CAPITOLO 17 - Delle congratulazioni inattese

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= Scuola di Magia e Stregoneria di Beauxbatons (Francia). Aprile 1954 =

Il tempo era trascorso dalle Nozze. Un paio di mesi non potevano cancellare quello che era successo nel Wiltshire, tuttavia il ritorno a Beauxbatons l'aveva confusa. Lì era rimasto tutto uguale. Aveva indossato la divisa celeste sentendosi diversa... Guardandosi allo specchio, vide nel riflesso "una donna", e una moglie, non più una ragazzina di 16 anni. Adesso era la nuova Lady Malfoy, non più una Strega qualsiasi fra i Cognomi storici francesi. Le compagne le avevano chiesto come fosse andata in Inghilterra: soltanto le Aristocratiche erano state invitate alle Nozze, le altre non erano nell'elenco degli interessi dei Malfoy o dei De Lorraine. Avevano voluto vedere la fede nuziale d'oro, e le avevano chiesto come fosse il sesso, argomento tabù a Scuola.

[Sophie] < Orribile!>, avrebbe voluto rispondere, ma si trattenne.

Pur avendo pochissima esperienza riguardo a quel tema, capiva che lo stupro subito dal marito e la forzatura del suocero non rappresentassero la normalità, perlomeno non nel Ventesimo Secolo.

Le settimane erano trascorse, le lezioni erano riprese, ma lei si sentiva cambiata. Distratta, continuamente con la testa altrove, persino confusa.

Poi iniziarono dei crampi al ventre, seguiti da problemi digestivi e stitichezza, in un'altalena di insonnia e sonnolenza. Irritabile e con sbalzi d'umore repentini, più del solito, era impossibile concentrarsi nello studio in quella condizione! Attribuì allo stress quelle manifestazioni corporee, d'altronde anche quando era rientrata dalle vacanze Natalizie non era stata bene, quattro mesi prima. Non aveva ancora imparato a Smaterializzarsi, bisognava essere maggiorenni e sostenere un Esame apposito, pertanto i viaggi Francia-Inghilterra erano lunghi e sfiancanti per la sua salute cagionevole.

La cosa già strana era la difficoltà a concentrarsi quando suonava: non era mai successo che la musica non fosse il suo conforto. Seduta alla panca, guardava la tastiera con occhi vuoti.

Nella mente risuonavano le confidenze del suocero, non capendo cosa provare nei suoi confronti. Pietà, ecco la parola giusta. Lo aveva detestato talmente tanto che scoprire il suo lato più umano e fragile le aveva offerto un punto di vista rivoluzionario, come se non fosse più la persona che l'aveva letteralmente 'comprata' dai debiti del padre. Sospirò, tornò a guardare la tastiera del pianoforte, sforzandosi per comporre qualche accordo. Osservò distrattamente la fede al dito: il sogno di suonare alla Filarmonica di Parigi sembrava ancora lontano, tuttavia Septimus le era sembrato sincero quando aveva detto che in cambio di un nipote maschio non le avrebbe chiesto altro. Poteva illudersi, ancora, o sbagliava?

*

Sophie non portava mai con sè un orologio, ma, a giudicare da quanto tempo era chiusa in quel bagno, aveva sicuramente perso la prima ora di Aritmanzia.

Non era la prima volta che le capitava di vomitare la colazione: aveva un carattere molto emotivo, che la portava a stare male per numerose faccende, pertanto si trovava spesso a rimettere i pasti per il nervoso o altri stati d'animo che le compromettevano la digestione; bastava una verifica o una interrogazione per toglierle l'appetito, così come bastava un voto mediocre, o anche solo lo sguardo di una compagna di Scuola per farle abbandonare il piatto, o espellere tutto in bagno, incapace di tranquillizzarsi. Era sempre stata molto sensibile, forse per i problemi in casa che avevano diviso i suoi genitori fin da bambina, portandola a somatizzare per tutto.

C'era tuttavia da ammettere che da quando era tornata in Francia non era stata bene per un solo giorno della settimana: crampi addominali mai provati, perdite vaginali, mal di schiena sconosciuti, e - una fra le ultime novità della situazione - il sanguinamento delle gengive.

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