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𖡼.𖤣𖥧𖡼.𖤣𖥧

Appena uscita dalla propria stanza, lasciando Samantha da sola a riposare, Allison aprì violentemente la porta della stanza da poco riabitata da Cinque, che la guardò impassibile.

Dopotutto, aveva le sue ragioni, ed erano più che valide.«Ti sembra normale attaccarla così appena sveglia?! » l'indice scuro, con l'unghia perfettamente colorata di rosso, si puntò dritto nel petto del ragazzo più "giovane", e Allison lo guardò incredula, il suo tono era accusatorio ma comunque basso per non farsi sentire dalla ragazza in fondo al corridoio. «Ascolta Allison, mentre ero nel futuro, tutto era distrutto e non c'era vita, eppure vedevo questa figura girovagare, era una ragazza, sembrava non mi vedesse, mi passava accanto anche a due centimetri distanza eppure la vedevo come sfocata, il suo viso, il suo corpo, i capelli, tutto sfocato al massimo, ma aveva i capelli rossi, come quella Samantha, l'unica altra sopravvissuta. potrebbe essere una coincidenza certo, ma sarei stupido ad ignorare una coincidenza così fatale, e se trattare male e interrogare una stupida ragazzina potrebbe salvare il mondo allora che ben venga, non me ne frega un cazzo»

«Beh, sta certo che se le metti in testa che ogni volta che ti avvicini la attaccherai, scapperà da te e non potrai tenerla d'occhio» Allison sbuffò, uscendo dalla stanza con le palle piene dell'atteggiamento onnisciente di suo fratello e lasciandosi dietro il ghigno di Cinque.

Magari aveva ragione, aveva sbagliato approccio...

Samantha sentì la porta sbattere dall'altro lato del corridoio e si impose di alzarsi, la gamba le faceva comunque male ma almeno era sopportabile e reggeva il suo compito, e riuscì ad arrivare alla porta.

Era successo qualcosa?

La rossa abbassò la maniglia ignara, la sua mente occupata solo da quel dubbio e dal programmare il prossimo passo per non cadere, e oltrepassò la soglia della porta finalmente uscendo nel corridoio sconosciuto. I suoi occhi verdi si alzarono finalmente dal pavimento in parquet, incontrando l'unico e solo essere sulla terra che poteva fermare il suo sangue, letteralmente, raggerarlo e fermarle il cuore, tapparle le vene e chiuderle la gola.

Quel quadro, quello era il quadro che voleva non vedere affatto, o almeno sfocato come il paesaggio della notte in cui incontrò Cinque, improvvisamente anche la sua gamba buona cominciò ad abbandonarla, tremando sotto al suo peso come quella ferita e costringendo Samantha ad appoggiarsi al muro usandolo come guida mentre camminava all'indietro.

Ma anche mentre seguiva la linea del corridoio, appiattendosi contro la carta da parati e pregando di fondercisi, gli occhi fermi nel tempo sembravano seguirla, da dietro al monocolo e al vetro del quadro, godendosi la sua immortalità, gli anni che avrebbe passato nella sua mente oltre a quelli che le aveva rubato.

E come colpo finale, mentre la mano tremolante di Samantha trovava la maniglia più vicina, i suoi occhi si staccarono a forza dal disegno dei suoi incubi, scendendo fino alla scritta dorata nella cornice.

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