Capitolo 4

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Mi tirai indietro da quell'abbraccio, ci guardammo negli occhi, lo guardai negli occhi. E me ne andai, uscii da quella macchina e mi diressi verso casa. 

Girai un po' in tondo, e solo dopo un po' mi accorsi di essermi persa, nonostante il fatto che alcune case le riconoscetti, mi sentivo vicina e allo stesso tempo lontana.

Ad un certo punto un'auto si fermò affianco a me, il finestrino scendendo giù mi fece riconoscere Anne. 

<<Forza sali>> mi disse lei con un sorriso di comprensione. 

Salii in auto, non riuscii a spiccicare parola, Anne riprese a guidare e poi mi feci forza <<Perché fai tutto ciò per me. Per una sconosciuta che hai adottato in un orfanotrofio. Per una come me che ha mille problemi e che non vede l'ora di farla finita>> sputai senza vergogna tutte quelle parole, iniziando a piangere.

Ormai arrivate sul vialetto di casa, Anne mi guardò con compassione, e sospirò

<<Mi hanno dato vari fascicoli di diverse ragazze. Tu sei stata quella che mi ha colpito di più e quella che aveva bisogno di una seconda possibilità. Io so tutto ciò che ti è successo e sei più forte di quanto tu creda, ma hai anche bisogno di qualcuno che creda in te, hai bisogno di qualcuno che ti salvi, non voglio essere io quel qualcuno ma ho come l'impressione che tu quel qualcuno già c'è l'abbia.>> mi parlò col cuore in mano e io non capendo dove volesse arrivare feci una strana espressione. <<Ora asciugati quelle lacrime, che non ti stanno per niente bene in viso, ed entriamo a casa>> disse infine uscendo dalla macchina.

Entrai in casa e andai nel bagno di camera mia per potermi lavare il viso e poi riscendere in cucina e passare del tempo con Anne.

Mi accorsi che in fondo al corridoio si trovava una porta, non ho mai avuto la curiosità di scoprire cosa era situato all'interno fino ad oggi. 

<<Anne, posso chiederti cosa si trova in questa stanza?>> cercai di chiedere con tutta la gentilezza che lei mi manda.

<<Entra>> mi disse lei infine sbucando nel corridoio. 

Entrai titubante, avevo paura di scoprire qualcosa di nascosto, tipo 'scheletri nell'armadio', ma alla fine trovai al centro della camera un pianoforte bianco lucido, bellissimo e tutt'attorno delle chitarre. Una lacrima solcò ancora la mia guancia al ritorno dei miei ricordi. L'immagine di mio padre che mi insegnava a suonare "tu scendi dalle stelle" era lì fissa nella mia mente.

<<Lo sai suonare?>> mi chiese Anne, ed io voltandomi verso di lei annuii con un flebile sorriso.

<<Posso?>> chiesi infine, volevo vedere se mi ricordavo ancora qualche nota.

<<Certo che puoi. Puoi fare quello che vuoi in questa casa>> mi rispose Anne sempre con il suo sorriso, stava per uscire da stanza e lasciarmi sola, ma si ricordò di una cosa e ricominciò a parlare <<Skyline, questa è la tua paghetta settimanale>>  alla visuale di quelle venti sterline rimasi a bocca aperta, non me lo sarei mai aspettata. La ringraziai molto e l'abbracciai forte, lei la potevo abbracciare, sentivo mia madre in lei.

Mi sedetti sullo sgabello, accarezzai il pianoforte quasi stupefatta da tanta bellezza, e con la delicatezza che non ebbi mai avuto, iniziai a suonare, la canzoncina che mio padre mi suonò tante volte, facendomi ricordare la mamma.

<<Allora sai suonare>> la voce di Harry alle mie spalle mi fece sussultare, ormai ero nel mio mondo, un tutt'uno con la musica, non mi aspettavo che Harry mi stesse ascoltando. 

Smisi di suonare ed Harry si avvicinò a me con uno sgabello, si mise al mio fianco ed iniziò a suonare. Confusa lo guardai, non mi sentivo a mio agio, mi alzai e mi guardai intorno. Notai una televisione, con una console collegata, Harry smise di suonare e mi guardò.

<<Sai giocare?>> alla fine mi chiese, posai i miei occhi su i suoi grandi occhi verdi, io annuii. In orfanotrofio impari a giocare a tutto quanto, i giochi sono quelli, impari a giocare a calcio, alla console. 

Spostammo gli sgabelli e ci mettemmo a giocare, sembravamo due bambini, mi sentii a mio agio in quel momento, sentii l'aria di casa, ero circondata da risate e amore.

<<Mi hai stracciato per la seconda volta. Non ci credo. Voglio la rivincita sappilo>> disse Harry con sguardo di sfida, gli sorrisi a malapena ed uscii dalla stanza.

Andai in camera presi il mio cellulare e le chiavi di casa, poi mi diressi in cucina dove trovai Anne e l'avvisai che sarei andata fare in un giro in zona.

Skyline // N.H. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora