Capitolo 6

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Apro gli occhi e mi ritrovo davanti al liceo, seduta sui gradini, da sola. In giro non c'è un'anima. Passeggio avanti e indietro finché non mi decido ad entrare. Risalgo gli scalini e faccio per prendere la maniglia, ma la mia mano la trapassa. La ritiro velocemente e riprovo. Niente. Sempre uguale. Prendo un respiro forte e trapasso il portone della scuola. Dall'altra parte mi sento male, quasi vomito. Vedo che le luci sono tutte accese ma non c'è nessuno. Vago tra le classi in cerca di qualcuno, ma il silenzio mi rende nervosa e inizio a canticchiare ritornando all'entrata. Provo a tornare di fuori ma mi ritrovo allo stesso punto di prima, allora uso altre uscite ma mi ritrovo sempre lì. Mi assale il panico e inizio a correre per la segreteria urlando.
"Sto impazzendo." Penso, perciò mi fermo di colpo e rallento i battiti. Mi passo una mano tra i capelli e inizio a sentire un sussurro:

"Alexa resisti che sta arrivando l'ambulanza. Non mollare. Accidenti se pesi." Oddio.
"Riconosco questa voce. È quella di Harry." Le guance mi si tingono di rosso a pensare la sua ultima frase e in quel momento mi ricordo la mia caduta, il dolore e delle mani che mi sollevano.
"È Harry che mi parla. Probabilmente sono svenuta e la mia mente sta sognando tutto questo."

"Appoggi lentamente la ragazza su questo lettino." Urla nella confusione la voce di un uomo che non ho mai udito.

"Ok." Ecco, questa è la sua ed è l'ultima volta che la sento perché poi sento solo le sirene dell'ambulanza e voci che dicono:

"Dobbiamo chiamare..."
"...ma il cuore batte."
"Controlla il..." continuano per un tempo piuttosto lungo e il dolore si impossessa del mio corpo e grido ancora. Quando cessano riprendo fiato.
"Mi staranno dando la morfina." Penso. Cado per terra e inizio a dormire.

Sento una voce che sussurra e mi sveglio. È quella di mia madre.
"Mamma!" solo dopo capisco che sono nella mia testa. "Devo uscire da qui e raggiungere l'ospedale. Magari il ricongiungimento con il mio corpo sistema tutto." Riprovo a trapassare i muri ma i tentativi falliscono.
"Volere è potere." Chiudo gli occhi e immagini di riuscire a passare nel mure e... 'puf ' . Sono fuori da scuola e vedo un sacco di persone passarmi davanti, ma loro non mi vedono.
"Che forza! Sono un fantasma!" Nonostante la confusione sento ancora le voci in ospedale. Inizio a camminare per andare a prendere il pullman e il primo che passa è quello per casa. "Potrei rimanere così ancora un po'... e ancora meglio! Posso andare da Harry senza che lui me veda." Mi siedo su un posto accanto a un uomo e spero che nessuno venga a sedersi dove sono io perché andrei in panico. Visto che non so cosa fare per aspettare il capolinea ascolto le voci.

"Oh mamma mia, Alexa, come sei ridotta!" Riconosco la voce di Katie. "Mi dispiace tantissimo amica." Smetto di ascoltare di già perché mi addolora sentirla e sapere che sono solo svenuta e non posso svegliarmi. Al capolinea scendo e inizio a camminare verso la casa di Harry. Il tragitto sembra interminabile ma la soddisfazione di quando arrivo mi riempie di ansia. Trapasso il cancello e la porta di casa. Sento un profumo di lavanda che mi riempie i polmoni e vedo una signora sulla cinquantina. È alta e mora sia di capelli che di occhi, la cui faccia mi ricorda tantissimo quella che sogno da tempo. "La signora Smith." Le giro attorno e salgo sulle sinuose scalinate in cerca della stanza di Harry. Guardo in un'infinità di stanze ma nessuna è la sua. Giungo a delle scale strette. Le salgo speranzosa e mi infilo in una stanza enorme, che occupa tutto il terzo piano della villa. È piena di cose di calcio. La stanza di Harry, il cui proprietario era steso sul letto.

"Sì, ti dico che è caduta dalle scale come una pera che cade dall'albero, Anne, e io l'ho raccolta per pietà e l'ho data all'ambulanza." Si ferma per sentire la risposta della ragazza e poi continua concludendo la telefonata:
"Ok ma se vuoi fare le condoglianze a sua madre non dirlo a me, ma a lei. Ora devo andare, ciao." Spegne la telefonata e io penso che non gli interesso. Lui fischia e una labrador cucciolo e puccioso si avvicina goffamente a lui. "Ehi. Vieni qui." Gli gratta la pancia. "Oggi una ragazza è finita in ospedale, mi dispiace molto per lei ma non trovo il coraggio di ammetterlo e lei mi è rimasta in testa." Il cucciolo strofina il muso contro le sue gambe e si sdraia. Io cammino fino al suo letto, mi siedo a fianco di Harry e piango.
"Non so perché ma mi sento un rammollito. Le ragazze non mi entrano in testa così." Lo guardo e mi asciugo le lacrime dopo qualche minuto. Mi alzo dal letto e mi siedo in un angolo della stanza.
"Perfetto. Con la botta che ho preso almeno non sono morta, ma solo svenuta. Almeno so che ho speranze con lui."
Provo un dolore al cuore e una scarica di dolore mi abbatte facendomi svenire nonostante io sia già svenuta nella realtà.

"Dopo la verifica di matematica che hai consegnato cinque minuti dopo, sei corsa verso il pullman per raggiungermi o per prendere quello dopo, ma sulle scale sei caduta..." mi sveglio di colpo con la voce della mia migliore amica e mi guardo intorno per vederla e il mio sguardo si ferma sulla sveglia di Harry. Oggi è domenica. "Wow, ho dormito tre giorni. Questo sì che è un record!" Poi penso che sono ancora svenuta in ospedale e mi sorgono molte domande. "Cosa ci faccio ancora qui? Non si è mai visto che uno svenisse per così tanto."

"Dammi cinque minuti e ti vengo a prendere Anne." Lo rincorro per le scale.

"Harry?" La mamma di Harry lo blocca a metà scalinata. "Dove vai?"

"Vado a portare Anne a trovare la ragazza in ospedale."

"Oh." E la conversazione finisce, perciò Harry esce di casa. Mentre lui aspetta Anne sotto casa sua, io ascolto ancora la voce di Katie che sembra alla fine di un discorso molto commovente:

"Quando sei arrivata qui hanno cercato di rianimarti ma era ormai già troppo tardi, ormai eri già andata in coma." Il terreno sotto di me sparisce e le mie gambe cedono, ma prima che possa cadere afferro  il cancello. Tutte le possibilità di parlare davvero con il ragazzo che ho davanti erano sparite. Ora tutto ha senso. È per questo che non mi sono ancora svegliata. Mi sembra tutto perso per sempre quando arriva anche Anne che bacia Harry e salgono in moto per poi partire.

La fine del mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora