sweet lies

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Il mattino seguente, mi sveglio a causa della suoneria del mio cellulare.

Potevo mettere la modalità aereo così non venivo disturbato da nessuno? Ugh.

È Josh; mi affretto a rispondere, un velo preoccupato.

Finalmente rispondi eh!
Tutto ok Josh? Ti sento un po'-
Ti sto suonando al campanello da mezz'ora ma non accenni a farti vivo, cosa ti succede?
Oh ehm.. ho il sonno pesante, lo sai-
Sisi ora ti credo guarda.
Vuoi sapere la verità? Pensavo fosse Ashley, e non ho voglia di domenica mattina sorbirmi i suoi piagnistei, tutto qua.
*silenzio* mhmh, vabbè ora aprimi però, non mi piace stare in piedi troppo allungo.
Arrivo.

Chiudo la chiamata e corro al piano di sotto, rischiando di cadere dalle scale e di sbattere contro un mobile.

«buongiorno Ty»
Mi rivolge un dolce sorriso, porgendomi un mazzetto di margherite apparentemente raccolte da lui.

«le ho prese dal giardino di questo di fronte a noi, non dirglielo eh ahah.»
Rido anch'io, divertito dalla visione di lui che raccoglie delle piccole margherite da un giardino altrui.

Mi vede che le fisso con sguardo perso, e sembra incupirsi subito.

«uhm.. non ti piacciono? Se vuoi-»
«è un gesto dolcissimo, Josh. Lo apprezzo molto, grazie del pensiero.»
Intervengo il prima possibile, illuminandogli il viso non appena finisco la frase.

«ti va di ordinare qualcosa? Si sono fatte le 13 ormai, dormiglione!»
Mi sorpassa, scompigliandomi i capelli già incasinati di loro.

Mi strappa un sorriso timido, è così carino.

«pizza o hamburger e patatine?»
Rientrando, lo vedo già cercare i numeri dei ristoranti sul proprio cellulare, seduto sul divano.

«non ho fame al momento, mi preparo qualcosa più tardi..»
Accenno, consapevole della reazione di Josh.

«Tyler, devi mangiare regolarmente, non puoi sempre saltare i pasti a casaccio. Poi ti sciupi troppo e—»

«chi sei, mia nonna per caso?»
Faccio, divertito dalla situazione.

«mi preoccupo per te, Tyler. Sono serio, devi mangiare di più e più spesso, ti si vedono le costole...»
Risponde con un'espressione impassibile, quasi mi spaventa adesso.

«sto bene, davvero. Semplicemente mi sono svegliato da poco e non ho molta fame, okay? Tranquillo dai.»
Provo a farlo tranquillizzare, ma riesco solamente a farlo preoccupare ancora di più.

Mi raggiunge in pochi secondi all'ingresso della cucina, cingendomi i fianchi con le sue mani. Un tocco delicato, ma deciso allo stesso tempo, come se potessi scappargli da un momento all'altro.

«Josh davver—»
«smettila di mentire, lo capisco subito quando lo fai, soprattutto con me. Mi importa di te più di ogni altra cosa, la tua salute viene prima di tutto. Ora mi spieghi perché negli ultimi giorni stai mangiando così poco?»
Mi dice tutto fissandomi negli occhi, non mollando la presa, sicuro di sé come non mai.

Esito a rispondergli, appoggiando gentilmente le mie mani sul suo petto caldo, evitando il contatto visivo.

«è come se... avessi lo stomaco chiuso.. perennemente. Mi è già successo in passato, sono brevi periodi in cui mangio poco, nulla di cui preoccuparsi.»
Scandisco bene le ultime parole, carezzandogli la guancia con cura.

love and tears » joshlerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora