Capitolo 1.

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- chiariamo una cosa, ok?- dice la mora di fronte a me.

- ok.- ripeto sospirando.

- non abbiamo tutti gli orari insieme, però troviamoci qui ad ogni intervallo, ok?-

- ok. È tutto chiaro.- concludo chiudendo l'anta del mio armadietto. Non aggiungo altro, e volto le spalle alla mia amica, pronta per assistere ad una noiosa lezione di matematica. Dio solo sa quanto odio la prof. e la materia stessa.

Aula 105. Arrivata, entro in classe, è presente solamente il solito secchione, in prima fila.

Mi siedo all'ultima fila, accanto al muro, in modo da poterlo sfruttare per la mia povera schiena in un punto morto della lezione.

Anche se so che quella demente della Smith mi metterà davanti a lei come in ogni sua santa ora, tanto vale tentare di poter stare infondo all'aula.

In meno di 5 minuti arrivano gli altri studenti, che riempiono ben presto l'intera classe.

Accanto a me si siede Carly, una ragazza che ho conosciuto a inizio anno.

È molto simpatica.

Oramai parlo con lei in preda ad ogni attacco nervoso durante la lezione, ce ne vuole di pazienza con quella prof.
***

- prendi quello...- mi rivolgo a Melody facendo spallucce, mentre indico una ciotola contenente della salsa gialla posta davanti alla cuoca della mensa.

Quest'ultima prende un cucchiaio pieno zeppo di quella roba, per poi metterla nel piatto della mia amica.

- tu bionda, ne vuoi?-

Scuoto velocemente la testa in segno di disapprovazione.

Cerco con lo sguardo un tavolo vuoto, o almeno con due posti liberi.

- quello là!- dice la mia amica dirigendosi verso il tavolo.

La seguo, e appena arrivata mi metto seduta di fronte a lei.

Mugugna. - non è così male!- aggiunge dopo.

- vuoi?-

Scuoto la testa.

- Sum, devi mangiare qualcosa. È da giorni che non tocchi cibo!-

Sospiro. Questa situazione non è per niente bella.

- passerà, tranquilla. Non è così male, infondo!-

La fulmino subito dopo con lo sguardo, e lei ripete l'ultima sua parola per un atro paio di volte.

- così va meglio.- le faccio un sorriso di sfida.

- guarda, c'è Zayn!-

Mi volto di scatto facendo cadere le posate, con le bottiglie di ketchup e maionese dal tavolo. Non c'è nessuno. Attiro un sacco di occhiate da parte di altri studenti, figura di merda a inizio anno.

Mi alzo subito dopo da tavola per raccogliere la roba caduta.

- cretina!- scoppio a ridere.

- sei...ehm...rossa.- dice provando a trattenere le risate, ma fallisce, come al solito.

- andiamo?- chiedo alzandomi.

- sei in terza, ti conoscono tutti da tre anni!- ribatte lei.

- ok.- non l'ascolto, e prendo il mio vassoio portandolo nei rispettivi carrellini che poi le cuoche porteranno in cucina.

Mel mi segue senza dire niente.

- perchè hai nominato Zayn?- chiedo.

Lei scrolla le spalle.

- è il tuo ragazzo.-

- ehm...no. siamo solo amici.-

- lo ami Sum.- dice convinta.

- in tante lo amano. E siamo solamente amici, tutto qui.-

- sarà.- mi stampa un bacio sulla guancia.

- ci vediamo agli armadietti tra un'ora.- continua.

Annuisco, e poi vado per la mia strada, ovvero l'aula di fisica.

Tra due ore me ne torno a casa. Ma non voglio. Per la prima volta, nella mia vita, credo di voler restare a scuola.

Il che è molto strano, non essendo una che ama il comune edificio, come tanti altri, dove appunto la maggior parte degli adolescenti si dispera, è molto strano.

Apro la porta, l'insegnante è già presente. Questa è sfiga, ma vabbè.

Mi metto seduta, e prendo il cellulare mentre aspetto l'inizio della lezione.

Un messaggio:

Molto probabilmente non saremo in casa stasera. Papà xx

Perfetto, veramente.

Non posso fare un recupero, in modo da restare 3 ore in più qua a scuola? Sfortunatamente no, altrimenti mi sarei già prenotata in una fottuta materia.

La prof. inizia a battere le mani, attirando l'attenzione dei suoi alunni, me compresa, così metto il telefono in tasca per poter ascoltare la lezione.

* * *

- ci sentiamo domani, allora?- domando, anche se so già la risposta.

Mel annuisce, per poi montare nel BMW di sua madre.

Prendo il telefono e compongo il numero di papà.

Uno, due, tre quilli...niente.

Riprovo, e fortunatamente risponde.

- pronto?-

- papà...sei a casa, adesso? O sei già uscito?-

- oh, Sum! No, siamo partiti qualche oretta fa.-

Sospiro in modo pesante, non ce la faccio più.

- tutto bene?- chiede.

- a meraviglia, davvero.- rispondo ironica.

- adesso devo andare tesoro, a più tardi.-

Riattacco senza dire niente, ed è ciò che penso. Niente.

Mi scosto dal muretto al quale mi ero appoggiata durante la breve telefonata e riprendo il passo verso casa.

*****

My Corner :)

Ciao a tutti

Questa non è la prima fan fiction che scrivo, e mi rendo conto di non essere molto brava, soprattutto scrivendo al presente.

Se volete commentare, commentate, perché mi farebbe molto piacere leggere le vostre opinioni.

Detto questo, mi dileguo.

Un bacio,

Alice.

It isn't right ||Niall HoranDove le storie prendono vita. Scoprilo ora