18 Novembre

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Caro Bruno,
È da un po' che non scrivo, lo so.
Queste settimane sono state difficili.

Prima di tutto devo dire una cosa: credo di non essere più sola qui.
Ora sono le 22.30 e sto scrivendo seduta sul divano in assoluto silenzio e alla luce di 4 candele.

Ho sempre sentito qualche rumore di sotto, lo sai, specie la sera e pensavo fossero alcuni vagabondi o tipi loschi.
Sentivo strisciare, sbattere oggetti metallici, e ho sempre tenuto le finestre ben chiuse.

Due settimane fa mi sono ammalata di una leggera influenza; forse ho preso troppa pioggia uscendo dal centro commerciale una sera e il giorno dopo avevo la febbre.
Beh, sono rimasta a letto 3 giorni e quando finalmente me la sono sentita mi sono alzata ho dato una pulita alla casa, cambiato le lenzuola, ecc.
Beh, ho aperto le finestre, l'aria andava cambiata.

Saranno state le 19 circa e fuori era già buio pesto.
Mentre pulivo i pavimenti ascoltavo in silenzio l'acqua che si infrangeva sulla banchina ed era rilassante.
A un certo punto ho sentito un breve tintinnio di chiavi: qualcuno stava entrando dal portone.
Il rumore era smorzato parecchio, infatti per un attimo ho avuto l'impressione di essermelo immaginato, ma poi mi sono affacciata a una finestra.
Di sbieco, eh, per non farmi vedere.

Ho visto una sagoma scura che entrava, ma senza più rumori, forse stringeva bene il mazzo nelle mani.
Non saprei dire se era giovane, vecchio, uomo o donna perché ero in preda al panico.
Non sapevo che qualcun altro abitasse qui!
Mi sono subito accostata con l'orecchio alla mia porta d'ingresso e ho spento le luci.
Stavo ascoltando così intensamente che il silenzio pareva assordarmi, ma a parte un lieve fruscio di una porta... Nulla.
Se era una porta, forse era quella dell'appartamento sottostante.
So che non è il caso di agitarmi, ma forse ero così abituata all'isolamento in questa torre di cemento armato che questo mi ha destabilizzata.

Sono rimasta a casa 5 giorni dal lavoro e per lo più son rimasta a letto.
Ho avuto modo di analizzare bene tutti i rumori diurni che sentivo durante i giorni seguenti, ma niente.
Forse qualcuno ha affittato il locale di sotto e lo usa come magazzino, ecco tutto.
In fondo, non credo che questa zona sia molto desiderabile come abitazione.
Il fatto che l'ho sentito venire qui di sera forse significa che viene solo saltuariamente, chiunque sia, no?

Per la prima volta avrei voluto prendere il telefono e chiamare qualcuno.
Davvero.
Magari te.
Questo pensiero mi ha scavato nello stomaco e mi ha fatto venir voglia di guardare il vuoto per tutta la settimana successiva.
Ho anche saltato l'appuntamento dal dottore adducendo la febbre come scusa.

Sono ancora nel mio buco nero, Bruno.
Ci cammino sul ciglio sempre, ma ogni tanto voglio tornarci dentro, bagnarmici i piedi e rimanere lì.
Mi fa orrore e mi attrae.
Mi rilassa ma mi agita pensare che potrebbe essere come finire nelle sabbie mobili di propria volontà.
Forse quando prendo in mano la penna vuol dire che son tornata sul ciglio, non so.
So solo che quando lavoro, faccio la spesa, bevo tè e ti scrivo lo sento un pochino più lontano.

Comunque da quando sono tornata al lavoro non faccio che pensare a chi possa essere il mio nuovo vicino.
Quando torno a casa e entro dal portone d'ingresso vedo la sua porta, ma è dietro alle scale che portano da me ed è male illuminata.
Ho paura.
Nel campanello fuori non c'è nessuna scritta in ogni caso.
Quindi perché dovrei andare davanti alla sua porta a ficcare il naso, no?
Se poi entrasse in quel momento, cosa farei?

Mi viene quasi da ridere pensando al fatto che Dora si preoccupava per me quando ero malata e voleva portarmi la spesa.
Non credo sia adatto a ricevere persone, questo mio rifugio.
Non voglio vedere l'espressione misurata di nessuno che cerca di non far vedere che la zona fa schifo e tutto questo cemento anche.
Non ho centrini, bei tappeti, un servizio da tè e vasi di fiori davanti alle finestre o scatole di cioccolatini per gli ospiti...o vino e liquori.
Ho solo muri e pavimenti grigi, pochi mobili neri e nemmeno una pianta in vaso.
L'unica nota decorativa sono una decina di libri che ho preso al centro commerciale e che non ho nemmeno mai aperto.
Ogni giorno tornata a casa inizio a ripetermi che questo è il giorno buono per incominciarne uno e invariabilmente finisco nel letto a fissare la mia 'casella vuota' , dopo cena e faccende.

Senza contare che non mi interessano i rapporti umani, no.
Anche se Dora è una persona...Cara...Lo ammetto.
Ma...no.

Ora credo che andrò a dormire, domani mi sveglio alle 5.30.
Sveglia, un tè con qualche biscotto, rifare il letto e andare alla fermata del bus con una mela e un pacchetto di crackers nella borsa.
Stop.
Ogni mattina.

Buonanotte, Bruno.

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