Capitolo 22: Sanguis vitam generat

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Lucius

<<Lisandra!>> esclamo quando la vedo tra le braccia di un vampiro inerme. Il suo cuore batte così piano.

No. No. No. Se rallenta ancora, può morire. No.

<<Portala qui dentro!>> ordino al vampiro. Rivolge uno sguardo alla lucertola, che mi guarda con un'espressione saccente.

<<Subito!>> ripeto impetuosamente. La lucertola annuisce. <<Tanto morirà a breve>>, commenta. Il vampiro apre la porta della mia cella e poggia delicatamente sul pavimento il corpo immobile di Lisandra. Esce rapidamente e, insieme a tutti gli altri spettatori, si allontana dal mio raggio visivo.

<<Lisandra>>, ripeto, ma lei non reagisce. Il suo cuore perde ancora battiti e io inizio a perdere la speranza.

Dove cazzo siamo?

<<Non ti lascerò morire, Lisandra!>> urlo con tutta la forza che ho in corpo, facendo tremare la roccia. Muovo ripetutamente le braccia e, non so come, all'improvviso le catene si spezzano. Mi libero rapidamente anche i piedi e con un passo raggiungo Lisandra. La prendo in braccio e mi siedo, appoggiando la schiena alla parete. Con una mano la prendo per il viso e con il braccio opposto le circondo il corpo minuto, sporco di sangue nero. Ha il petto pieno di tagli profondi, causati certamente da alcuni artigli, e noto immediatamente il mutamento che il suo corpo ha vissuto e di cui Michael mi aveva parlato. È dimagrita fin troppo. È quasi scarna, le si vedono gli incavi delle guance e sotto gli occhi le si sono formate delle borse scure, difficili da non notare.

Quanto sono stato stupido. Non dovevo trascurarti.

La stringo al petto. Se avessi la possibilità di piangere, lo farei.

<<Perdonami, Lisandra>>, ripeto cullandola tra le mie braccia senza saper cosa fare.

Improvvisamente, dopo alcuni istanti, mi ritorna in mente un antico incantesimo che solo chi sa praticare la magia può fare. Me ne parlò l'anziano del villaggio di Vatra Dornei tempo fa, dopo la mia trasformazione.

Lisandra sa usare la magia. È la Skiarat. Lei può tutto.

<<Lisandra, piccola, ti prego. Devi ripetere una frase con me e tutto andrà bene, okay?>> chiedo scuotendola con più forza in attesa di una sua risposta. Sono sul punto di lasciar perdere tutto, ma d'un tratto vedo che annuisce debolmente.

<<Brava, ragazza>>, sussurro accennando un sorriso. <<Rimani con me, Lisandra!>>

<<Cum amare, non amas facies omnia pro persona, et hoc facio. Ego quaeritur tu, Deus magnus ab inferis, ad eam da mihi forte servare. Ego, Lucius Romanov, vado ad me unus de tenebris penes meam duritiam incantatorum tuorum vehementem>>, dico continuando a cullare Lisandra tra le mie braccia.

Quando ci si innamora, si fa di tutto per la persona che si ama, perciò io faccio questo. Ti chiedo, grande Dio degli inferi, di darmi la possibilità di salvarla. Io, Lucius Romanov, sto per usare uno degli incantesimi oscuri a mia disposizione.

<<Ripeti con me, piccola: est enim sanguis sanguinem vocat>>, dico lentamente.

<<Est... enim sanguis... sangui...nem vocat>>, ripete molto lentamente, con voce flebile.

<<Sanguis vitam generat>>, dico scandendo ogni parola e Lisandra mi imita. I suoi polmoni stanno arrancando e il suo cuore è sempre più debole. Faccio fatica a sentirlo.

<<Sanguinem generat mortem. Incipit sanguis fluit>>, le sussurro nell'orecchio. <<Sanguinem... generat... mortem. Incipit... sanguis... fluit>>, mormora. Tuttavia, subito dopo aver pronunciato l'ultima sillaba, il suo cuore smette di battere.

Legami di Sangue: la vendettaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora