Due lacrime

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Ma come diavolo era possibile?
Morire così..

Senza aver fatto nulla di grave in fondo, senza aver fatto del male a nessuno, non ci poteva credere.

Si sentiva malissimo, senza di lui non riusciva ad andare avanti, ne era convinto.

Una persona importante come lui, che ti viene strappata via in un modo così brusco, senza neanche il tempo di un ultimo saluto, senza neanche il tempo di ringraziarlo di tutto, di dirgli quanto essa sia stata importante, senza neanche il tempo di realizzare cosa stesse succedendo..

Non c'è mai tempo, per fare nulla.

Siamo tutti convinti che il nostro tempo e quello degli altri sia infinito, o almeno parecchio lungo, non diamo importanza neanche agli imprevisti, in qualsiasi momento potrebbe succedere qualcosa che potrebbe sconvolgerti la vita, ma non ci pensiamo.

Forse sono cose che si imparano andando avanti con l'età, crescendo.
Forse si impara a godersi ogni attimo della vita, e a godersi tutto.
Da un semplice saluto, a un abbraccio, a un bacio...tutto, perché non tutto è eterno, non tutti i "per sempre" in realtà sono per sempre.

E questo Ermal l'aveva capito adesso..
solo perdendo la persona più importante della sua vita.

Stentava dal crederci.
Neanche nel vedere lì tutta quella gente, con tutt'altro che sguardo gioioso.
In prima fila c'erano tutti i suoi familiari, riconosceva il singhiozzo della suocera, distrutta dal dolore.

Era strano come Ermal non stesse piangendo.
Era strano come tutta questa vicenda gli sembrava così irreale, non gli sembrava possibile che davvero Fabrizio non ci fosse più.

Si domandavano tutti come mai, proprio il fidanzato, potesse essere così impassibile vista la mancanza dell'amato, che forse non fossero stati mai così innamorati?

"Non piangere, io ti aspetterò"

Erano state quelle le sue ultime parole, erano state per lui, per Ermal, per l'unica persona che avrebbe sempre e incondizionatamente amato.

Fabrizio voleva questo, voleva che la sua vita andasse avanti, che nonostante tutto non avrebbe mai dovuto perdere la sua felicità, la sua gioia di vivere, che tanto li aveva fatti innamorare.

Ermal ricordava bene quella notte, quella dannata notte.

Era un sabato sera tranquillo, o meglio, sembrava esserlo.
Con Fabrizio avevano deciso di andare a divertirsi un po', come "ai vecchi tempi"
Si diressero verso un locale, uno qualunque, era stare insieme importante.

Si divertirono, come tutti gli altri ragazzi facevano.

Fabrizio, che spesso usciva sbronzo da locali di quel tipo, quella sera si era davvero tanto limitato.

"Amo quanto sei bello" il Moro affermava al riccio che intanto si avvicinava al corpo dell'altro.

Qualche bacio, un drink e tanti sorrisi, la serata perfetta.

Erano circa le 4.00 del mattino quando i due presero la via di casa.
Ermal era stanchissimo, Fabrizio era alla guida.
Il minore mormorava parole incomprensibili, un po' per via della stanchezza, mixata all'alcol.
Il romano guidava, controllava che Ermal fosse quiete e a momenti incrociava la mano destra con la sua.

Di questo Ermal ne era certo, nessuno avrebbe mai fatto quanto fece il suo ragazzo quella sera.

Quando i fari di un'auto proveniente dalla carreggiata accanto si fecero sempre più vicini, nessuno dei due aveva la minima idea di quanto stesse per accadere.
La vista di entrambi si affuscò, le figure non erano più ben chiare, e lentamente quelle luce che stavano vedendo si spensero lentamente., C'era solo buio intorno a loro.

 ||OneShots|| MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora