6. Ospedale

2.1K 82 5
                                    

Mi risveglio in una stanza totalmente diversa dalla mia, e mi guardo intorno attentamente cercando di capire dove fossi.

I miei occhi sprovvisti di occhiali come al solito (anche se dovrei metterli) individuano immediatamente le pareti celesti con qualche nuvola bianca dalle sfumature gialle e rosa, girando un po' lo sguardo osservo la TV nera, accesa da chissà chi, appesa al muro dalla quale, probabilmente impostata su uno dei tanti canali radio, proviene della musica che arriva al mio orecchio in maniera soffice e ovattata come se fosse stato pianificato tutto per tenermi compagnia, ma non disturbarmi.

La tendina semitrasparente affianco al mio letto richiama il colore dei muri e copre una tapparella chiusa a metà dalla quale provengono solo pochi fasci di luce, sufficienti a illuminare la stanza e donarle un tono davvero molto rilassante, con il quale io finisco sempre per addormentarmi.

Noto di essere in una stanza d'ospedale quando il mio sguardo attento ma stanco capita sul letto affianco, vuoto come se nessuno avesse dormito affianco a me e poi sul mio comodino, sul quale ci sono appoggiati il mio telefono (attaccato ad una presa) ed una bottiglia di acqua frizzante ancora sigillata con affianco un bicchiere di plastica ancora non usato, dato che al suo interno non c'erano le solite gocce che rimangono quando finisci di bere.

Rimango fermo ad immaginare una grande goccia nel bicchiere, sola come me ma grande per via delle troppe emozioni e delle troppe sfide che intraprendo giornalmente.

I miei pensieri tristi mi conducono a guardare il mio corpo.

Sono steso in un letto leggermente illuminato, la mia pancia che si gonfia e si sgonfia per via della respirazione è coperta come le mie gambe magre da un lenzuolo bianco, coperto a sua volta dal plaid più pesante che io avevo fatto con Louis, sorrido a quel ricordo.

Il plaid era bianco all'inizio ma per sbaglio, mentre stavamo dipingendo, delle macchie lo hanno sporcato così ora è una distesa di colore (sembra acquerello) rosso e giallo pastello.

Le mie braccia sono sopra esso, distese lungo i miei fianchi magri. Una di esse è attaccata ad una flebo e il pensiero mi fa rabbrividire, alzo piano la testa e noto il liquido trasparente nel sacchetto appeso e un macchinario attaccato al mio petto che riproduce i miei battiti cardiaci molto lenti.

Harry entra, spalancando la porta bianca davanti al letto vuoto, trascurata dai miei occhi arrossati ed incavati.

"Buongiornooo" dice con tanta allegria quasi atterrandomi con il suono della vocale finale prolungata.

Ricambio il saluto con un cenno, incerto sul riuscire a parlare più di ogni altra mattina, mi giro stanco su un fianco, rivolgendo il mio corpo alla finestra, stando però attento a non piegare il braccio intrappolato ai macchinari.

Allungo l'altro verso il comodino e afferro il telefono, sul quale appare una foto mia e di Louis che lui stesso ha impostato come blocco schermo, ignoro le miliardi di notifiche alle quali non ho intenzione di rispondere, almeno per ora, e mi concentro sull'orario: 11.57.

Dalla mia bocca serrata proviene un mugolio di disapprovazione per l'orario troppo mattiniero per i miei giorni festivi, mi stiracchio inarcando piano la schiena e facendola schioccare piano.

"Ti ho disturbato?" dice Harry con tono più pacato, chiudendo la porta con il piede dato che aveva tra le mani un sacchetto bianco e dei fiori.

Mi limito a scuotere la testa in modo atono e poggiare di nuovo il telefono sul comodino, chiudo gli occhi cercando di riprendere sonno respirando piano e rumorosamente per via delle narici tappate dal forte raffreddore che ho preso qualche sera prima.

Percepisco Harry sorridere con uno sbuffo e avvicinarsi con passo felpato come faceva il mio gatto prima che la vecchiaia lo strappasse dalle mie mani.

"Ti ho portato la colazione ed un mazzo di rose" dice ridacchiando mentre si avvicina e mette il mazzo nel vaso abbandonato sul comodino alle mie spalle, sorrido.

"Non ho fame, ma grazie delle rose" dico con un filo di voce.

"Zayn, i dottori dicono che sei debole e che devi ingrassare, sei sottopeso di minimo 7 kg a quanto pare e-e abbiamo deciso di farti un regalo.."

Ignoro la parte dell'ingrassare, me la ripetevano in tanti, forse persino in troppi, mi concentro sulle sue ultime parole.

Un regalo? Chi me lo farebbe mai?

"È da parte mia, di Louis, Niall e...ehm Liam" dice pensando a tutti i nomi.

CIAOOO
da quanto tempo aiuto.

Siamo qui per un nuovo capitolo, se è più corto mi dispiace ma sto cercando di migliorare il mio lessico per la scuola facendo un diario di bordo giornaliero, perciò tutto il mio prezioso tempo è rubato dal comporre altri testi con tracce senza senso che la professoressa ci assegna.

Come state?

Vi piace il capitolo?

-Giò♡

Fidanzati? Zianourry! TW (sospesa)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora