Capitolo Ventiquattro

4.9K 254 14
                                    

  Ash's P.o.V:

Apro la porta quel tanto che basta a farmi passare e la richiudo velocemente dietro di me, con il cuore a mille. Mi volto e il mio cuore palpita dolorosamente mentre mi accorgo della scena.

Clarisse è seduta sulla sedia accanto al letto della madre. Le loro mani -tutte e quattro- sono intrecciate. La ragazza è china sul materasso, la testa abbandonata sul fianco di Leira. Sta dormendo profondamente, i capelli biondissimi sparsi sulle gambe della mamma. Lei, invece è sveglia.

Non appena mi sente alza lo sguardo e i suoi occhi si riempiono di incertezza. Indossa una di quelle orribili vesti da ospedale sotto alla felpa blu, e ha i capelli raccolti. È ugualmente bellissima alle altre volte che l'ho vista, eppure le sue occhiaie e i suoi zigomi pronunciati parlano per conto proprio. Le sorrido, a disagio.

- Sta per passare un controllore, devo portarla fuori... - sussurro avviconandomi.

Leira annuisce senza dire nulla e si china ad accrezzare i capelli di Clarisse, baciandola sulla fronte. Lei si muove appena, confusa e ancora in bilico tra il sonno e il dormiveglia.

- Amore - sussurra Leira. Non riesco a distogliere lo sguardo dal suo viso. È colmo di un amore totale, incondizionato verso Clarisse.

Lei mugula qualcosa, muovendosi appena. Leira alza lo sguardo verso di me, sorridendo intenerita.

- Forse tu ottieni più risultati.

Mi avvicino, inginocchiandomi accanto a loro. Accarezzo la schiena di Clarisse senza riuscire a reprimere un sorriso. Le sue guance sono rosse. Ha pianto, ma sembra serena.

- Cucciola, dobbiamo andare.

Lei spinge debolmente via la mia mano dal suo braccio. Leira ride piano.

- Smettila, Ash. Continua a svegliarmi e ti mollo - borbotta. Mi sento arrossire e la madre di Clarisse sorride maliziosa.

- Va bene - sospiro. - Ho capito.

Senza indugiare, mi rimetto in piedi e mi chino ad afferrarla. Clarisse boccheggia sorpresa, all'improvviso sveglia e vigile, mentre la sollevo in aria. Stringo la presa sul morbido incavo del ginocchio e sulla sua schiena.

- No - esclama, aggrappandosi al mio collo e guardandomi contrariata con i suoi tempestosi occhi grigi. - Mollami - si lamenta, interrompendosi per sbadigliare. Sorrido intenerito e mi chino. Le sue piccole mani calde scivolano dal mio collo al mio petto mentre si regge a me. Dopo che mi sono raddrizzato fa un passo in avanti e torna ad appoggiare la testa sul mio petto, sospirando.

- Notte - biascica.

Leira ride e sorrido. La saluto con la mano e lei ricambia, addolcita, mentre avvolgo un braccio attorno alle spalle di Clarisse e la conduco piano verso la porta. Sembra quasi ubriaca-e lo è. Ubiaca di sonno. Cammina a stento. Anzi, più che camminare barcolla.

Apro la porta e mi infilo nel corridoio, tirandola delicatamente verso di me per il polso. Nel corridoio non riesco nemmeno a fare un passo che lei barcolla e si accascia contro la parete. La afferro per i fianchi e la attiro al mio petto.

- Così non va.

Lei sbuffa, ma stavolta non si oppone quando mi chino di nuovo e la prendo delicatamente in braccio.

Affonda il viso nel mio collo e sospira, facendomi venire la pelle d'oca e tanti, piccoli brividi mentre il suo fiato soffia sulla mia pelle.

- Sei un tesoro.

Ridacchio e svolto nell'angolo. Rivolgo un cenno di ringraziamento all'infermiera bionda e procedo verso l'ascensore.

- Andiamo in hotel, va bene? Cal lo dimettono tra venti minuti, ha già firmato tutte le carte. Lo vedi domattina... cioè, dopo.

Lucky Girl || Ashton Irwin || 5sos ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora