Alla fine l'ho fatto.
Ieri ho chiamato Matteo.Ho pensato solo a lui.
Quando è corso da me e ho aperto la porta, subito ho sentito il cuore calmarsi e una lacrima mi è scesa.
Non ero più da sola in questa... Cosa.Forse lui pensava a chissà quale emergenza e anche al fatto che finalmente aveva afferrato quanto ero pazza.
Ma dalla chiamata erano passati solo 5 minuti al massimo, e lui era lì, con i jeans arrotolati sopra agli anfibi e la felpa col cappuccio dentro alla schiena, come quelle di chi si è vestito in tutta fretta.
I suoi capelli non erano in ordine come al solito, forse per quello li aveva nascosti sotto a una berretta di lana.Non mi aveva detto 'cosa succede?', ma dopo essere entrato lentamente si era fermato appoggiato alla porta e... 'Raccontami tutto'.
E gli ho raccontato tutto.
I biglietti, i rumori, la scia.
Gli ho detto che sapevo che non era una grossa emergenza, che mi rendevo conto di avere dei problemi, ma... Lui è stato tranquillo.
Ha detto che avevo fatto bene a chiamarlo e che aveva modo di indagare un po' più a fondo.Mi sono agitata.
E se se ne fosse accorto?Ma ancora prima che la mia mente partisse per la tangente, mi ha messo una mano sulla spalla.
Subito mi sono fermata e sono riuscita a respirare.
Avrebbe usato vie traverse e senza farsi scoprire.
Tuttavia ha detto quello che temevo.'torno stasera. Tu chiuditi dentro e aspettami. Se hai bisogno di qualcosa da fuori, scrivimelo.'
E niente.
Sul momento mi sono agitata di nuovo, ma in maniera diversa rispetto a prima.Sarebbe tornato.
Da me.Tutto il resto della giornata l'ho passata a pulire e dopo una breve doccia, mi sono messa a cucinare qualcosa.
Se avesse avuto fame, avrei potuto essere ospitale.Tutto il tempo mi sono mossa come un robot.
Se mi fossi fermata a pensare al suo ritorno e a Riccardo, al sacco, all'atrio, alla sua mano sulla mia spalla... Sarei andata in ebollizione.Quindi ho capito che, come quando sono al lavoro, basta fare, senza pensare.
Fare, fare, ok, andare avanti, un piede davanti all'altro, una cosa dopo l'altra.
Come se le azioni facessero girare una ruota immaginaria a velocità costante.
Si tolgono i pensieri dall'equazione e le pasticche aiutano nel resto.Ma il silenzio è sempre dietro le tende, gli angoli, nei punti ciechi delle porte.
Si è fatto tardi ormai è non ho più avuto notizie.
Dovrei andare al supermercato a comprare qualcosa, ma non me la sento di uscire.
Qualcosa da mangiare ancora c'è, posso tirare avanti qualche giorno, ma domani devo andare al lavoro presto.Però chiedere a Matteo di accompagnarmi sarebbe puerile.
E come dovrei fare d'ora in poi?
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Paradise Laundry
FantasiI giorni che mancano alla mia morte sono troppi e non è male, forse, cercare di accorciarli in qualche modo...