore di alcool, per evitare che mio padre se ne accorga, decido di fare una doccia. Sto per togliermi i vestiti quando soffermo la mia attenzione sulla mia figura riflessa nella specchio, appare la mia faccia da zombie post-party, soprattutto sulla maglia larga che ricade lunga sul mio corpo. Le mie mani si spostano su di essa e l'accarezzano pensando che la stessa notte erano state strette dalle calde e forti braccia di josh; é l'unica cosa che ricordo della scorsa notte. Allora esiste davvero qualcuno che ti capisce...
...
Terminata la doccia calda mi sento finalmente rilassata, mi sdraio sul letto per guardare una serie su Netflix.
Come sempre al momento sbagliato, bussa alla porta della camera mio padre che mi chiama con un tono autoritario e arrabbiato:"Madelyne posso entrare?", "sì entra" sono pronta alle pene dell'inferno, "allora ti sei degnata di ritornare a casa, hai dormito fuori senza avvisarmi che non saresti ritornata, se non fosse stato per quel messaggio non ti avrei fatto più uscire", "messaggio?" chiedo confusa non ricordandomi di avergli inviato nessun messaggio, "si perché non ricordi?" ah si ho capito, deve essere stata Audry a mandarglielo, "ah si si ricordo, comunque si lo so scusa, solo che si era fatto tanto tardi e non volevo rischiare di svegliarti, non ricapiterà più", "sarà meglio se non vuoi rischiare di non uscire più... E comunque com'è andata la festa?" preferirei non raccontargli i particolari perché se no davvero mi rinchiude in casa, perciò gli rispondo con un semplice "tranquilla", tutto il contrario di ciò che é successo veramente; "menomale, ora scendi che é pronto".
...
Dopo un veloce pranzo preparato da Joyce, dopo un mal di testa e la sensazione di nausea ho lasciato sia il primo che il secondo a metà. Penso di andare a prendere un po' d'aria fresca e fare un giro fra le fresche e umide strade di Boston, cosa che non faccio da molto. Chiedo a Audry se ha voglia uscire. Qualche minuto dopo mi risponde con un "ci vediamo alla fermata". Dal momento che ho tutto il pomeriggio ne approfitto anche per comperare la vernice per la mia camera.
Indossato qualcosa di veloce e comodo, scendo.
Trovo mio padre sdraiato sul divano con la tele accesa, mentre macchineggia con il suo tablet, sicuramente per cose di lavoro. "Ehi pa, guarda che vado a fare un giro con Audry e a comprare del colore per la camera" lo interrompo dai suoi affari, "scusa ma non facciamo prima a chiamare un imbianchino? I soldi non ci mancano", "appunto per questo, gli imbianchini tendono a fare tutto perfetto quando ci sono di mezzo i soldi e a me, lo sai, mi piace essere originale, fuori dalle righe","va bene, fai come vuoi. Non sarò io ad impedirtelo. Non fare tardi" neanche il tempo di finire di parlare che era già che scriveva sul tablet senza guardarmi in faccia, "okay a dopo".
Lascio casa e mi dirigo alla fermata del pullman, non troppo distante. Audry non é ancora arrivata, dopo pochi minuti la vedo: "ehi ehi dove corri?! Mica scappo haha" scherzo, "ciao scusa il ritardo Made ma mio fratello mi ha fatto esaurire"al nominare Josh la curiosità prevale, "perché cos'é successo?", "lascia stare che mi ha fatto cercare con lui la sua roba da basket che non trovava, perciò ho fatto tardi", mi ricordo della roba che mi ha imprestato "ah vero ricordami poi di ridarti le robe di tuo fratello così gliele ridai", "ma si dagliele poi direttamente tu". Nel frattempo arriva il pullman e dopo cinque fermate arriviamo in centro.
Mi sembra una vita che non vengo qui, con la scuola e gli altri impegni sono sempre impegnata. Ci immergiamo fra le trafficate vie della città: mi rendo conto che non c'è la stessa vivacità di New York ma ha sempre il suo fascino.
Passiamo il pomeriggio in giro per diversi negozi a provare degli abiti e a inventare delle finte sfilate nei camerini; passiamo per delle sceme davanti ai commessi. Andiamo poi a fare una passeggiata al parco che, come sempre, a quest'ora, é piena zeppa di bambini e, specialmente, ragazzi; qui ci sediamo sulle panchine dove ci mettiamo a fissare i ragazzi giudicando, uno accorgendosi che lo stavamo fissando si é messo a ridere, di conseguenza ci siamo subito girate dall'altra parte facendo finta di star guardando altrove. Approfittando dello splendido tramonto che sta colorando il cielo di mille sfumature e della gente che man mano se ne sta andando scattiamo diverse foto, anche insieme. Ammetto che all'inizio quando mi ha abbracciata per prima lei, come se fosse la cosa più normale del mondo, poi davanti a tutti, mi sono sentita un po' a disagio ma successivamente dopo già tre quattro scatti mi sono sciolta pensando che comunque sono cose che fanno tutte le amiche, no?
Supplico Audry di accompagnarmi, dato che eravamo già fuori, a comprare del colore per la stanza in un centro commerciale. A scegliere ci abbiamo messo un po'; un'improvvisa fame ci ha colto di sorpresa, perciò una volta uscite dal centro, abbiamo deciso di andare a mangiare da qualche parte:" Audry ho troppa fame, che ne dici se andiamo a mangiare qualcosa? Semmai avviso mio padre che non torno per cena...", "ma dai che stranooo, Made ha fame?! Non l'avrei mai detto ahaha", "eh già mi conosci troppo bene ormai, dove andiamo?", "non so, una pizza?", "si certo va bene tutto". Mandato il messaggio a mio padre che mi risponde con un 'non fare tardi però' ci dirigiamo in una pizzeria vicina.

In pizzeria
"Buonasera, cosa vi porto?" chiede la cameriera con un tono fin troppo smielato, chissà quanto la pagano per essere gentile con i clienti e sopportare i loro problemi con i piatti, "per me una margherita e una coca, grazie" risponde Audry "e per me un'americana ed un thè al limone", "arrivano subito"e si congeda, "perché devono dire che arrivano subito se dopo un'ora siamo ancora qua che aspettiamo?? fanno prima a non dire niente o avvertirvi del possibile ritardo", "ahah si ma non ti agitare Made tanto il cibo arriva comunque", "ci mancherebbe solo quello....".
"Made lo so che non c'entra niente ora ma... Percaso ti ricordi cosa é successo alla festa?" mi chiede curiosa Audry e con un tono leggermente preoccupato, "ad essere sincera niente, é come se avessi dimenticato tutto; anzi mi ricordo solo di aver bisticciato con Josh e..." voglio dirle del fatto che ha dormito con me ma faccio finta di niente "eee cosa?..", "no no nient'altro, perché?" chiedo incuriosita senza darci tanto peso, più che altro sto pensando alla pizza che deve ancora arrivare, stupidi camerieri...
"no così..." aggiunge dopo un lungo silenzio, "okay".

MI SONO PERSA NEL TUO AFFETTODove le storie prendono vita. Scoprilo ora