2 Settembre

11 1 0
                                    

Non intendo iniziare con 'caro diario'.
Quindi visto che preferisco rivolgermi a qualcuno che conosco, dirò 'caro Bruno'.

Caro Bruno, mi sono appena seduta.
Sono molto stanca anche se sono appena le 15.00, ma il trasloco è stato faticoso da far tutto da sola.
Mi sento parecchio idiota a scrivere su questo quaderno, ma siccome il medico mi ha detto che può essermi utile, allora.. Va beh.
Devo rimanere nel presente.
L'ho preso con la copertina rigida, nera e con su scritto 'giù le mani dal mio quaderno'.
Raccatto ironia dove posso insomma.
Il mio nuovo appartamento è strano, ma sicuramente solido ed economico.
Fra qualche ora inizierò anche il nuovo lavoro, vedi? Tutto nuovo.
Nuova vita.
Yu-hu.
Si scriverà così? Boh.

In pratica volevano ristrutturare in maniera figa questi capannoni del porto, ex depositi merci pieni di cemento e finestroni.
Dovevano usare roba di design, materiali di riciclo e farli pagare un sacco.
Peccato non avessero previsto uno svuotamento della città verso i centri commerciali, una riqualificazione della zona del porto mai avvenuta, ma soprattutto la puzza.
Qua attraccano pescherecci, cisterne, carichi di concimi, derrate alimentari.
Se volevano fare qualcosa di figo dovevano attraccare i turisti.
Comunque.
Fatto sta che da questo capannone hanno ricavato 4 appartamenti, ma per modo di dire.
L'unica che ne abita uno sono io, uno è sfitto e due continuano a usarlo per il suo uso precedente: magazzino.
Per fortuna non di cose che puzzano, e comunque io sono al piano più alto e quindi non sentirei niente lo stesso.

Qui tutto assomiglia a un magazzino. I muri sono di cemento armato, ho due piloni in sala/cucina dato che l'ambiente è unico e separato solo da un muro che poi delimita il bagno.
La camera da letto l'ho separata io con una libreria senza libri.

Il pavimento è grigio, tipo cemento lucidato e ho finestroni su tutto un lato della casa.
Non ho voglia di pulirli per il momento.

Già è tanto se ho finito di mettere a posto il resto.
Che dire, è tutto grigio.
Il cielo, la luce dalle finestre, la casa. Per comodità ho scelto grigio anche il resto, tanto, per quello che m'importa.
Il medico dice che dovrei decorare, rendere tutto allegro, ma non ne ho voglia.
Quindi cucina in acciaio, letto e lenzuola grigie, divano grigio.
Tutto comprato con i soldi presi dalla vendita di quello che avevo prima e me ne sono anche rimasti.
Va beh, non ho in programma grandi cose comunque.

Mi basta avere un posto dove dormire, pulito e sicuro.
Qui la porta è blindata e la serratura elettronica, i muri e le fondamenta di cemento.
Quando mi chiudo dentro non ho problemi.

Si, perché la paura rimane anche quando la speranza se ne va, credo.

Adesso mi faccio un tè.
Anche se fa ancora caldo.
Ma ho finito di pulire tutto al millimetro adesso e ho sete. Berrei una birra, ma tutte le volte che la vorrei penso che sia meglio il tè.
Così sostituisco.
Sono brava a pulire e sarà il mio nuovo lavoro.
Turni in una lavanderia.
Nessun contatto col pubblico, in locale pulito e profumato.
Non potevo trovare di meglio.
Devo azionare macchine, fare qualche turno extra di stiratura se ne ho voglia e lo stipendio non è male.
Tanto sono sola.
Devo farci poco.

Non dovevo scriverlo.

Ma se è così che mi sento?
Il diario non serve a quello?

Adesso vado a farmi un tè.
E a finire di sistemare il letto.
E la divisa per domani.
Tutta bianca con la striscia azzurra sul giro manica.
Sembro un'infermiera.

Il mio bollitore fa una luce azzurra quando si accende e odora di plastica nuova.
Non voglio pensare a quello vecchio.
Scrivo sul letto.
Mi piace stare qui perché è la parte più lontana dall'entrata e meno illuminata.
Mi sembra di stare in un piccolo buco comodo anche se qui è più freddo.

Non riesco nemmeno a pensare di togliere le cose vecchie dagli scatoloni. Sotto agli occhi voglio avere solo oggetti nuovi e senza ricordi, senza storia.
Come se fossi nata ieri.
Non voglio pensare al mio primo giocattolo o alla penna profumata che usavo alle elementari per scrivere i bigliettini alla mia compagna, no.
Neanche alla mia compagna, voglio pensare.
Nulla.

Io sono nuova.
E inizio una nuova vita oggi.
Che spero non sia troppo lunga.

Qui c'è silenzio, ma oggi è domenica.
Forse domani sarà più rumoroso.
A me non importa, alle 6 devo essere dall'altra parte della città e mi hanno detto che spesso dovrò iniziare anche prima.
Voglio lavorare e fare straordinari perché non ho impegni.
Già star qui a aspettare che la bustina colori l'acqua nella tazza è straziante.

Forse non sarà male scrivere questo diario.

Probabilmente potrei dipingere una parete.
Non posso star qui con le mani in mano.
Oppure potrei iniziare a fare ginnastica, c'è tanto posto qui.
Questo open space è più grande di... Come ero abituata prima.

Basta, vado a fare la spesa e poi stasera a letto presto.

Paradise LaundryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora