Aitor

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( T/n ) : tuo nome
( T/c ) : tuo cognome
( N/t ) : nome tecnica

Gli occhi di tutti mi fissavano, mentre la mia timidezza mi aveva bloccata.
Feci un sospiro e iniziai a parlare.
" Buongiorno a tutti, io sono ( t/n )
( t/c ). È un piacere conoscervi. Spero di diventare amica di tutti. " Il professore mi rivolse un gran sorriso e poi disse : " Ok ( t/n ) puoi andarti a sedere di fianco al signorino Cazador "
Il ragazzo in questione si alzò in piedi.
Mi avvicinai timorosa al banco. Quando mi sedetti, il ragazzo mi guardò da testa a piedi, come se fossi un infetta e infine si girò per seguire la lezione.

Erano ormai passate le ore di scuola, ed io mi stavo incamminando verso la sede del club di calcio. Avevo sempre amato quello sport. Mi permetteva di esprimermi, dato che la mia troppa timidezza me lo impediva.
Entrai e notai 3 ragazze che parlavano e ridevano. Tra quelle 3 c'era anche una delle mie compagne di classe. Mi avvicinai, e con un filo di voce dissi
" S-scusate... D-dov'è che posso fare l'iscrizione al club di calcio ? "
Le ragazze mi guardarono, poi dissero in coro " CAPITANO ! "
Un ragazzo dai capelli castani mi si presentò davanti. La sua espressione era seria. Infine parlò " Chi è lei ? "
La ragazza con in mano la macchina fotografica rispose " Si vuole iscrivere al club di calcio. " Detto ciò, il ragazzo mi lanciò un altro sguardo, e disse
" Bene. Fammi avvisare il mister e poi inizierai la tua prova di ammissione. Gli spoiatogli femminili sono là e la tua divisa è questa " disse passandomi un divisa.
La presi e mi diressi negli spoiatogli. La provai, stava un po' larga, ma non era mica la larghezza di una maglia e un paio di pantaloncini a fermarmi. Uscii. Ad aspettarmi ci fu il mister.
" Hey, ciao, io sono il tuo mister. Mi chiamo Mark, Mark Evans. Spero ti troverai bene in squadra " poi mi sorrise e ci incamminammo nel campo.
Quando arrivammo, tutta la squadra di scrutava attentamente, poi iniziarono tutti a parlare e a farsi domande su chi diavolo fossi e da dove diavolo fossi sbucata.
Poi tra tutti, i suoi occhi mi apparvero. Quel colore nocciola che non scorderei mai. Quello sguardo che mi aveva trapassata sta mattina. Era il mio compagno di banco.
Mi si avvicinò il capitano che mi chiese " In che ruolo giochi ? " Con una vocina flebile risposi
" Attaccante. " Il castano si scambiò uno sguardo con l'allenatore e poi si rivolse a me dicendo " Preparati, dovrai fare una prova per entrare. Devi almeno segnare un gol. "
Annui e mi preparai per il tirocinio.
Iniziai. In un battere di ciglia mi ritrovai a fronteggiarmi con Aitor. Anche lui fu facile da passare. Infine dovevo tirare in porta. A squarciagola urlai " ( N/T ) ! "
Ovviamente la mia carissima tecnica speciale aveva colpito ancora, lasciando a bocca aperta tutti i presenti. Poi Aitor si avvicinò e mi disse " Te la sei meritata la maglia " e se ne andò.

Sono passati 3 mesi, ed io e Aitor siamo diventati migliori amici. Siamo sempre insieme. Scherziamo e ridiamo, e se anche litighiamo, risolviamo sempre le faccende con un buon gelato. Il problema che forse mi affligge di più e che me ne sono innamorata, e non so come dirglielo.
Però avevo deciso. Quella sera lo avrei invitato dopo cena a fare un giro per il parco. Il venticello estivo che si sente la sera, mi aiuta a ragionare. Gli mandai un messaggio, e dopo neanche due minuti aveva accettato l'invito. Iniziai a pensare a cosa dirgli, a come prepararmi e se glielo avrei detto veramente. L'ansia continuava ad affliggermi.
Iniziai a prepararmi un discorso, poi proseguii con mettere sul mio letto un outfit che si abbinava con il mio carattere timido, però allo stesso tempo elegante e raffinato.

( Spero sia di vostro gradimento

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( Spero sia di vostro gradimento. In tal caso, se non lo è, potete scerglerne un altro. )

Quando mia madre mi chiamò per andare a mangiare corsi più in fretta che potevo. Nel frattempo mi aveva scritto Aitor e chiedeva a che ora ci dovevamo incontrare. Risposi alle
20 : 30.
Nel frattempo quel guastafeste di mio fratello minore, aveva letto la conversazione, e la sua testolina di 8 aveva deciso di urlare " ( T/N ) HA UN RAGAZZO, ( T/N ) HA UN RAGAZZO ! " Mia mamma mi guardò abbastanza scioccata, ma poi cambiò sguardo, e mi chiese " Come si chiama il fortunato ? " Mi girai a guardare mio fratello, e lo fulminai con lo sguardo, poi dissi " Mamma, non è il mio fidanzato ! È solo un amico ! "
La mamma rise, e finimmo la cena in silenzio. Quando ebbi finito, guardai l'orario, erano le 20 : 05.
In fretta e furia corsi in camera mia, mi preparai più velocemente possibile e scesi. Abbracci la mamma e anche quella peste di mio fratello, che ricambiò calorosamente il gesto. Mi misi un paio di ballerine, poi salutai con la mano e uscii.
Arrivata là erano le 20 : 25, quindi lui sarebbe arrivato a momenti. Nel frattempo mi sedetti su una panchina non molto distante da dove mi trovavo. Poi iniziai a pensare. Mi persi nel pensiero della dichiarazione, e di un'ipotetico rifiuto. L'ansia saliva sempre di più, fino a quando qualcuno mi coprì gli occhi con le mani. Non urlai, conoscevo troppo bene quelle mani. Era sua abitudine coprirmi gli occhi. Poi disse " Chi sono ? " Risposi felice " Una persona che conosco fin troppo bene per sbagliare il suo nome. "
Al ragazzo scappò una risata, e io misi il broncio, poi dissi " Hey, non si trattano così le ragazze ! " Tolse le mani e si sedette affianco a me. Poi mi disse " Ti devo parlare " lo guardai negli occhi. Era arrossito, ma continuò a tenere lo sguardo fisso.
Poi riprese " ( T/n )... Io ecco... Non so come dire... Aaah, sono più bravo a gesti che con le parole ! " Non capivo cosa volesse dire, poi in una frazione di secondo, mi ritrovai le sue labbra sulle mie. Ero sbalordita. Aveva fatto tutto il lavoro per me. Così l'ansia se ne andò. Iniziai ad approfondire il bacio, e quando ci stacammo per assenza di ossigeno lui disse " Lo sai, baci veramente bene. " Gli diedi un pugnetto sul braccio per poi rigetarmi sulle sue labbra.


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