8. Again

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Era di nuovo li, insieme ai suoi amici, a osservare il brutto di quelle vie. Il blu della notte era spettacolare, con spunti luminosi, le stelle.

Tante persone a urlare, a sporgere soldi agli amici di Jonathan.

"Dai scegliti la moto" chiese, sconfitto, Jon.

"13" rispose decisa e piena di adrenalina la piccola e tosta Sky.

"Giuro che se ti spezzi un unghia, ti ammazzo. Non devi farti male chiaro?"

"Si Maï, tranquilla"

**SKYLINE

Sono pronta, forse, si lo sono. Adoro affrontare cose nuove, l'adrenalina che percorre ogni piccola parte del tuo corpo, il sorriso nascosto per la felicità di provare qualcosa di nuovo, è tutto troppo fantastico.

Mi avvicinai alla moto numero 13, avevo scommesso su questa moto l'ultima volta e sono sicura che anche oggi non mi tradirà, vincerà pure oggi e porterò altri soldi a casa.

Il guidatore, già sulla moto, si voltò e con quei occhi ghiaccio analizzò tutto il mio corpo e i miei occhi attraverso il casco.
Salii sulla moto e appoggiai la mia schiena contro la sua, emanava calore e protezione. Una corda legava i nostri corpi.

"3-2-1" uno sparo di pistola fece partire il ragazzo davanti a me.

Oh mio dio stava succedendo davvero, mi sento rinata, sto vivendo di nuovo.

L'aria che sposta i miei capelli, l'odore di benzina, e il freddo di questa sera. Respirai, forse per davvero, di nuovo dopo tanto tempo.

Avevamo vinto, aveva vinto, di nuovo, per fortuna ce l'ha fatta.

Scesi dalla moto, e lo guardai negli occhi, aspettavo che si togliesse il casco, lo facemmo insieme nello stesso momento.

"Cosa ci fai tu qui?" usci dalle labbra di entrambi.

Sono stata sulla stessa moto in cui è stato Niall Horan, ho vinto grazie a lui.

"Oddio Skyline, cosa ci fai qua? Tuo fratello lo sa?" chiese dopo secondi di silenzio.

"Non ti azzardare neanche a dirglielo."

"Deve saperlo."

"E i tuoi genitori lo sanno che ogni sabato sera rischi la vita per correre su una moto? O devono saperlo?" ribattei io con ancora più adrenalina nel corpo.

Mi guardò male, e poi sbuffò.

"Ti riaccompagno a casa" mi propose lui.

"Scordatelo." dissi e mi voltai andando incontro a Maï.

Mi prese per un polso e mi avvicinò a lui "vieni con me"

Non lasciò la presa e mi trascinò con lui, in un posto buio, dove erano parcheggiate diverse macchine, una si illuminò ed era proprio quella dove ci stavamo dirigendo.

"Posso tornare da sola a casa"

"No."

Mi fece salire sull'auto e poi andò dalla parte del guidatore.

Una volta in macchina mi fece una domanda, pensavo che avrebbe finito di chiedermelo prima o poi, ma continuò a chiedermi "perché?"

"Basta. Ti prego."

Mi guardò con un sguardo sconfitto, si appoggiò contro il sedile.

"Hai fame?" mi chiese, cambiando, per fortuna, discorso.

Non ebbi neanche il tempo di rispondere di 'no' che la mia pancia mi contraddisse, brontolando.

"Pizza" aggiunse poi e partì.

Per quale motivo deve sempre impicciarsi, essere così protettivo, quando a malapena ci conosciamo, non lo sopporto.

"Portami a casa" distolse lo sguardo dalla strada per guardarmi e poi riprese a guidare, più veloce.

Girò l'angolo di un vicolo e poi sbucammo su una pizzeria.

"Ti ho detto di portarmi a casa"

"Come la vuoi?"

Lo guardai mentre sorrideva con quel sorriso fastidioso, mi voltai dall'altra parta e guardai le luci accendersi e spegnersi dell'insegna della pizzeria.

"D'accordo, te la prendo come la mia."

"Margherita" dissi, sconfitta, dato che avrei dovuto mangiare, gli dissi un gusto ed evitai che mi portasse qualcosa di stravagante al posto della pizza.

Uscii dalla macchina e lo seguii, all'interno del negozio.

Skyline // N.H. [IN REVISIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora