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La domenica la passo così, dopo aver studiato, mi metto a vedere una serie tv, e purtroppo quando mi fisso, sono capace di finire l'intera serie in soli tre giorni, restando senza cibo, né acqua, e senza luce del sole.

Il weekend passa in fretta, e le giornate calde stanno iniziando a finire, infatti stamattina quando sono uscita dalla porta di casa, il venticello mi ha fatto rabbrividire, così essendo uscita in anticipo ho avuto il tempo di andare a prendermi un giacchino.

Sono seduta alla fermata dell'autobus con le cuffie nelle orecchie, perché la mattina l'unica cosa che mi rilassa è la musica, quando un ragazzo si siede affianco a me, mi volto, e il mio buongiorno non potrebbe essere migliore, è bello anche quando si è appena alzato.

<<Da quando prendi il pullman?>> mi chiede

<<Da quando i miei genitori hanno deciso di trasferirsi, e non ho avuto il tempo di prendere la patente, tu invece?>> rispondo un po' impacciata.

<<La mia macchina serviva a mia madre stamattina, quindi ho deciso di venire in autobus>> sorride e mi dice <<Ma per caso ti metto in imbarazzo?>> domanda sfacciato

<<No, no affatto>> mento

Non so perché ma quando mi rivolge la parola, sento le guance andare a fuoco, penso se ne sia accorto anche lui, ed odio questa reazione che ha il mio corpo. Con mio stupore, oggi il pullman non è affollato come sempre e non ne capisco il motivo, essendo lunedì e c'è scuola. Mi siedo infondo, dove c'è un posto libero, e con mia grande sorpresa Daniel viene a sedersi affianco a me. <<Non mi va di sedermi con qualcuno che non conosco>> mi dice, ed io gli sorrido come un ebete. I 15 minuti più belli di sempre, mi ha chiesto quali canzoni stessi ascoltando, e ho scoperto che anche lui ama la musica come me, anche se generi un po' diversi.

Arrivo a scuola con la testa tra le nuvole, e alla prima ora di lezione presto poca attenzione. Quando arriva l'ora di matematica, non faccio altro che guardare l'orologio, e mi sembra che i secondi siano diventate ore, quando finalmente suona la campanella, mi dirigo verso la mensa, ma mi blocco immediatamente quando sento qualcuno che mi dice <<Ti ricordo che mi devi un gelato>> mi trovo Austin tutto sorridente a pochi passi da me, con i suoi libri in mano che mi guarda con aria divertita.

<<Certo, quando vuoi Potter>> lo guardo, e rido. Dall'altro giorno in biblioteca, ho deciso che lo chiamerò così, infondo non è molto antipatico, bipolare si però. A mensa mi siedo al solito tavolo, parlando del più e del meno, mentre Ambrose ci fa ridere tutti con le sue battute sconce, su ogni ragazza che passa, e non scherzo, penso abbia qualcosa da dire, su ognuna delle ragazze che si trova in questa mensa.

Quando finalmente suona la campanella dell'ultima ora, mi dirigo verso l'uscita, vedo Austin parlare con una ragazza molto carina, più bassa di lui, capelli lunghi, ma sinceramente non riesco a vederla perché è di spalle, lui sembra con la testa su un altro pianeta, tipo come quando parlo con Daniel. Smetto di fissarli, e continuo a camminare, quando sto per mettermi le cuffie, noto che una macchina rallenta e abbassa il finestrino, <<Ti serve un passaggio a casa?>> mi chiede Austin <<Se hai un po' di tempo libero, ti offro quel gelato>> Fa un cenno con la testa, e salgo in macchina.

Non mi aspettavo davvero di avere così tante cose in comune, e anche lui è sembrato sorpreso. Sono contenta di trovare qualcuno così uguale a me. L'ora che siamo stati insieme è stata davvero divertente, per un momento mi è sembrato di stare con il mio migliore amico a New Orleans, e non escludo il fatto che Austin possa prendere il suo posto. Ovviamente però non azzardo a trarre conclusioni affrettate, visto che con Jason eravamo amici da anni, stavamo insieme praticamente tutti i momenti di tutti i giorni, ma quando la sua fidanzata gli ha detto che si sarebbe dovuto allontanare da me, non ha opposto molta resistenza; decido di non pensarci perché altrimenti mi sale la malinconia e rovinerei lo splendido pomeriggio passato con Potter.

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