◊Capitolo 25

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Premessa: questo capitolo è ispirato al film Koe No Katachi (The Shape of Voice). Sono stata ispirata dalla fanart crossover che vedete in alto (non ho idea di chi sia, scusatemi. Se conoscete il nome dell'artista, scrivetemelo, così lo aggiungo qui~). Eh niente, vedete il film se non l'avete mai visto, perché merita un sacco!

Buona lettura ^_^ 💕

Katsuki's POV

«K-Kacchan...» balbettò Deku.
La mia mano lo tenne saldo per il polso, mentre l'altra era incollata al muretto, per evitare di farmi cadere con lui. Deku era a penzoloni dal ponte, gli occhi lucidi e terrorizzati.
«C-che cazzo ti sei messo in testa, merdeku?» bofonchiai, stremato dal peso del corpo di Midorya.

Uraraka e gli altri erano rimasti indietro, in quanto si erano incappati in due professori. Mi avevano dato del vantaggio per raggiungere Midorya. Le indicazioni di Uraraka erano corrette. Non mi ci volle molto per trovare il ponte da lei descritto.

Stavo per mollare la presa. Il peso era troppo, per una mano sola. Con l'altra, lo afferrai saldamente, mantenendo i piedi poggiati tra terra e il muretto. Inizia a sudare. Il cuore sembrava essersi fermato.

«A-aggrappati al muretto!» sbraitai, in preda al panico.
Gli occhi spenti di Midorya mi lanciarono un chiaro messaggio: non voleva collaborare.
«L-lasciami.» disse. «Non merito niente, neanche la vita stessa. Non merito te.»
Cercai di sollevarlo, ma la mia resistenza stava cedendo. «Taci, b-brutto idiota. Non... non lascerò che tu muoia!»

Midorya non abbassò la testa neanche un istante. Strinsi gli occhi, trattenendo il fiato. «Aggrappati, cazzo!»
«P-perché... perché lo fai, Kacchan?» domandò esasperato.
Stavo per mollare. Il mio corpo stava cedendo. «Perché... sei...»
Grugnii, pregando che le mani non scivolassero. Non c'era neanche tempo di aspettare qualcuno o chiamare aiuto. Sarebbe caduto prima!

«Perché sei troppo importante per me, cazzo!» risposi con voce strozzata. «Ti ho ferito, ma non lascerò che tu muoia per colpa di un essere spregevole come me!»
Non riuscivo più a parlare. Sentivo i muscoli contrarsi e i piedi scivolare lungo il muretto, senza toccare terra.
«M-Midorya...» digrignai i denti.
A quella parola, Deku mise la mano libera avanti e si aggrappò al muretto di pietra. Con un ultimo sforzo, lo trascinai in alto, senza mollare mai la presa. Lo spinsi più in alto che potevo, emettendo forti grugniti. Le mie gambe scivolarono lungo il muretto e di colpo mi ritrovai a precipitare nel vuoto, seguito da un rumore stridulo, ovvero la voce di Deku che gridava: «Kacchan!»

***

Midorya's POV

Era passata una settimana. Una lunghissima settimana. La sala d'attesa era praticamente vuota. Di tanto intanto delle infermiere passavano con dei carrelli o enormi secchi a rotelle, senza degnarmi di uno sguardo. Controllai il cellulare, sfilandolo dalla tasca. C'erano svariati messaggi da parte di mamma, che mi decisi ad aprire.

Mamy: "Izuku tesoro, se hai voglia di tornare a casa ci sono delle ottime verdure con polpettone nel frigo!!! ^.^ Lavorerò fino a tardi, quindi non posso venire in ospedale. Fammi sapere come sta Katsuki, o k?!"

Izuku: "certo mamma. Grazie mille!!💚"

Bloccai il telefono e fissai il soffitto. Il mio polso sinistro era slogato, ma nulla di grave. Ripensai all'accaduto. Ormai avevo quella dannata immagine di Bakugou che precipitava nel fiume impressa nella mente.

«Sei troppo importante per me, Midorya.» aveva detto.
Non l'avevo mai sentito chiamarmi così. Mi strinsi nelle spalle, evitando di scoppiare a piangere. I sensi di colpa mi stavano uccidendo. Tutto ciò che volevo, era porter abbracciare Kacchan.

Ad un tratto, qualcuno mi toccò la spalla. Mi voltai e vidi Uraraka e Kirishima, così mi alzai di scatto. «O-Ochako-Chan! Kirishima-Kun!»
Il rosso sfoggiò il suo sorriso dai denti a squalo. «Buongiorno, Midorya-kun.»

Uraraka si fiondò ad abbracciarmi. Non mi aveva visto più dall'incidente, in quanto il mio era stato un continuo andirivieni dalle stanze d'ospedale.
«Deku, ma che cavolo ti è saltato in mente?!» singhiozzò, stringendomi.
«M-mi soffochi.» ansimai.
Ochako non mollò la presa. «Oh, Izuku! Io... io non so... ti avrei ammazzato io, se ti fosse successo qualcosa!»
Kirishima si grattò il capo. «Non credo funzioni proprio così.»

Ochako-chan mi lasciò andare e si strofinò gli occhi bagnati. «P-può capitare di sentirsi soli o stare male e io mi pento di essere stata una pessima amica, ma... ti prego, non farlo mai più!»

Con la mano buona, le accarezzai i capelli. «Mi... mi dispiace così tanto.»
Lei mi prese la mano e la strinse a sé. «Kirishima ha detto che hanno appena cambiato di stanza Bakugou. Sai come sta?»
Scossi il capo. «Non... non riesco...»
Kirishima mi mise una mano sulla spalla. «Lo capiamo. Io sono stato accanto a Bakugou ieri, per tutta la giornata. Posso dire che sta molto meglio. Ha difficoltà respiratorie, ma mai quanto il primo giorno.»

I dottori mi avevano accennato di una forte commozione cerebrale di Bakugou dovuta all'impatto e ad una frattura delle costole. Essendo precipitato di schiena, quegli scogli non gli avevano dato scampo. Ebvi dei flashback. La corrente lo stava spingendo via, ma si era aggrappato alla riva, finché i soccorsi non lo hanno portato in salvo.

"Che cosa ho fatto?"

«Kirishima, io... io non so che... non riesco a dire quanto io sia...» balbettai.
Kirishima, inaspettatamente, mi abbracciò. «Shh, lo so. Hai fatto una stronzata, ma ciò che conta è che state entrambi bene.»

Mi sciolsi in quell'abbraccio e lo strinsi a me a mia volta. Guardai il rosso negli occhi. «Lui non sta bene.» replicai, sentendo pizzicarmi gli occhi. «Potrebbe non risvegliarsi, o dimenticare tutto o...»
Uraraka si strinse nelle spalle. «Se la caverà, Izuku. Ne sono sicura.»
Kirishima mi sorrise gentilmente. «Katsuki è... un osso duro. Se la cava sempre, perché è molto forte.»

Sorrisi in risposta e mi asciugai gli occhi col dorso della mano non fasciata. Quando mi voltai, scorsi Todoroki venirci incontro dall'entrata principale.

***

Where my Demons Hide [Bakudeku]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora