Buio e Luce

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Ermal era seduto su una panchina situata nel centro di Bari, era notte fonda e guardava la poca gente che passava:
dei ragazzi in bicicletta, due che si tenevano per la mano, un ubriaco che urlava come un pazzo e barcollava, un signore in giacca e cravatta.

Prese una sigaretta, se la portò alla bocca e la accese mentre con l'altra mano prese il cellulare e controllò se c'erano nuovi messaggi non letti.
Non trovando alcuna notifica rimise il cellulare in tasca e alzando lo sguardo vide un uomo appoggiato ad un albero che lo stava fissando.
Era vestito di nero,dalla testa ai piedi e aveva i capelli scompigliati e in disordine mossi dal vento.
Lo guardò per qualche secondo per accertarsi che effettivamente quello aveva gli occhi puntati sul riccio, ed era proprio così.
Rimase un po' perplesso ma fece finta di nulla e continuò a fumare la sigaretta rilassandosi il più possibile.

Passarono diversi minuti, Ermal buttò la sigaretta a terra e la spense con un piede, rialzò lo sguardo verso l'albero e non trovò più nessuno, probabilmente quell'uomo se ne era andato.
In effetti il tempo continuava a scorrere, anche se nei suoi pensieri questo non sembrava.

Fece per alzarsi per tornare a casa ma una mano si posò sulla sua spalla destra, obbligandolo a stare seduto.

"Che ci fai qui?". Sentì una voce che non conosceva, una voce roca, molto bassa.
"E' tardi, lo sai?". Continuò.

Il riccio si girò, era molto stranito e iniziò a guardare la figura che si ritrovò davanti a lui. Solo dopo qualche secondo si rese conto che quello sconosciuto era lo stesso che lo stava fissando appoggiato all'albero qualche minuto prima.

Guardandolo meglio, da più vicino, ispezionò il viso del ragazzo di fronte a lui. Era sicuramente abbastanza giovane, non gli dava più di 30 anni, anche se i suoi occhi erano circondati da qualche ruga e dalle occhiaie.

"Mh...chi sei?". Chiese il riccio.
"Puoi chiamarmi Fabrizio, tu sei..?"
"Ermal"
"Albanese, vero?". Si girò col capo per osservarlo meglio e prese a guardarlo fisso negli occhi, come se volesse capire tutto su di lui, sulla sua vita, quelle che pensava, etc..

"Sì..come fai a saperlo?"
"Intuito, che mi racconti?"
"Non ti conosco, cosa dovrei dirti?"

"Beh caro mio, io posso dirti tutto quello che vuoi..su di te".

La situazione era sempre più strana. Ora che voleva questo? Cosa significava?

"C-cosa? Che sai su di me?". Ermal era sempre più terrorizzato, anche se all'iniziò pensò che magari quel tizio voleva solo prenderlo in giro, o per lo meno lo sperava.

"Beh hai circa 20 anni, che dico? 22. Frequenti l'università e studi lingue, sei nato in Albania, di preciso a Fier, ti sei trasferito qui a 13 anni per problemi familiari che forse è meglio non specificare."

Allungò una mano verso il viso di Ermal, gli spostò qualche ciocca dal viso e a quel contattò il riccio non potè far altro che rabbrividire.

"Hai questo piercing al sopracciglio sinistro, fatto a 16 anni contro la volontà di Mira, tua madre. Hai un fratello riccio come te di nome Rinald, e una sorella di nome Sabina. Questo è tutto."

Si alzò dalla panchina su cui era seduto, prese il pacchetto di Marlboro rosse dalla tasca estraendo una sigaretta e la accese.

Come era possibile che quello sconosciuto sapesse tutte quelle cose di Ermal? Lui era più che convinto di non averlo mai visto in giro.

"Come fai a sapere tutte queste cose?". Chiese con tono insicuro e con la voce che gli tremava un po'.

"Tu non osservi mai?"

 ||OneShots|| MetaMoroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora