Prologo.

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Ed eccola lì, in quel misero ospedale, in braccio a papà che mi saluta dalla finestra. Per l'ultima volta, forse.

Non è giusto. Non lei. Non può andarsene, non ora.

E io non posso fare niente, sono con la nonna su una panchina, ad aspettare che lei se ne vada.

Sorride, ma non sono così stupida, so che è un sorriso falso. Tutti quanti in questi giorni hanno sorrisi falsi, ma io no. So che deve andare, Gesù la vuole con sé, ma non può, non ora.

Fisso per un po' il vuoto, quando sento la mano della nonna poggiarsi sulla mia spalla.

- tranquilla Summer, la mamma ci sarà sempre con te, con noi.- la mano si sposta sul mio cuore.

Do un'ultima occhiata alla finestra, ma non c'è più, se n'é andata. Riabbasso lo sguardo, sempre più triste.

Due braccia mi circondano in un grande e caloroso abbraccio, proprio quello di cui avevo bisogno, in questo momento. Ma sento che manca qualcosa, manca lei. Solo perchè ho dieci anni non sono potuta entrare, la volevo salutare per bene, dato che non la rivedrò per il resto della mia vita. Non è giusto. Lo ripeto continuamente, non è giusto. La vita è ingiusta, insomma, perchè lei? Perchè non qualcun'altro?

It isn't right ||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora