◊Capitolo 7

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I giorni passarono abbastanza velocemente, tranne la sera in cui dovevo andare a dormire. Quelle ore nel letto a fissare Bakugou mi sembravano infinite. Di tanto in tanto riuscivo a chiudere occhio, diciamo il lasso di tempo in cui lui restava fuori fino a tardi coi suoi probabili amici. Non appena rimetteva piede in stanza, spalancavo gli occhi e attendevo che si addormentasse. Volevo evitare brutte sorprese.

Non ci rivolgemmo più la parola, né in stanza né in classe. Era come se non esistessimo l'uno per l'altro. Era rassicurante e allo stesso tempo doloroso. Io sapevo però che non era finita così. Non l'avrei mai perdonato per tutto.

***

«Stasera usciamo, ti va di venire con noi, Izuku?» domandò allegramente Uraraka.
«Uscire dove?» chiesi, divorando il sandwich preso alla mensa.
Iida era seduto accanto a me e stava bevendo del succo di pera. «Andiamo al bar qui di fronte per bere qualcosa e farci quattro risate. Niente di esagerato, io sicuramente eviterò gli alcolici.»
Uraraka annuì. «Idem. Non amo quella roba.»

Ci pensai un po' su. «Non lo so. Dovrei studiare per il test di matematica di domani.»
«Tranquillo, Izuku.» disse lei. «Non staremo via a lungo. Giusto il tempo di vedere il mondo fuori da questa sede.»
Iida ridacchiò. «Se restò chiuso qui ancora un po', divento matto.»

Ero in bilico, ma alla fine cedetti. «Okay. Ma solo per un po'. Non voglio fare brutte figure col professor Aizawa.»
Uraraka batté le mani ed esclamò: «Perfetto! Un'uscita tra amici è quello che ci vuole per alleviare lo stress.»
Realizzai solo quella sera che fu l'errore più grande della mia vita!

Verso le otto, tornai in stanza e indossai un paio di jeans scuri, maglione verde e scarpe da ginnastica rosse e bianche. Dopodiché, trovai Uraraka davanti alla mia porta, in attesa. Lei invece si era messa una maglietta nera e una gonna, con sotto calze scure e scarpe eleganti. Era davvero carina!

«Sono pronta! Andiamo da Iida, ci sta aspettando di sotto!» cantilenò.
Poi si diede un'occhiata in giro. «Ehm, quel ragazzo che è in stanza con te... non viene?»
Scossi il capo. «No.»

"E meno male."

Uraraka storse la bocca. «Bene. Non vogliamo brutte sorprese.»
Così detto, scendemmo da Iida e uscimmo tutti e tre insieme.

Al bar c'erano un sacco di ragazzi dell'Università. Riconobbi il tipo corvino che sedeva vicino a Kirishima, e i due ragazzi punk. Questi ultimi erano seduti al bancone a tracannare birre.

Uraraka si avvicinò a loro e li salutò. «Ciao, ragazzi!»
La ragazza dai capelli viola ricambiò il saluto. «Ehi, Uraraka-Chan. Come stai?»
L'altro ragazzo biondo fece una risatina. «Anche voi qui a bere?»
Uraraka mise le mani avanti. «Oh, no. Solo a fare quattro chiacchiere e ad uscire un po'.»
La ragazza annuì. «Quella scuola è opprimente.»
«Concordo, Jiro.» rispose Uraraka. Poi si voltò verso di me. «Loro sono Kaminari Denki e Jiro Kyouka.»

Strinsi la mano ad entrambi. Kyouka aveva dei guanti bianchi alle mani e gli occhi socchiusi. «Piacere di conoscerti.» Disse Jiro.
«Piacere mio. Io sono Izuku Midorya.»
Kaminari sorrise. «Sì, il piccolo broccolo che è in classe con noi!»
«Denki!» lo rimproverò Jiro.
«Cosa? Guarda che io adoro i broccoli! Sono saporiti.» replicò il biondo.

Kyouka si mise una mano in faccia. «Perdonalo. È la birra a parlare per lui.»
Iida fece segno ad Uraraka di aver trovato posto a sedere, così lo seguimmo.
«È stato un piacere.» dissi infine a Kaminari e Jiro.

Appena ci sedemmo, Iida si stropicciò gli occhi sotto agli occhiali e disse: «Sono in vena di succo al mirtillo.»
Uraraka guardò il menù davanti a sé. «Io prendo un milkshake alla fragola.»

«Ah, sei venuto alla fine.» disse una voce alle mie spalle, in lontananza.
Mi voltai per la curiosità e notai Kacchan intento a ordinare qualcosa al bancone. Indossava una giacca di pelle e degli jeans strappati. Affianco a lui c'era un ragazzo mai visto prima, dai capelli bianchi e rossi e una strana macchia rosea sul volto. Rimasi a fissarli, senza rendermi conto che Uraraka mi stava parlando.

«Izuku?» ripeté.
«Eh?» chiesi, voltandomi verso di lei.
«Tu cosa prendi?»
«Ehm...» osservai il menù, rigirando la testa per capire cosa stavano dicendo quei due.

Kacchan aveva una mano sul petto del ragazzo dai capelli bianchi e rossi che lo stava fissando con serietà. Bakugou invece aveva un'espressione piuttosto maliziosa in volto. Deglutii a fatica.

"Che succede? Sembra quasi... che stiano insieme." Pensai tra me e me. "Non sarà che...?"

«Avete deciso cosa ordinare?» chiese una cameriera spuntata dal nulla con in mano un taccuino.
«Io prendo del Jack Daniels.» mi affrettai a dire.
«Cos...?» Uraraka sobbalzò. «Ma è un super alcolico. Sei sicuro?»
«L'ho già bevuto altre volte. E poi... sono maggiorenne.» dissi fra i denti.
Era una menzogna, ma pregai che non se ne accorgessero.
Iida sgranò gli occhi. «Ehm, per me del succo ai mirtilli.»
«Io un milkshake alla fragola.»

La cameriera segnò tutto sul proprio taccuino e si rivolse a me. «Hai un documento?»
Gli mostrai la mia carta d'identità.
«Okay, arrivo subito.» e tornò dietro al bancone.

Uraraka socchiuse gli occhi. «Izuku, tutto bene?»
Senza voltarmi di nuovo, risposi: «Sì, ho solo voglia di... assaggiarlo di nuovo.»
In realtà, ero solo impulsivo, come al solito, e una strana sensazione mi stava divorando lo stomaco.

"No... no, non può essere gelosia. Non per lui."

Uraraka annuì, guardandosi attorno sospetta. Iida incrociò le braccia e mi studiò attentamente.
«Che c'è? Ho detto che sto bene!» scattai.
Iida alzò la mani a cielo. «Non ho detto niente.»
Capii però, dai suoi occhi, che Uraraka non era convinta. Non era per niente convinta.

***

Where my Demons Hide [Bakudeku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora