JulianDue porte. Una sala d'attesa con sedie di plastica azzurre, le pareti rocciose e un pavimento d'ospedale. L'intera famiglia Silver che fa avanti e indietro, da una porta all'altra. Siamo nel bunker della montagna, ex nascondiglio degli Akamu, nel reparto ospedaliero che avevo progettato e che avevo trasformato in un istituto per l'educazione.
<<Julian, siediti>>, dice mio zio Licano dando due colpetti con la mano sulla sedia accanto alla sua.
Io sono un vampiro. Non mi siedo, penso. Scrollo la testa e annuisco. Mi siedo vicino a lui, sospirando rumorosamente.
<<Sono in buone mani>>, mi ricorda il fratello di mia madre.
<<Io potrei essere d'aiuto>>, dico giocando nervosamente con le mani.
Sono nervoso e non sono l'unico. Sebastian e Nicolae siedono rigidi, con le spalle larghe e le mani sulle ginocchia, mentre mio nonno Emilian e il mio bisnonno Grigore sono impegnati ad ascoltare cosa succede nelle due stanze.
Ancora non ci credo. Com'è potuto accadere?
Mio padre tirò fuori il corpo di mia madre dalla tomba di marmo e si mise a terra, tenendola tra le braccia, mentre il petto di mia madre si alzava e si abbassava lentamente e il suo cuore batteva piano.
<<Com'è possibile?>> chiese stupito Nicolae.
<<Lisandra>>, sussurrò mio nonno Emilian.
<<Sei qui>>, mormorò mio padre accarezzando il volto di mia madre. <<Sei viva>>.
Ero sicuro che se mio padre fosse stato un essere umano, avrebbe pianto fin quando tutta l'acqua nel suo corpo non fosse finita.
Ci avvicinammo tutti e io osservai mia madre: aveva gli occhi chiusi, la pelle bianca come la neve e dei capelli corvini lunghi fino al femore. Nonostante fossero passati anni dalla sua scomparsa, il suo corpo era perfettamente pulito, praticamente perfetto.
<<Lucius...>> disse a bassa voce Alec, chinandosi con cautela. <<Posso prenderla? Voglio solo visitarla>>.
Gli parlava così, trattandolo con i guanti, perché aveva tutto l'aspetto di Gollum del Signore degli Anelli. Mia madre era il suo anello. Mio padre rimase diffidente per qualche minuto, poi guardò il viso di mia madre e quello di Alec e annuì. Alec prese mia madre con attenzione, si alzò e si diresse verso la porta rossa della Sala Sulbén.
La mia famiglia iniziò a seguire Alec, ma mio padre rimase dov'era.
<<Papà?>> dissi richiamando la sua attenzione. Lui scosse la testa e mi guardò, annuendo. <<Sto bene>>, rispose e si alzò. Iniziò a camminare davanti a me, quando all'improvviso cadde a terra.
<<Papà!>> urlai.
Era a terra. Non si muoveva. Gli occhi erano chiusi e tutto il corpo era più rigido rispetto al solito.
<<Non puoi, per ora>>, commenta mio zio Licano, riportandomi alla realtà. <<Mi piace molto come hai cambiato questo posto>>, dice cercando di distrarmi.
Nella stanza a sinistra ci sono mia madre, Alec e Alba, mentre nell'altra, a destra, mio padre, Jules e Leonardo. Mia cugina di sangue, Sara Silver, ex Romanov, cammina avanti e indietro e passa davanti a noi mille volte, dandoci speranza.
Sono passate ore dal ritrovamento di mia madre e dalla perdita di coscienza di mio padre. Nessuno dei due migliora: dalla stanza di destra si sente Jules, impegnata a pronunciare qualche formula, e da quella di sinistra arriva il suono del monitor che controlla il battito di mia madre; sempre lì, Alba spezza qualsiasi incantesimo abbia tenuto Lisandra prigioniera in quella tomba.
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Legami di Sangue: la vendetta
FantasiLibro completo senza revisioni Libro revisionato SOLO SU AMAZON Questa storia si può trovare facilmente su Amazon in cartaceo Sono passati anni dall'arrivo di Lisandra in Romania eppure nulla è cambiato: ci sono ancora troppi segreti da svelare e...