Capitolo Ventitré

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- Fanculo. Fanculo. Fanculo.

Luke si stringe la testa tra le mani. Lo guardo silenziosa, terribilmente preoccupata. Non sappiamo nulla di Cal; le infermiere non hanno saputo dirci niente. Ashton e Michael stanno parlando con un medico in fondo al corridoio, ma quando Luke ha provato ad alzarsi è ricaduto sulla sedia di plastica blu, senza riuscire a racimolare le forze per tirarsi in piedi, ancora troppo scosso. Non sono riuscita a lasciarlo da solo. Scivolo sulla sedia -fredda e scomoda- tra di noi e gli prendo la mano. Lui tira su la testa e mi guarda con i suoi bellissimi occhi color ghiaccio, caldi e pieni di lacrime. Appoggio la testa sulla sua spalla e lui mi bacia la tempia tirando su col naso e ricambiando la stretta.

- Vedrai che non è nulla di grave.

- Ragazzi - alziamo lo sguardo, all'improvviso in panico, entrambi. Michael ha una mano tra i capelli rossi, ma sembra enormemente sollevato. Sta quasi sorridendo, anche se ha le lacrime che gli imperlano ancora le guance pallide, non più rosse.

- Sta bene.

Il macigno d'ansia che avevo al posto dello stomaco sparisce all'improvviso. Tiriamo un enorme sospiro di sollievo e stringo ancora più forte le dita di Luke, appiccicando il mio palmo al suo.

- Ma che è successo? - mi ritrovo a chiedere per l'ennesima volta, quasi frastornata.

Michael si lascia cadere sulla sedia accanto a me e poggia la testa contro la parete bianca, mentre abbandona le sue mani sulle gambe.

- Era andato a comprare un pacchetto di caramelle - mi spiega con una risatina soffocata. Che frase assurda. Ridiamo per non piangere. Interviene Luke, passandosi nervosamente una mano tra i capelli, mentre Ashton, ancora col medico in fondo al corridoio, si gira verso di noi e i suoi occhi incrociano i miei. Mi fa un sorriso dolce mentre comincia a camminare verso di noi, lasciandosi alle spalle il dottore. - Continuavo a rompergli le palle con la storia che volevo le caramelle, così a un certo punto mi ha preso per il braccio e siamo scesi. Stavamo attraversando l'incrocio quando è sbucata una macchina. Ero dietro di lui, l'ho visto rotolare a terra come un birillo - la voce di Luke trema e gli accarezzo il braccio.

Michael si solleva e si sporge sulle proprie gambe, guardando verso di lui oltre me. Mi tiro il più possibile contro lo schienale della sedia. - Non è colpa tua, Luke. Si è fermato?

- Sì, era una ragazza, piangeva come se fosse morto... dovrebbe essere qui da qualche parte, un'infermiera l'ha portata via per farla calmare un po'.

Ashton arriva davanti a noi e sollevo lo sguardo. Ha le mani infilate nelle tasche dei jeans, i ricci arruffati e il maglione color grigio scuro che gli cade perfetto sul busto. Mi rivolge un'altro sorriso dolce.

- Ha solo preso una bella botta - ci informa, con la voce stanca. - Ha perso i sensi perché ha battuto la testa ma gli hanno fatto i controlli, è tutto a posto. Non ha nemmeno un braccio rotto. Sta meglio di te, Michael.

La sua battuta riesce perfino a far sorridere Luke e ad alleviargli un po' del senso di colpa dagli occhi.

Michael sventola il suo braccio ingessato, mettendo un finto broncio.

- Stronzo - borbotta. Ash ride. Un'infermiera ci si avvicina e ci informa che due alla volta possiamo andare da Calum.

Luke scatta in piedi, prima di voltarsi con uno sguardo colpevole verso di noi. Ash gli da una pacca sulla spalla. - Vai, tranquillo. Anche tu, Michael. Io vado dopo con Clarisse.

- Sicuro?

Ash annuisce, ma scorgo uno scintillio preoccupante nei suoi occhi. Michael però non esita, e sembra davvero sollevato di poter accertarsi delle condizioni del suo migliore amico di persona. Mentre lui e Luke si allontanano nel corridoio fisso le loro schiene, e nel frattempo Ashton scivola affianco a me. Mi da un colpetto col ginocchio e sorrido. Intreccia le dita alle mie.

Lucky Girl || Ashton Irwin || 5sos ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora