<<Grand Blanc Music School? Una scuola di musica? Davvero?>> chiesi al mio fratellastro una volta che uscii dalla macchina.
<<Non sei obbligata a fare i corsi di musica, se vuoi puoi>> mi rispose guardandomi serio <<ti aspetto alla macchina all'uscita, devi tornare con me>>
Ottimo altro tempo da passare con lui.
Mi recai all'interno della scuola, cercando la segreteria, per ritirare il mio orario e avere il codice del mio armadietto.
Come prima ora avevo letteratura inglese, la mia materia preferita e anche in quella in cui andavo meglio. Mi piaceva scoprire la mentalità degli scrittori, per quale motivo scrivevano, il loro modo di porsi e di descrivere il mondo. Mi piaceva moltissimo leggere, era il mio passatempo preferito, nonostante il fatto che in orfanotrofio i libri facevano abbastanza pena.
Mi recai in classe, feci leggermente in ritardo, il procedimento in segreteria si prolungò un po' troppo. Così dovetti andare a sedermi all'ultimo banco libero. Questa giornata proseguiva di bene in meglio, mi dovetti sedere affianco al biondo tinto.
E ovviamente <<Ciao>> mi disse lui, sorridendomi. Lo degnai a mala pena di uno sguardo.
La lezione andò bene, iniziammo l'argomento del terzo anno e il professore ci assegnò un libro da leggere per la prossima settimana, almeno avrei avuto qualcosa da fare questo pomeriggio.
Le lezioni mattutine finirono abbastanza velocemente, mi recai in mensa per pranzare e fortunatamente trovai un tavolo libero, in modo da poter stare tranquilla e sola.
Ad un certo punto arrivò una ragazza, dai capelli a caschetto perfettamente lisci e castani, si sedette di fronte a me.
<<Sei Skyline giusto? Io sono Mona. Sei nuova e so che non conosci quasi nessuno ed è proprio per questo che sono qui>> iniziò a parlare a raffica, molto sorridente.
Smisi di mangiare e iniziai a guardarla, sinceramente non mi andava di ascoltarla o di averla qui di fronte a me, non mi conosce neanche. Eppure senza neanche chiedermi come mi chiamo, chi sono, continuò a parlare senza smettere.
<<Quelli in quel tavolo sono la squadra di football e le cheerleaders, detto fra noi le più troie. Sono in grado di struggerti in un secondo. Quella dai capelli neri è il capitano, Barbara, comanda tutti. Il riccio si chiama Harry, capitano della squadra e tantomeno fidanzato di Barbara. Ma tu lo conosci è tuo fratello. Poi c'è Horan, migliore amico del capitano e vice capitano della squadra.>> la ragazza andò avanti a parlare e io portai attenzione a ciò che diceva anche se mi stavo per perdere <<quello è il tavolo dei nerd e quello delle sfigate, chiamati così dal capitano delle cheerleaders>> andava avanti a indicare diversi tavoli <<e poi ci siamo noi, tutto il resto della scuola che viene pur sempre tormentato ma si distingue e cerchiamo di farci valere in qualche modo>> finì il suo discorso <<stai attenta Skyline. Ti va di uscire oggi?" domandò poi alla fine, come faceva sapere tutto ciò su di me?
Non sapevo sinceramente cosa risponde, lei era molto gentile e probabilmente lo faceva solo per me, per avere qualcuno che conoscessi, così accettai.
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La settimana passò bene, le materie mi piacevano, feci tutto come mi disse Mona, non mi feci notare, stavo sulle mie, e a volte pranzavo con Mona.
Entrai a scuola, come tutti gli altri giorni, mi stavo sfilando le cuffie dalle orecchie per dirigermi al mio armadietto, ma sentii la capo cheerleaders urlare.
<<Eccola la nuova sfigata nella nostra scuola. Ehi voi, c'è spazio per lei nel vostro gruppo di sfigate vero? Almeno non si sentirà sola.>> disse poi rivolgendosi al gruppo in fondo al corridoi, una risata da parte di tutta la scuola risuonò nei corridoi.
Mai nessuno mi chiamò sfigata, e di certo non doveva essere una puttana ad essere la prima. Mi avventai subito addosso a lei, la spinsi contro gli armadietti e le tirai uno schiaffo.
<<Ripetilo puttana>> le dissi sfidandola, lei aveva il viso contro l'armadietto, la guancia era tutta rossa a causa dello schiaffo.
Stava per rispondermi ma tira un pugno affianco al suo viso sull'armadietto, si spaventò ed io mi procurai una ferita sulla mano.
Qualcuno mi prese di peso e mi allontanò da lei, non sentii più la terra sotto i piedi, solo un braccio che mi stritolava la vita, mi portò fuori dalla scuola, lontano dagli sguardi di tutti.
<<Non puoi finire in presidenza nel giro di un mese che sei qui>> parlò di nuovo lui. Non riesco a capire perché è sempre in mezzo.
<<Lasciami idiota, lasciami, so camminare>> urlai in preda al panico e lui finalmente mi lasciò, le gambe mi tremavano.
Mi prese per il polso e mi trascinò fino alla sua auto <<Ti ho detto di lasciarmi stare, non mi devi toccare>> urlai ancora una volta, dimenandomi per togliere il polso dalla sua presa.
Ma non mi ascoltò, era troppo forte e riuscì a portarmi fino alla sua macchina.
<<Sali>> mi ordinò Niall, sembrava più esausto di me, non capisco perché non mi lascia in pace.
<<No>> gli risposi e mi girai per andarmene, per tornare a casa.
<<Ti ho detto sali, cazzo Skyline>> urlò ancora una volta lui, ma questa volta mi spaventò, e le immagini tornarono.
Stavo letteralmente tremando, neanche una foglia giacente a terra in autunno trema nel modo in cui io tremai in quel momento.
Gli tirai uno schiaffo. Ero terrorizzata in quel momento, volevo solo andarmene e l'unica cosa che mi venne da fare fu quella.
Mi prese per la seconda volta di peso e mi mise in auto, iniziai a piangere, e di nuovo stava accadendo. Tirai le gambe verso il mio petto, infossai la testa e nulla poteva fermarmi in quel momento. Ma lui mi accolse nelle sue braccia, mi strinse forte e capì che stavo avendo un attacco di panico.
Poco dopo riuscii a calmarmi e con la voce ormai rotta dal pianto <<Ti prego Niall, lasciami stare, ti prego>>
Fondai il mio viso nel suo petto e in quel preciso istante la mia paura che avevo di lui si trasformò in sicurezza, in pace. Mi abbracciò ancora forte.
<<Ti lascerò stare Skyline, ma dimmi cosa ti tormenta>> disse lui infine.
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Skyline // N.H. [IN REVISIONE]
FanfictionConvivere con un passato che non è passato, affrontare di nuovo tutto per poter andare avanti. Riuscirà a superare tutto o affonderà senza lasciare tracce, senza ricordi, senza ragioni.