Capitolo 23

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Non riesco a togliere gli occhi da Anne, solo quando il semaforo diventa verde, smetto.

"Sì, è proprio lei."

"Ho sempre saputo che non era la ragazza giusta per Harry. Vorrei solo parlargli per sapere cosa è successo davvero."

"Anche io vorrei. Appena torna a casa gli devo parlare, sarà distrutto." Mi madre annuisce e non parliamo per il resto del viaggio. Arrivate guido la signora Smith attraverso l'ospedale.

"Mi spiace, non sono molto esperta di ospedali, anzi forse è un bene." Le sorrido.
"Vuoi che entri con te o che resti fuori?"

"Entra pure, per me non c'è problema davvero." L'infermiera arriva e entriamo in una stanzetta. Stringo la mano al mio dottore e mi sdraio sul lettino dopo essermi tolta la felpa. Chiudo gli occhi e sento una lieve puntura. Dopodiché sento solletico e mi guardo il braccio. Il dottore ha fatto un piccolo taglietto e ora sta togliendo due ferretti. Dal mio braccio esce un po' di sangue e lo lo tampona.

"Tutto bene?"

"Sì sì." Sto mentendo. Non vedo l'ora che finisca. Mia madre si avvicina e mi stringe la mano.

"Non guardare è meglio." Annuisco e guardo lei negli occhi. Sono neri come quelli di suo figlio. I suoi capelli, invece, sono marroni diversamente da Harry.
"Vuoi parlare intanto?" Accenno a un sorriso ma scuoto la testa.

"Non ti preoccupare, grazie comunque." Finalmente il medico finisce e dopo qualche domanda e firma siamo libere di andarcene. Il mio braccio è fasciato per evitare di grattarmi i punti che si rissorbiranno tra un po'. Torniamo in macchina e scrivo ancora a Harry, anche per volere di sua madre.

Ho bisogno di parlarti Harry. So che stai male ma non tenerti tutto dentro. Penso anche che non sia andato come volevi che andasse il vostro dialogo...

Pochi minuti dopo vibra il mio telefono:

Arrivo a casa tra 15 minuti.

"Harry dice che tra un quarto d'ora sarà a casa." L'espressione di sua madre si rilassa. Quando arriviamo noto che la moto di Harry non c'è ancora, ma so che tra poco arriverà. Mi fiondo in cucina a mangiare qualcosa mentre mia madre mette su l'acqua della pasta. Sentiamo qualcuno che traffica con le chiavi fuori dalla porta e io corro ad aprirla. So che è lui perché mio padre è a cena con i colleghi. Apro velocemente e una zaffata di vento mi fa sentire puzza di alcool. Guardo negli occhi Harry e li vedo rossi. Non mi sarei aspettata che Harry si sarebbe ubriacato. La signora Smith ci raggiunge e non sembra per niente sorpresa.

"Te ne puoi occupare tu, così io cucino per favore, Alexa?"

"Certo." Harry ci supera barcollando e lo aiuto a raggiungere camera sua. Si toglie con difficoltà le scarpe e si butta sul letto mentre io prendo una sedia e mi metto di fianco a lui.
"Sto aspettando che mi parli."

"Non devo dirti niente."

"Invece direi di sì. Sei tu che sei uscito prima da scuola vero? Non Anne." Lui annuisce.

"Chi te l'ha detto?"

"Lucas. Anche se lui aveva detto il contrario."

"Non sa farsi gli affari suoi quello."

"Cosa è successo?"

"Non voglio parlarne, sono uno stupido." Non ho voglia di litigare con lui, così mi alzo e gli porgo un sacchetto nel caso dovesse vomitare poi mi dirigo verso la porta.
"Aspetta..." Harry sussurra.
"Resta. Te l'ho detto che sono uno stupido." Annuisco e torno a sedermi.
"Ho detto ad Anne che la volevo lasciare e lei mi ha riso in faccia. Le ho chiesto cosa ci fosse di buffo e lei mi ha detto che voleva fare lo stesso. Mi stava tradendo da quando ci siamo trasferiti qui." Chiude gi occhi e si massaggia la testa.

"Non mi sembra una scusa per ubriacarsi." Lui non risponde. Mi sa che si è addormentato. Che buffo che è. Torno da basso e trovo la tavola apparecchiata.

"Giusto in tempo. È pronto." Sembra stanca.

"Non è la prima volta che lo fa, vero?"

"Cosa?"

"Che si ubriaca."

"No, non è la prima volta. Quando è morto suo fratello tornava a casa così ogni sera. È anche per quello che abbiamo cambiato casa e paese." Mangio silenziosamente e dopo torno in camera di Harry con delle aspirine e un bicchiere d'acqua.

"Stai meglio?"

"Non tanto."

"Prendili." Gli metto in mano le cose che ho portato e lui fa ciò che gli dico.

"Mi dispiace. Non avrei dovuto ricadere nella trappola dell'alcool."

"Non ti preoccupare ora ci sono io con te."

La fine del mondoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora