Clarisse's POV:
E ora che faccio? Davvero, che cazzo faccio?
Mi mordo il labbro inferiore e sussulto quando la voce di papà mi riprende. Mi sono completamente dimenticata di stare parlando con lui.
- Clarisse?
- Papà - sussurro, accasciandomi contro la parete. Immergo una mano nei capelli, in panico. La moquette azzurra è morbida sotto di me.
- Non mi stai prendendo in giro - nota, preoccupato. - Cosa c'è che non va?
Continuo a fissare i gradini delle scale davanti a me, mordicchiandomi il labbro e stringendo nervosamente una ciocca di capelli tra le dita.
- F-fo-forse mi ha sentito - balbetto.
- Cosa?!
- Non lo so...
- Ma anche tu! Sei proprio un genio! - nonostante tutto mi scappa un sorriso. - Mi manchi, papà - sussurro. Lui ride sommessamente, con la sua voce calda e roca.
- Anche tu, amore. Ma parlami di questo ragazzo. Che è dei tre?
- Sono quattro papà - sorrido. La morsa di ansia e di nervosismo comincia a sciogliersi nel mio petto.
- Ah, già. È Ashton?
- Come... come...
- Avanti, Clarisse, non sono così rimbambito. Da quando?
- Non lo s...
- Okay. E lui?
Il sorriso sparisce subito dalla mia bocca. - Non penso che...
- È cotto di te, va bene. Ti ricordi i metodi per non avere bambini o dobbiamo ripassarli assieme?
- PAPÀ! - esclamo imbarazzata. Un improvviso calore incendia le mie guance e gemo, affondando la faccia tra le mani. Lui ride.
- Sto scherzando. Ma per favore stai attenta, sono decisamente troppo giovane per diventare nonno.
- Clarisse?
Sussulto e mi giro. Chiudo la chiamata e mi alzo da terra, stiracchiando un sorrisetto. Ashton e Michael mi guardano dalla cima delle scale, il primo perplesso e il secondo con un sorrisetto. Tuffando il mio sguardo nelle iridi verdi di Michael e osservando la piega ironica e maliziosa delle sue labbra capisco. Non è stato Ashton a sentirmi. È stato lui.
- Che ci fai per terra? - chiede Ash, avvicinandosi e tendendomi le mani. Sospiro e infilo di nuovo il celulare in tasca, afferrando le sue mani. Le sue dita si stringono attorno ai miei palmi scivolosi, ma non molla la presa. Mi tira su, quasi di peso, e mi sorride. - Stavo... telefonando a mio padre - ribatto nervosamente. Poi mi volto verso Michael, velocemente, facendo scivolare via le mie mani dalla presa di Ash. Con la coda dell'occhio lo vedo increspare le labbra, perplesso. Ci è rimasto male. Una fitta di senso di colpa mi pungola il petto, e allungo furtivamente una mano a sfiorare la sua mentre guardo Michael. Il suo sguardo verde è puntato in basso e fissa le dita di Ash che trattengono le mie, avvolgendosi attorno alla mia mano. - Cosa ci facevate lì? - con il mento indico le scale, sperando di non sudare troppo e che la mia voce non sia troppo stridula. Cazzo. Perché a me?
- Oh, eravamo... a fare una chiacchierata - esclama con nonchalance Michael. Il mio cuore raddoppia i battiti. In che senso? Ha... ha detto a Ash che... oh cazzo. No.
- Andiamo in camera? - mi ritrovo a camminare trascinata da Ashton, con le gambe molli. Michael ci fa strada, ma Ash rallenta leggermente, costringendomi a fare lo stesso. - Stai bene? - mi chiede sottovoce.
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Lucky Girl || Ashton Irwin || 5sos ||
FanfictionCosa succederebbe se Michael Clifford si rompesse un braccio due giorni prima della partenza per il tour mondiale? I 5 Seconds of Summer non potrebbero rimandare le date. Allora a chi toccherà suonare al posto di Michael?