Non ci volle molto perché tutta l'università sapesse dello scontro tra Shinsou e Bakugou. Bastò quella stessa sera.
Uraraka non mi aveva rivolto la parola al mio ritorno, timorosa che potesse diventare anche lei un bersaglio di Kacchan. Iida era da suo fratello, ma le voci erano giunte anche alle sue orecchie. Avevo perso tutto. Avevo perso Todoroki, i miei amici... avevo perso Bakugou.
Il giorno dopo l'accaduto, rimasi chiuso in stanza e, senza accorgermene, mi ritrovai a navigare in un mare di depressione. Bakugou non rientrò. Ipotizzai che potesse essere rimasto con Kirishima, pur di non vedermi. Ero al termine. La mente mi giocò brutti scherzi, scherzi che, da vero idiota, assecondai.
Rimasi immobile sul letto a fissare il soffitto per ore, fino all'alba, momento in cui mi decisi sul da farsi. Non avevo dormito. Era tutto buio attorno a me. L'oscurità mi aveva inghiottito. Avevo rovinato la reputazione e le vite stesse di Kacchan, di Shinsou e di Todoroki.
"Non sarei mai dovuto venire qui." Pensai, sfilando il mio cellulare dalla tasca degli jeans. "Non dovrei essere ancora vivo."
Scrissi a mamma che stavo bene e che non doveva preoccuparsi per il futuro. Prima che potesse rispondermi, presi un post-it e una penna. Ciò che scrissi su di esso fu semplicemente "mi dispiace". Lasciai il foglio sul letto di Kacchan e feci per uscire. La mia meta? Il ponte dove avevo conosciuto Uraraka e Iida.
Uscì dalla stanza a testa bassa. I miei occhi spenti saettarono lungo il corridoio, posandosi sulla porta della stanza di Uraraka. Volevo bussare, dirle che mi dispiaceva per tutto... e che le volevo bene. Scesi le scale, senza degnare i passanti di uno sguardo. L'entrata era sotto sorveglianza, così uscii dalla porta d'emergenza e corsi di scatto verso la mia meta.
***
Mi ci vollero svariati minuti per arrivare al ponte. L'acqua che scorreva impetuosa sotto di esso brillava alla luce del sole dell'alba, ma il suo flusso era così veloce da poter trascinare via un ippopotamo. Degli scogli erano in bella vista e non c'era alcun modo di risalire dal fiume. Una caduta di quel tipo mi avrebbe frantumato il cranio, senza dubbio. Inoltre... sarebbe stato facile morire per asfissia.
Deglutii a fatica. Avevo lasciato il telefono in camera e non avrei mai potuto vedere la riposta di mamma. Ripensai a lei, al suo sorriso e alla sua ingenuità. Non aveva mai saputo niente. Non avrebbe mai potuto sapere del mio passato.
Socchiusi le palpebre bagnate di lacrime, trattenendo il fiato. Guardai avanti, cosa che mai ero riuscito a fare. Avevo sempre pensato solo al passato e, a causa del mio caratteraccio, non mi ero mai concentrato sul presente. Me ne resi conto solo dopo aver salito il muretto di pietra che mi separava fiume. Era molto alto, più di quanto ricordassi. Rabbrividii.
"Ho perso tutto. Cosa faccio ancora qui? Starebbero tutti meglio se io non ci fossi."
Chiusi gli occhi, ascoltai il rumore del vento e degli uccellini appena svegli.
"Scusami, mamma."
Mi sporsi di più.
"Scusami, Todoroki."
Feci penzolare un piede dal bordo, avvertendo il tepore del sole sulla mia pelle.
«Scusami, Kacchan.»
Vidi tutto nero. Mi lasciai andare. Poi un lampo di luce e una forte stretta al mio polso.
***
Katsuki's POV
[Qualche minuto prima...]
«Mi vuoi aprire, imbecille?!» esclamai davanti alla porta della mia stanza, senza smettere di bussare. «Che cazzo!»
Provai a chiamare Deku col cellulare. All'interno lo sentii squillare, ma nessuna risposta.
«Sta ancora dormendo? Impossibile!» borbottai.Aprii il mio zaino e cercai la chiave di riserva che mi avevano dato il primo giorno di università. La sfilai dalla tasca e aprii la porta. Con mio grande stupore, Deku non era dentro. Sbattei le palpebre perplesso, chiudendomi la porta alle spalle.
Guardai il telefono sopra al suo letto. Ipotizzai che fosse alle docce, finché non sobbalzai alla vista di un post-it verde sopra al mio letto. "Mi dispiace", c'era scritto. Sgranai gli occhi. Le sue valige, il suo telefono e tutti i suoi effetti personali erano ancora lì, quindi non aveva mollato l'università.
«Che sta succedendo?!»
Ebbi le vertigini, così mi fiondai dalla faccia tonda nella stanza affianco. Bussai ripetutamente, finché non mi aprì.
«B-Bakugou.» balbettò lei. «C-che ci fai qui?»
«Hai visto Deku?»
Lei scosse il capo. «A-assolutamente no. Non l'ho visto.»
«Cazzo!» esclamai.
Lei sobbalzò. «Che succede?»La guardai e le mostrai il biglietto. «Era sul mio letto.»
Uraraka socchiuse la bocca.
«Tutti i suoi effetti personali sono nella stanza, anche il cellulare.» spiegai, cercando di calmarmi e ragionare. «Ieri c'è stata una rissa, e...»
«So... so tutto.» mormorò lei."Ovviamente! Qui le voci girano subito. Che palle!"
«Non mi dirai che...?» iniziò a dire.
Strinsi i pugni, rammentando ciò che Izuku mi aveva detto su di lui: aveva tendenze suicide, a causa della sua instabilità mentale. Faticavo a crederci, però.«Hai idea di dove possa essere?! Qualsiasi cosa?!» domandai alla faccia tonda.
Lei rifletté. «N-no, giuro. Non mi dirai che Izuku è... insomma, farebbe mai una cosa simile?!»
Annuii. «Me lo ha detto lui. Ma... non è possibile, cazzo! Devo trovarlo!»Gli occhi di Uraraka brillarono. «Quel giorno...» mormorò.
Mi voltai di scatto verso di lei. «Come?»
«Durante nostro incontro, il primo giorno di università.» mi spiegò. «Era in piedi sopra al ponte più alto della strada per raggiungere la sede. Iida ed io credemmo che fosse solo spericolato o che scherzasse, e invece...»
«Ti era parso strano, quel giorno?»
Uraraka mi guardò negli occhi, dove lessi totale angoscia e spavento. «Molto strano.»
«Portami subito lì!»Io ed Uraraka corremmo verso l'uscita, beccando anche Kirishima e Todoroki, intenti a parlare tra loro. «Levatevi!» esclamai, senza smettere di correre.
Ero angosciato!«Bakugou! Che succede?!» esclamò il rosso, spaventato.
Non risposi. Non avevo tempo da perdere. Uraraka parlò per me. «Deku è nei guai!»Sentii i passi di Kirishima e del bastardo a metà che ci seguivano. Io però non mi voltai minimamente. Le mie gambe si muovevano da sole, il mio cuore batteva all'impazzata e la paura mi stava uccidendo come mai prima. Con tutto me stesso, per quanto vile possa essere stato, pregai affinché non fosse troppo tardi.
***
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Where my Demons Hide [Bakudeku]
أدب الهواة⚠️CONTINTIENE VIOLENZA E SMUT⚠️ BoyxBoy Pace e amore cià~🖤 Dopo anni passati a tentare di cancellare il passato e voltare pagina, Izuku Midorya, un ragazzo ferito e con disturbo della personalità, viene spinto dalla madre a frequentare l'universi...